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STELLA GIALLOROSSA – Effetti indesiderati

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Walt Disney, rivolgendosi a un pubblico di bambini, amava ripetere: “pensa, credi, sogna e osa”. L’uomo dei cartoni animati, tuttavia, non ha mai avuto a che fare con progetti calcistici e mercato. Per sua fortuna. Roma, si sa, è una piazza difficile e piena di incognite, in tempo di pace, figuriamoci a ridosso di una sessione di mercato. Nonostante le speranze di quasi un intero popolo, infatti, la sessione invernale della finestra di riparazione del club giallorosso si è conclusa senza l’arrivo di un terzo colpo. Due, alla fine, sono le pedine che hanno arricchito la rosa di Mourinho: Sergio Oliveira dal Porto, in prestito oneroso di 1 milione di euro con diritto di riscatto a 13 (più bonus) e Maitaland-Niles dall’Arsenal, accordo secco fino a giugno per 500mila euro (più altrettanti bonus). Innesti comunque importanti che, nel giro di poco tempo, si sono già rivelati fondamentali per l’idea tattica dell’allenatore portoghese. Bicchiere mezzo pieno? Per qualcuno. Di sicuro, però, in molti hanno rivalutato l’operato di Tiago Pinto. O lo stanno facendo in queste ore.

Fuori Villar, Borja Mayoral, Calafiori, Reynolds, rescissione contrattuale di Fazio e dentro, appunto, il duo anglo-portoghese. Gli improvvisi cambi di maglia da parte di alcuni calciatori, pur facendo circolare aria nuova tra le mura di Trigoria, non regalano il sospirato botto. Come gli effetti indesiderati di un farmaco, di fatto, la causa scatenante di tutto rimane la vicenda Diawara: l’apertura del giocatore, arrivata troppo tardi, a una possibile partenza non sblocca il colpo last-minute nel quale parecchi speravano. Ma c’è pure dell’altro. Visto che fino a 10, massimo 15 giorni fa, proprio la Roma era stata la società ad aver messo a frutto le più interessanti trattative in un gennaio di calciomercato piatto e anemico di colpi di scena.

I motivi di tutto questo sono principalmente due. In primis, l’idea (non completamente corretta) che la nuova società in un mercato definito come di riparazione, aggrappandosi alla presenza di una personalità forte come Josè Mourinho, potesse puntare su profili alla Mbappè, e, a seguire, l’effetto sismico creato dagli acquisti effettuati da Juventus e Inter. Dusan Vlahovic e Danis Zakaria per i bianconeri, Robin Gosens per i nerazzurri hanno accesso i riflettori sui rispettivi club e, probabilmente, spostato gli equilibri nostrani. La Roma giallorossa, abitualmente non proprio in equilibrio sotto il punto di vista razionale, ha vissuto questo modus operandi delle rivali come un campanello d’allarme. Dimenticando, tuttavia, quanto sudore e difficoltà ci siano nella realizzazione di un progetto triennale. Come ampiamente prospettato (e ribadito) qualche mese fa da Mourinho, Pinto e dagli stessi Friedkin. Lo Special One ha ottenuto quello di cui aveva bisogno. Al momento. Per il resto bisognerà attendere la prossima estate, quando la Roma verrà migliorata e proseguirà nel suo cammino verso il Paradiso.

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