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ZONA CESARINI – CalcioMOUrcato

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Parliamoci chiaro, il mercato giallorosso è entrato in una sorta di Fabbrica del Cioccolato di Willy Wonka  il 4 di Maggio, all’annuncio dell’avvento di Mourinho.

Dietro la sua figura noi tifosi (e stavolta va sottolineato) abbiamo visto atterrare all’aereoporto creature misteriose metà Ronaldo e metà Icardi.

Poi viene la realtà, il periodo storico e qualche delusione si manifesta, ma una piccola garanzia, magari basata sul nulla, Mourinho al tifoso medio, di cui mi onoro di far parte, la da: si vive nella certezza che, pur avendo messo subito sul piatto problemi, obiettivi e tempistiche, chi viene è stato voluto dal mister, chi va è stato avallato dal mister.

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Sembra pleonastico questo assioma, eppure chi ha vissuto Roma nell’ultimo decennio sa che il mercato lo hanno fatto i fenomeni (spesso da circo) con la qualifica da DS, probabilmente alcuni procuratori, sulla base di…? Scelte tecniche? Economiche? Politiche? Facciamo finta di soprassedere e campiamo meglio tutti, penso io.

La Roma doveva coprire alcuni ruoli, senza svendere i suoi asset. Il mercato, per voce di Mou, è stato anche di emergenza lo sappiamo.

Serviva un portiere e la Roma compra subito Rui Patricio, portiere esperto, vincente e bravo tra i pali, senza i piedi buoni per fortuna e tanti saluti alla partenza dal basso. Il miglior portiere del mondo? No, il migliore per caratteristiche e prezzo sicuramente.

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Si infortuna Spinazzola e la Roma, scoperta a sinistra deve rilanciare e subito acquista lo sconosciuto Vina. Sconosciuto titolare della Nazionale Uruguaiana, vincitore di Libertadores e campionato brasiliano col Palmeiras.

Improvviso e inaspettato l’acquisto di Shomurodov dal Genoa, ignoto ai tifosi, dopo una stagione altalenante ha lasciato perplessità, anche perchè l’attacco era il reparto con più unità. Il minutaggio riservato fin d’ora, fa capire che Mou ci punta.

Dopo che sembrava cementificato il rapporto con Dzeko, lo stesso vola a Milano (facciamo finta di crederlo “imprevisto”) e i giallorossi piazzano in due giorni quello che potrebbe (obbligo di condizionale) essere il crac di mercato: Tammy Abraham.

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Tiratina d’orecchie sulla vicenda Xhaka, da qualunque lato la si voglia leggere, uomo chiesto dal mister e purtroppo saltato, dopo aver perso troppo tempo.

Nel blu diPinto di Mou

Ovviamente non è che il DS non esista. Tutto il lavoro è stato fatto da Pinto, ma in concerto con l’allenatore e va dato merito al giovane portoghese. Nell’ombra, col sex appeal di un chirichetto quattordicenne, no clamori o sensazionalismi, senza testosteroniche presentazioni di libri monografici o coppe vinte altrove.

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Pinto, in clima di vera austerity, ha locato in giro per l’Europa i tanti personaggi improbabili (soprattutto figli dell’era Monchi). Piazzati non come plusvalenze, quelli erano i giocatori di Sabatini. I “colpi” di Monchi sono un ordigno bellico su cui Pinto, riuscendo a non fare minusvalenza, è stato artificiere attento.

Pau Lopez  al Marsiglia con diritto di riscatto facilmente trasformabile in obbligo, che coprirà l’acquisto di Patricio. In più sul filo di lana il prestito di Olsen allo Sheffield. Sempre al Marsiglia Under, stessa formula, con cui anno prossimo si pagherà Vina.

Kluivert al Nizza e Florenzi al Milan, stessa formula ancora per entrambi, il cui totale farà scopa con Shomurodov.

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La Roma poi cede, a titolo gratuito, Dzeko all’Inter e Pedro alla Lazio. Chiaramente per età e stipendi operazioni importanti, inutile flagellarmi di dolore per Edin, storia giallorossa di diritto e per aver fatto affari col Sig. Lotito. Ci sta che per età si punti su un Abraham e non più su Dzeko (ora provo a scriverlo senza lacrime).

Pinto cede in prestito molti giovani come Antonucci al Cittadella, Milanese all’Alessandria, Providence al Bruges, Celar al Lugano, all’ultimo respiro Bamba (Leixoes), Bouah (Teramo) e Ciervo (a sorpresa alla Samp). Parcheggia Bianda al Nancy: Bianda, giovane sconosciuto dalla serie B francese, pagato 11 milioni, retrocesso in Primavera e dopo due partite gentilmente recapitato indietro da Alberto De Rossi con un “Grazie ma…no grazie”.

Per Coric allo Zurigo same history , a parte che De Rossi non l’ha fatto neanche avvicinare.

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A parte alcuni altri giovani, i contratti terminati di Mirante, Jesus e Peres hanno portato alla Roma un abbassamento del tetto ingaggi di oltre 40 milioni.

La rescissione di Pastore è già entrata nell’iconografia liturgica e rumors parlano di una fiction “Padre Pinto” con Matthew McConaughey.

Impossibile soddisfare i “capricci” di Nzonzi, Santon e Fazio (quest’ultimo con vie legali per il reintegro) per i quali ci sarà pugno di ferro.

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La Roma è, sulla carta, più competitiva (anche grazie al livellamento in basso di Inter e Juve, comunque più forti). Non ha la squadra perfetta per Mourinho ma con lui può crescere e dare soddisfazioni.

Sicuramente incompleta, parole dell’allenatore: Diawara e Villar dovranno faticare a far dimenticare il mancato acquisto in quell’area. Grave mancanza sulla destra dove il povero Karsdorp ha solo Reynolds.

Non è un campionato di tanti fenomeni, ma sono tornati tutti allenatori importanti e la sfida sarà affascinante, soprattutto perchè, essendo “7 Sorelline”, se anche tutte facessero bene, qualcuna uscirebbe comunque dai posti Champions.

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E’ un inizio. E’ un inizio corretto. Vedremo il cammino dove ci porta.

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