Juventus
PREPARTITA JUVENTUS – LA partita

E’ inutile girarci intorno: Juventus–Inter non sarà mai una partita banale, non lo è per gli allenatori, non lo è per i calciatori e non lo è tantomeno per le tifoserie. E fa niente se non vale uno Scudetto come spesso è accaduto nella storia; quando Juventus e Inter si trovano di fronte l’atmosfera equivale alla calma prima della tempesta.
Una partita storicamente ricca di agonismo e polemiche in rappresentanza di due modi di essere differenti. Gianni Brera lo definì il Derby d’Italia in quanto trattavasi di una gara che, benché non fosse stracittadina, di fatto lo era pure di più.
Snodo campionato
Come se non bastasse quello di stasera può essere un match da cui passa parecchio del campionato delle due squadre. Da un lato i bianconeri che vengono da tre vittorie consecutive e che vedono ben nitida la targa della Lazio che ha impattato contro il Napoli. Un eventuale successo consentirebbe l’aggancio al quarto posto, che al momento è l’ultimo utile per un piazzamento nella prossima Champions League.
Allo stesso tempo i nerazzurri nonostante lo scivolone di Firenze potrebbero tornare in vetta alla classifica proprio vincendo sul campo della Juventus. Uno stadio che per l’Inter però non è mai stato facile.
Sono 91 infatti le gare interne della Juventus contro l’Inter in Serie A: i nerazzurri hanno perso 62 di queste sfide (12V, 17N). Contro nessun’altra avversaria hanno trovato la sconfitta così tante volte in trasferta nella competizione.
Storia di duelli e polemiche
Da Bettega contro Marini a Rui Barros contro Brehme fino ad arrivare ai giorni più recenti in cui Lukaku dovette scontrarsi contro Chiellini e contro l’intera curva della Juventus. Il belga volle zittire la curva bianconera colpevole di cori razzisti e infiammò uno degli ultimi Derby d’Italia che si sono disputati a Torino.
Come non citare il celeberrimo Ronaldo–Iuliano, passato alla storia per essere stato l’episodio da moviola più discusso della storia della Serie A. L’Inter è stata inoltre la prima squadra a violare lo Juventus Stadium (oggi Allianz) nel 2013, quando la squadra di Stramaccioni si impose per 3-1 riuscendo a battere la Juventus di Conte invitta da 49 partite.
Questa sera a dirigere la gara sarà l’arbitro Mariani, fresco di designazione internazionale nella quale è stato contestato per l’espulsione ai danni del Monaco. Altra competizione, altra atmosfera quella dello stadio Louis II. Il posticipo di stasera avrà un altro sapore e il compito non sarà facile.
Come ci arriva la Juventus
La marcia d’avvicinamento della Juventus alla partita più importante dell’anno prosegue con la rifinitura di questa mattina nella quale Thiago Motta dovrà sciogliere gli ultimi dubbi di formazione.
In difesa sembrano essercene pochi. Tra i pali è confermato Di Gregorio che dovrà guidare una difesa composta da Mckennie, Gatti, Veiga e Savona che tornerà a fare il terzino sinistro. Panchina per il ristabilito Cambiaso e il neoacquisto Kelly, apparso in difficoltà contro il PSV.
In mediana pronti ad agire Thuram e Locatelli, visto anche l’infortunio di Douglas Luiz nelle scorse ore. In avanti invece i dubbi principali. Conceicao dovrebbe essere quello più sicuro di riprendersi una maglia dal primo minuto, mentre al suo fianco si giocano due posti Koopmeiners, Yildiz e Gonzalez, con i primi due leggermente favoriti. Insegue invece Mbangula pronto a spaccare il match nella ripresa.
Ancora conferme invece nel ruolo di prima punta per Kolo Muani, pronto a far accomodare in panchina ancora una volta Vlahovic, che nel 2025 non è mai sceso in campo dal primo minuto in Serie A. Segno di una fiducia che dovrà cercare di riconquistarsi. E chissà che non possa farlo proprio nel Derby d’Italia, LA partita per antonomasia.