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ANGOLO SALERNITANA – Nuits-Saint-Georges dell’87

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Acino d’uva preziosa, la Salernitana ha conosciuto la necessità di stagionare per mesi, ma il Cammino s’è compiuto.
Come il Viandante che le ha dato corpo, arriva da lontano. Dal sole che solca la fronte, la profondità delle radici di un popolo che ha attraversato il deserto, le nuvole invisibili di salsedine che ne segnano il carattere.

D’un granata luminoso che denota l’eterna gioventù sfrontata: la partenza in sordina è un calice al quale devi dare il tempo di decantare.
Paradigma d’eleganza, soave ed inebriante, rosa macerata e fragolina di bosco: la carezza all’incrocio di Kastanos è il primo sorso e scalda il cuore.
La via fredda dell’acciaio, quella calda del legno, percorse dai piedi illuminati di Antonio Candreva. La palla esce dal destro suo benedetto col suono del sughero che si stappa: è pizzichío dell’arpa, il canto della sirena. Infinita classe: la avverti, ti ammalia, ti ci perdi.
Il suggello di Ekong è il finale che si fa poesia: dura un istante, ma il sapore della gioia resiste nell’anima.

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Se gli dei ci avessero voluto astemi, non esisterebbe vino così buono.
La Salernitana è un rosso di Borgogna. Annata ’87.

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