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Angolo del tifoso

ANGOLO SPEZIA – Piccoli aquilotti crescono

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Ci sono partite che non ti stancheresti mai di guardare, altre nelle quali le emozioni sono talmente forti che ti verrebbe voglia di chiudere gli occhi perchè stai soffrendo troppo.

Lo Spezia è un mix di entrambe le cose. Una squadra bella che ti fa restare a bocca aperta come di fronte a un quadro di Van Gogh, anche lui di nome Vincenzo come il nostro Italiano, ma che nel finale mette alla prova la resistenza di coronarie, tavolini da salotto, vasi cinesi, cuscini da lancio e telecomandi, con e senza guscio, di noi tifosi.

L’entusiasmo che si respira, dopo aver vinto una partita fondamentale per la salvezza, è però incommensurabile.

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Per una serata ci siamo dimenticati della pandemia, della fiera di San Giuseppe negata e delle panchine tolte in città.

L’unica panchina che non puoi “scollare”, però, è quella di Italiano, che resta sempre attento e preciso nel comandare i suoi ragazzi, in crescita a vista d’occhio, tra prestazioni e convocazioni nelle varie nazionali che fioccano numerose, come le multe ai turisti che provano a fregare il parchimetro esoso di alcune nostre zone balneari.

Nella gara di ieri, partiamo lenti. I primi dieci minuti sentiamo la responsabilità di non poter sbagliare o, molto più probabilmente, non ci sentiamo a nostro agio nel giocare a ritmo basso. Ne viene fuori una partita a scacchi, dove sia lo Spezia che il Cagliari aspettano una mossa falsa dell’avversario.

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Le occasioni ci sarebbero pure, ma Piccoli e Farias non concretizzano.

Il secondo atto inizia con l’ingresso di un nuovo attore sulla fascia sinistra.

Bastoni si inventa un paio di serpentine, Ricci e Maggiore intensificano il pressing, ma Piccoli si trova la palla mortifera sul suo piede meno forte.

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Non sbaglia, invece, quando Gyasi lo serve dalla destra con una palla che il forte ragazzone bergamasco spedisce in rete grazie ad un colpo di testa in corsa che ha ricordato un goal di Vittorio Torino di una ventina di anni fa.

Scusate la similitudine, ma per noi, i goal dello Spezia sono tutti nella rubrica del nostro cuore. E nel cuore e nella mente resterà anche quello di Maggiore.

Bastoni lo pesca con un un cross alla Muhren e il buon Giulio, nel tentativo di emulare il Van Basten della finale contro la Russia, sfodera un tiro ignorante che si spegne beffardo all’incrocio.

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Un goal rocambolesco ma straordinario, bello, importante, petaloso, “aquilottesco”.

Qui molti devono aver pensato che fosse fatta, che il risultato fosse ormai in ghiacchio come una bottiglia di Ferrari nel cestello.

Invece Pereiro la riapre, sfruttando un cattivo posizionamento dei nostri. E qui scattano i dieci minuti finali giocati con le pulsazioni a centoventi, di cui quattro giocati sulla bandierina, uno al monitor del VAR e cinque di tamburello savonese.

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Troppo forte era il timore di non farcela, e il Cagliari ogni volta che poteva la spediva lunga “in the box” come dicono gli inglesi, sperando in una spizzata o un rimpallo favorevole.

Un cenno di merito e un cero acceso di ringraziamento vanno a san Zoet che compie una parata su Nandez che non si vedeva dai tempi di Mazzantini o forse dai tempi di Alberto si. Lo stinco olandese salva il risultato dal possibile due a due e ci tiene a galla.

Si arriva cosi all’ultimo minuto e, quando tutti noi siamo in piedi con i pugni chiusi in posizione fetale, pronti a sfogare il nostro urlo liberatorio, Joao Pedro la butta dentro.

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La delusione però dura poco, giusto il tempo di farci riprendere da mogli e genitori per le parolacce profuse, quando l’intervento del VAR ci riporta a più sette sul Cagliari, anzi più otto, considerando gli scontri diretti.

Finale al cardiopalma, al termine di un secondo tempo bellissimo che ci fa salire sulla ruota :panoramica, a quota ventinove.

Italiano, a fine partita, indossa la divisa da pompiere. Per lui (e non solo) la strada per la salvezza è ancora difficile e piena di ostacoli.

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Dobbiamo contare solo sulle nostre forze, ma con questi ragazzi si può fare.

Sono giovani, a volte fanno bene, qualche volta sbagliano, ma danno sempre tutto quello che hanno.

Sono i nostri piccoli aquilotti, ma sembrano già grandi.

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