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ZONA CESARINI – Coni di luce “giallorussi”

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Scia bionda

Primavera del ’99. Percorrevo distrattamente Via Cola di Rienzo, famosa via commerciale a Roma nel quartiere Prati, quando la mia attenzione viene “stuzzicata” da una stangona bionda che mi precede di un centinaio di metri. La scia bionda forma, davanti agli occhi, un cono di luce che mi impedisce di vedere nitidamente qualsiasi altro oggetto o persona intorno.

Al solo scopo di ricerca accelero il passo per valutare se ciò che vedo da dietro è esteticamente in parallelo con l’immagine a fronte (troppo spesso questo postulato è smentito e troppi “studiosi” concludono la carriera accademica tentando di gettarsi sotto un’auto). Risultato, per chi fosse interessato: una cosa illegale, fuori da qualsiasi classifica di splendore.

Mi riprendo, proprio sul confine labile tra “cortese voyeur” e maniaco sessuale e mi accorgo che il bambino accanto a lei altri non è che il protagonista di oggi: Dmitrij Alenitchev.

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Messosi in luce nel campionato russo (Lokomotiv e Spartak), venendone eletto nel ’97 miglior giocatore,  questo 10 tascabile viene acquistato dalla Roma nel 1998 e si aggrega alla seconda annata zemaniana

La sua esperienza giallorossa non è esaltante, in un anno e mezzo 43 presenze e 4 gol. Lo si ricorda da fuori perchè a gennaio 2000 viene coinvolto nello scambio col Perugia che porterà Nakata a Roma, decisivo per lo scudetto e piagnistei bianconeri.

Eppure nel cuore romanista il ragazzo, talentuoso, rimane per due episodi.

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Dimitri & Bart

Non è certo di questo che parla la canzone di Joan Baez Here’s to you, ma il 17 ottobre del 1998 la Roma sta perdendo in casa con la Fiorentina, con gol di Batistuta. Al minuto 61 entra il “nostro”. Al minuto 78, nella totale disperazione, entra anche una delle meteore più inutili della storia giallorossa:  Gustavo Bartelt da Buenos Aires, una sorta di Caniggia dei poveri (o Enzo Paolo Turchi della media borghesia, fate voi).

Il ragazzo è indemoniato e nell’unica botta di vita nel triennio giallorosso, sforna due assist: il primo al piccolo Dmitrij che pareggia al minuto 89 e corre sotto la curva; il secondo, dopo altra mirabile serpentina, a Totti, minuto 94. L’Olimpico esplose e non fu tanto la partita in sè, poco importante, ma le lacrime di un vecchietto in distinti a farne, per me, una partita epica.

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Di-Mi-Tri Alenicef LA LA LA LA LA

Bartelt si ferma lì (a Gennaio si correrà ai ripari con Fabio jr, quindi facciamoci due conti sulla validità del giocatore), mentre si aspetterà un anno e mezzo per intonare un coro per il russo da giardino.

L’11 Aprile 1999  si gioca il derby. Vieri accorcia nel finale sulla doppietta del solito Marco Del Vecchio. Al minuto 90 Totti scambia con Alenitchev, serpentina del fantasista in area che si beve la difesa, Marchegiani respinge e il capitano è lesto a ribattere per chiudere il match. E’ il famoso derby della maglia “Vi ho purgato ancora” ed è Alenitchev a contribuire a sfoggiarla.

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Coppe

Dopo un mezzo anno a Perugia Dmitrij approda al Porto e pur non da titolarissimo, in due anni tra il 2003 e il 2004, porterà a casa una Coppa Uefa e una Champions (tra l’altro segnando in entrambe le finali). In panchina c’era un certo Josè Mourinho, di cui risentiremo parlare.

Insomma, il ragazzo valeva certamente più di quello che è riuscito a dimostrare a Roma. Come spesso accade qui, l’affetto dei tifosi non si misura necessariamente in grandi o lunghe carriere ma spesso in momenti, attimi o “coni di luce” e Alenitchev ha portato lacrime di gioia, e di questo siamo grati.

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Ora, sperando di non risultare morboso, non so se la Signora dell’incipit sia poi diventata la Zarina Alenitchev, ma confesso che, come al vecchietto in Roma Fiorentina, ogni tanto quell’incedere sinuoso una lacrimuccia me la riporta ancora.

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