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Angolo del tifoso

ANGOLO ROMA – Ad Mayoral

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La Roma, dopo le fatiche di coppa, è sempre una incognita, soprattutto in questo finale di stagione con le forze ormai al minimo storico. Poi purtroppo i giallorossi, sempre restii a seguire le direttive della Lega, continuano a non rispettare la regola (scritta) delle settantadue ore tra una partita e l’altra, ostinandosi a giocare prima. Bisognerebbe togliere altri punti.

Matrimonio

Sarcasmo stucchevole a parte, Fonseca decide di far riposare i suoi  con delle scelte originali. A un certo punto la partita sembra il matrimonio fuori porta de “una non meglio identificata cugina de Papà”, nel senso che ti ritrovi facce che a malapena riconosci, il buon vecchio zio Fazio, la buonanima di Mirante e il fidanzatino farlocco di tua sorella, portato per far tacere “pora nonna” (Reynolds).

In questo clima da picnic di dopolavoristi si inserisce il Bologna, aggressivo, compatto e voglioso di rifarsi dopo la disastrosa gara d’andata. I felsinei sono lo specchio del loro mister Mihajlovic e fanno da subito pressing alto a sradicare palloni dai piedi romanisti.

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Socc’mell

La Roma soffre tantissimo e per fortuna il problema atavico del Bologna si manifesta con almeno tre gol mangiati in meno di mezz’ora con Palacio, Danilo e Soriano (su cui però è bravo Mirante).

La Roma comincia a svegliarsi e soprattutto Mayoral crea superiorità e produce gioco. Proprio lo spagnolo, in finale di tempo, salta Danilo e si invola solo davanti a Skorupski e, viaggiando sul sottile filo tra gloria e abisso, sceglie la prima, con un geniale scavetto a saltare il portiere e poi appoggiare in rete. 1 a 0.

Il secondo tempo è povero di azioni. La Roma prende più campo ma il Bologna cerca sempre il pressing, senza però impensierire mai Mirante, se non forse nel recupero, troppo sofferto.

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Punti d’oro

Probabilmente dire che la Roma ha meritato è troppo, più corretto dire che il Bologna ha meritato di perdere, non tanto per l’impegno, sempre massimo, ma per non aver aggredito una Roma in grande difficoltà fisica e soprattutto mentale. Chiaro che alcuni giocatori, fuori da sempre dal progetto tecnico, non possano garantire prestazioni importanti.

Fazio fa tenerezza, anche se non combina guai. Reynolds, all’esordio assoluto, fa quel che può ma la strada dell’integrazione è lunga e crossa peggio di Bruno Peres che, diversamente dalle altre stagioni, in questa ha assunto una qualità fondamentale: ha il contratto in scadenza.

Diawara continua ad alternare buon gioco ad errori da principiante, mentre Villar è in fase un po’ calante da alcune partite, dovrebbe osare di più. Ho il dubbio che Carles Perez non abbia toccato neanche un pallone in ottanta minuti, mentre ho la certezza che Pedro viva in un inganno del suo agente, che lo ha convinto di stare godendosi la pensione in un qualche campionato arabo, fastidioso come la sabbia nel costume.

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Borja Mayoral  non so se diventerà un campione ma mette grande impegno e ha movimenti da prima punta e un po’ di incoscienza, soprattutto non ha paura di sbagliare (per fare la “mitraglia” però è un po’ presto amico mio).

Sprazzi ottimisti per Veretout e Mkhitaryan, fondamentali per il ritorno con l’Ajax, tutt’altro che chiuso.

Le altre purtroppo hanno vinto tutte e quindi i giallorossi restano lontanissimi dal quarto posto. La coppa è una strada affascinante ma le amnesie e l’immaturità dei giallorossi non danno fiducia per l’esito finale. Comunque il cammino è importante e quindi chapeau.

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Tornando al “matrimonio”, a un certo punto la sorpresa: mentre lo zio simpatico posiziona le mele sotto alla banana, arriva quel parente che nessuno si ricordava, gli sposi si rimbalzano la responsabilità di averlo invitato, quello che nonna ti guarda e dice “ma nun era morto?”…

..Bentornato Pastore.

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