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A(F)FONDO – Calcio tITAnic

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Calcio tITAnic

Calcio tITAnic: l’italica nave pallonara affonda e l’orchestra continua a suonare.
È l’immagine che viene in mente quando si pensa al sistema calcio italiano.
Il vapore imbarca acqua, rolla pericolosamente, eppure l’equipaggio e i passeggeri continuano a ballare, a pensare a miserabili lotte di potere, ai propri piccoli orticelli, apparentemente del tutto inconsapevoli di quel che sta realmente accadendo.

Le bordate di Commisso

Lo spunto di riflessione lo fornisce un “novellino”, e non sembra affatto un caso.
Rocco Commisso, patron della Fiorentina da due sole stagioni, ha ancora la visuale dell’imprenditore americano che trova il comportamento dei dinosauri italiani poco comprensibile.
Dichiarazioni semplici e nette, che vanno dritto al sodo, senza mezzi termini:

  • il sistema italiano è poco o nulla competitivo, senza una regolamentazione seria sugli stadi di proprietà;
  • questa carenza comporta grosse sperequazioni, anche interne;
  • la sostanziale assenza di reali controlli sugli ipotetici vincoli di bilancio delle squadre di serie A falsa la competizione;
  • il sistema di trasferimento dei calciatori andrebbe completamente rivisto, anche a livello europeo.

I problemi veri

Con la classica praticità a stelle e strisce, Commisso in quattro parole ha individuato i problemi veri del calcio italiano ed europeo.
E frattanto Gravina pensa alla sua “riforma”,  e glissa su ogni altra cosa, così come Ceferin ed Infantino, presi dalle loro guerre personali più che dai problemi reali.
L’orchestra continua a suonare, l’iceberg si avvicina.

Gli stadi di proprietà

Vecchio nodo quello degli stadi di proprietà.
In Italia qualche società, con l’aiuto di amministrazioni lungimiranti, o semplicemente “amiche”, ha acquisito un evidente vantaggio sulle altre, rimaste “Cenerentole”.
La pandemia ha reso la cosa meno evidente, ma è un dato di fatto.
E i Comandanti del vapore, piuttosto che pensare a soluzioni infrastrutturali serie, pensano a rimodulare i campionati o a riaffermare vuoti primati.

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I vincoli di bilancio

C’era una volta l’indicatore di Liquidità.
C’era una volta il Financial Fair Play.
Per un po’ il sistema calcio, italiano ed europeo, pareva aver preso una china virtuosa.
Ma tutto si è ridimensionato in pochissimo tempo.
I vecchi vizi sono tornati, in assenza di controlli reali, ed i campionati, già resi quasi ridicoli dai Sacri Protocolli pandemici, sono stati ulteriormente falsati.
Si viaggia spediti contro l’iceberg, e l’orchestra continua a suonare.

I cartellini e i procuratori

Non possono esserci calciatori che rinegoziano perchè vogliono più soldi. Sono qui da tre anni e non ho mai visto un giocatore venire da me e chiedermi meno soldi perchè non ha disputato una stagione all’altezza. Non mi è mai successo – sottolinea Commisso – Chiedono sempre più soldi. E rispettiamo il lavoro degli intermediari. Gli intermediari vogliono guadagnarci sia dall’acquisto che dalla cessione di un calciatore. Le commissioni sono altissime, parliamo di moltissimi soldi. Questo non esiste negli USA. Non ci sono costi di trasferimento. Non si pagano contanti. I giocatori vengono scambiati, non esistono i costi del cartellino. Questi soldi escono dal sistema. I procuratori vengono pagati di più, perchè convincono i giocatori a cambiare squadra ogni tre anni. Fifa, Uefa, la Serie A, la Premier League, tutti devono fare qualcosa”.
Tutti devono fare qualcosa, ma nessuno fa nulla da anni.
Le priorità sono piuttosto affermare il primato sul governo del calcio, far fuori ogni avversario, annunciare riforme spot.
L’iceberg dei veri problemi incombe.
L’orchestra suona.
E il calcio tITAnic sta per affondare.

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