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Italia e Turchia assieme per Euro 2032: i motivi dietro alla decisione

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Nazionale Italia
Tempo di lettura: 3 minuti

Italia e Turchia unite per organizzare Euro 2032. E’ questa la notizia che il 28 luglio è arrivata dagli organi competenti, scatenando non poche polemiche. Per la FIGC non è stata un’angusta battaglia, soprattutto considerando che l’unico rivale di Gravina & Co. era la Turkish Football Federation, con la quale è stato fin da subito più vantaggioso allearsi. Intanto comunque non c’è ancora nulla di fatto, con l’UEFA che si esprimerà solo il 10 ottobre in merito all’assegnazione di Euro 2028 e di Euro 2032, con il Comitato Esecutivo di Nyon che ha facoltà di accettare la proposta ma anche di rimandarla o di imporre specifiche condizioni.

Altro tema ancora da discutere è quello delle sedi, la cui selezione dovrà ora essere rivista. Ad aprile la FIGC aveva presentato alla UEFA il Final Bid Dossier, indicando 10 sedi per la fase finale (Milano, Torino, Verona, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari e Cagliari). Ora però la situazione è cambiata, con entrambi i Paesi coinvolti che dovranno proporre 5 sedi più una di riserva ciascuno e se Milano, Roma e Torino saranno sicuramente coinvolte resta il dubbio sulle altre tre. 

Una gara vinta contro…nessuno

C’è comunque poco da esultare per questa, probabile, assegnazione. Infatti, come detto prima, la concorrenza per ospitare la competizione europea nel 2032 era tutt’altro che agguerrita, con appunto la sola Turchia che si era fatta avanti oltre all’Italia. Insomma c’è ben poco da festeggiare, con la FIGC che non essendo sicura di avere singolarmente la meglio sulla TFF ha preferito allearsi piuttosto che rischiare un clamoroso smacco.

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Da Italia ’90 al 2032: il problema stadi

E’ proprio la questione stadi quella che rende chiara la scelta della FIGC di allearsi con la TFF. Gli impianti italiani appaiono ormai fatiscenti, con l’ultimo rinnovamento che per la maggior parte di essi risale all’ultima grande competizione ospitata dal nostro Paese, ovvero il Mondiale del ’90. Proprio in merito a ciò qualche giorno fa si è espresso il presidente Gravina, affermando come:

…Noi abbiamo realizzato 4 o 5 stadi negli ultimi 10 anni, la Turchia ben 41. Le tempistiche legate alle nostre nome burocratiche non erano in linea con quelle richieste dalla UEFA e mi hanno spinto a fare un accordo con la Turchia“.

Da lì poi un appello accorato alle istituzioni, nel quale il numero uno della nostra federazione ha chiesto:

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…Si parla di blocco della burocrazia, togliamola. Si parla di soggetti che vogliono realizzare strutture, mettiamoli nelle condizioni di farlo“.

…ora appelliamoci al senso di responsabilità. Vogliamo coinvolgere anche soggetti che a volte cercano di apparire un po’ distratti“.

Infine il Presidente ha fatto chiarezza sulle sedi che saranno sicuramente coinvolte e su quelle in bilico:

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“…Abbiamo Milano, Torino e l’Olimpico a Roma. Stanno partendo altri progetti come Firenze, Cagliari, Bologna, mentre Bari è pronta. La posa della prima pietra è prevista entro il 31 marzo 2027“.

Parola all’UEFA

Ora la decisione spetta all‘UEFA, con la FIGC che nel suo comunicato si è appellata all’esempio di altre manifestazioni condivise già avvenute (Euro 2020, 2012, 2008) e altre che ancora devono andare in scena (Euro 2028 e Mondiali 2026), sperando di strappare il sì dell’organo competente, il quale come già detto sarà chiamato a deliberare il 10 ottobre.

Nonostante gli ultimi anni bui questa potrebbe essere un’occasione per il nostro Paese di rimettersi in luce e proprio per questo sarà necessaria la cooperazioni di tutte le parti, comprese quelle politiche, per far si che questo progetto possa avverarsi.

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(Foto: LBDV)

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