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ANGOLO MILAN – Profondo rossonero

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Piove e viene giù acqua a secchiate. E non è solo il racconto di queste giornate invernali, ma la perfetta fotografia della crisi che sta attraversando il Milan. Andando ben oltre le più fosche previsioni. Prima del Mondiale giocavamo bene a sprazzi e qualche punto in classifica, siamo anche riuscito a metterlo. Ma adesso non giochiamo proprio. E alla vittoria strasofferta contro la Salernitana, abbiamo inanellato una serie di partite che ci hanno visto perdere prima i punti e poi anche la lucidità. Male prendere due gol da una squadra come la Roma che non ha mai giocato in 90 minuti, malissimo perdere altri due punti contro un ottimo Lecce che però deve lottare per la salvezza. Davvero preoccupante la debacle contro l’Inter in finale di Supercoppa italiana.

Primo tempo

Primo tempo difficile per i rossoneri, che subiscono al 10′ il gol del vantaggio dei nerazzurri con Dimarco, che insacca a porta sguarnita l’assist preciso di Barella. Il Milan organizza la risalita e al 17′ si fa vivo dalle parti di Onana con Leao, che cerca il palo lontano a giro chiamando l’estremo difensore interista al salvataggio in corner. Mentre noi proviamo a ingranare, l’Inter raddoppia con Džeko, che taglia la difesa rossonera, elude Tonali e batte Tătă. Il secondo gol degli avversari manda in confusione la formazione di Pioli, che rischia in altre due occasioni di subire gol, prima con Acerbi e poi ancora con Dimarco: in entrambe le situazioni Tatarusanu salva. Nel finale di tempo, ci riaffacciamo in avanti con l’iniziativa di Tonali, contrastata in area, e il sinistro fuori misura di Tomori.

Secondo tempo

La ripresa inizia con due tentativi mancini, di Theo prima e Bennacer poi, che terminano alti. Grande occasione per Rafa al 49′, che rientra sul destro ma spara alto di pochissimo. Ancora noi al 56′, di nuovo con Isma, che prova il piazzato dal limite ma non impensierisce Onana. La supremazia territoriale è nostra ma non riusciamo a concretizzare se non con qualche tentativo da fuori. I rossoneri spingono e insistono, più con il cuore che con le idee, ma vengono colpiti ancora al 77′ da Lautaro Martínez, che resiste al ritorno di Tomori e segna con l’esterno sul secondo palo il 3-0. Nel finale il rientrante Rebic colpisce una traversa con un tirocross, è l’ultimo sussulto di una Finale da dimenticare.

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Momento della verità

Le sfide, che già sono tante, adesso per Pioli e i suoi ragazzi, diventano tantissime. E molteplici. Alcune, poche, si giocano sul rettangolo verde, altre, quelle più grandi, nella mente di ciascuno dei protagonisti. Dal mister fino all’ultimo dei giocatori. Passando per il Master dei Masters, Maldini e al suo braccio operativo Massara. Adesso è il momento di sedersi tutti intorno ad un tavolo e guardarsi in faccia. E trovare quelle motivazioni antiche, di riscatto e di fare qualcosa di grande per onorare non l’ultimo scudetto. L’ultimo di una lunga serie. Ma la storia di questo club. Che concede grandi onori, ma chiede una dedizione assoluta. E di questa dedizione, da troppo tempo, non se ne vede traccia.

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