Approfondimenti
DIVERSO PARARE – Da capo a dodici
Ancora primi alla dodicesima
Il timore più grande di tanti tifosi del Napoli, nonché la sola speranza dei sostenitori di altre squadre, consiste nel fatto che il Napoli possa ripetere quanto fatto lo scorso anno. Una decina di partite da primato, poi una forte decelerazione.
Un confronto fra i numeri delle prime dodici giornate dello scorso anno e quelli delle prime dodici di questa stagione potrà forse dire qualcosa di significativo.
Lo scorso anno alla dodicesima il Napoli, era primo con 32 punti, frutto di 10 vittorie e due pareggi, arrivati grazie a 24 goal fatti e 4 soli subiti. Quest’anno, per ritrovarsi ancora capolista dopo dodici turni, al Napoli sono serviti gli stessi 32 punti, prodotto nuovamente di 10 vittorie e due pareggi, con 30 reti segnate e 9 subite.
Ad un primo sguardo, le due situazioni sembrano simili: uguale numero di punti, con più reti all’attivo – ma anche con una difesa meno impenetrabile – nella stagione attualmente in corso.
Altri numeri, migliori prospettive
Come i voti in politica, però, così anche i punti in classifica vanno “pesati”, oltre che contati. Il Napoli della scorsa stagione aveva affrontato avversarie che in dodici giornate avevano raccolto 147 punti totali, mentre le avversarie delle prime dodici partite di questo campionato ne valgono 157.
In entrambe le stagioni il Napoli aveva ed ha sfidato, nel primo terzo di torneo, cinque delle ultime sei squadre in classifica. Un anno fa, però, la squadra meglio posizionata in classifica, fra le compagini affrontate, era la Roma (quarta, al tempo), seguita dalla Fiorentina (settima). Ad oggi il Napoli ha invece già fronteggiato la seconda (Milan), la terza a pari merito (Lazio) e la quarta (Roma). Considerando, inoltre, quelli che per blasone ed ambizioni degli avversari potremmo definire scontri diretti, il Napoli 2021/22 aveva dovuto vedersela, battendola al Maradona, anche con la Juventus: se si sommano questi tre punti a quello racimolato all’Olimpico contro i giallorossi si arriva a 4 in due partite – una interna e una in trasferta -, media di due a partita.
Il Napoli edizione deluxe che stiamo ammirando in questo primo scorcio di campionato, invece, Lazio, Milan e Roma le ha battute tutte a domicilio: 9 punti, media inglese altissima, media (verosimilmente insostenibile in proiezione futura) di 3 punti a partita.
Il trend con il quale nel campionato passato si era arrivati a chiudere la dodicesima giornata poi, non lasciava presagire un futuro particolarmente roseo. Nelle ultime sei sfide, infatti, il Napoli aveva vinto soffrendo a Firenze, in casa col Torino e a Salerno ed aveva pareggiato a Roma con la Roma (errori arbitrali clamorosi lo avevano privato della vittoria, certo, ma il pareggio fu risultato forse giusto per quanto si era visto in campo), prima di impattare per 1-1 in casa col Verona: unica vittoria netta, un 3-0 al Bologna. Nelle ultime sei del campionato attuale il Napoli ha espugnato Milano con qualche momento di sofferenza ma sempre dando l’impressione di sapere cosa dover fare, come e quando; ha poi battuto il Torino (in casa) dando spettacolo, la Cremonese (fuori) gestendo da grande squadra, il Bologna al Maradona (con 3 reti segnate e almeno dieci palle goal pulite prodotte), la Roma all’Olimpico sfondando grazie ad una sassata di Osimhen il parabrezza del pullman piazzato da Mou davanti alla porta di Rui Patricio, il Sassuolo in una partita chiusa dopo mezz’ora con tre reti.
Il Napoli attuale, insomma, dà la sensazione di essere sempre in controllo delle situazioni e non è mai stato in affanno, tanto per fare un esempio, come fu con Toro in casa ed a Salerno nel campionato passato.
A tutto ciò si aggiunge che i risultati di questa stagione sono arrivati con l’intermezzo, che tradizionalmente porta via punti, della Champions’, competizione che vede il Napoli al primo posto del proprio girone, con un percorso netto fatto di 5 vittorie, 20 goal segnati e 4 subiti. Lo scorso anno, invece, gli azzurri disputavano, più o meno nello stesso periodo (ma con un calendario meno compattato, quindi meno stressante), una non esaltante Europa League, classificandosi al secondo posto del girone; secondo posto, sia detto per inciso, che valse poi l’incrocio, con annessa eliminazione, con un Barcellona rimesso a nuovo dal mercato invernale.
Resilienza azzurra
Un’ultima considerazione. L’anno scorso, dopo il pari in casa col Verona il Napoli sarebbe andato a perdere a Milano contro l’Inter. A prescindere dal gramo bottino di tre punti in tre partite – conferma del discorso sul trend che si sviluppava sopra? – a Milano il Napoli avrebbe perso per i mesi successivi Osimhen, sprofondando – insieme ai propri tifosi – in un dramma tecnico e psicologico. Quest’anno Osimhen ha già saltato cinque incontri, mentre Rrahmani e Anguissa, ritenuti più o meno imprescindibili, sono rimasti fuori nelle ultime due di campionato e nell’ultima di Champions’. Tanto dell’assenza di Osi, quanto di quelle del centrale di difesa e del fenomeno di centrocampo, nessuno pare essersi accorto, visto che il percorso parla di vittorie: sempre vittorie, solo vittorie.
I tanti numeri esaminati non ci dicono certamente che martedì espugnerà Anfield, che sabato vincerà a Bergamo o che non ci sarà mai il crollo che tanti, appollaiati sui propri trespoli, legittimamente auspicano. Forse, però, i numeri qui considerati suggeriscono che, a parità di primato in classifica, con una situazione di punteggio e di differenza reti simile, il Napoli 2022/23 è squadra che lascia intravedere davanti a sé un percorso potenzialmente assai migliore di quello che lo scorso anno gli toccò dalla tredicesima in avanti. Staremo a vedere.
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