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Angolo del tifoso

ANGOLO ROMA – La Roma gioca, ma vince chi segna

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Solito copione allo Stadium, con i bianconeri a festeggiare e la Roma a guardare per l’undicesima sconfitta su dodici nel nuovo impianto torinese. Juve-Roma è sempre sfida affascinante, tra due società rivali da 40 anni (almeno le tifoserie), anche se non sempre concorrenti sullo stesso livello.

I giallorossi sfoggiano una maglia celebrativa dei 150 anni di Roma Capitale d’Italia, purtroppo poche volte capitale del calcio.

Sfida comunque di vertice, con i giallorossi terzi con un punto sui rivali, in netta ripresa dopo un girone altalenante. E’ proprio la Roma a fare la partita, senza Pellegrini squalificato entra Cristante per un più corposo 3-5-2, laddove proprio il centrocampo sembra il punto debole bianconero.

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13 minuti di possesso palla, fraseggi anche pregevoli, con un paio di tentativi di servire Mayoral, preferito a Dzeko nonostante la pace in settimana. La Roma prova a giocare di prima, proprio perchè la Juve ha dimostrato di soffrire il gioco senza palla.

Al 13imo appunto, prima vera ripartenza bianconera, Sandro gira intorno a Cristante e tocca rasoterra per Ronaldo fuori area che, in un secondo, stoppa di destro e tocca di sinistro un colpo di biliardo lento ma precisissimo all’angolino opposto di Lopez.

Dopo un sospetto contrasto Villar-Rabiot su cui non è chiarissima la dinamica, arriva un bellissimo tiro al volo di Cristante che lambisce l’incrocio dei pali.

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La Roma continua a gestire il pallone, ma Kumbulla buca su Ronaldo salvo poi sporcargli il tiro che supera Lopez, ma si stampa sulla traversa.

Altri angoli giallorossi e tentativi di servire Mayoral, ma è sempre Ronaldo a bullarsi di Kumbulla e costringere Lopez a un buon intervento in respinta.

Il secondo tempo ha quasi lo stesso spartito. La Juve è maggiormente aggressiva con i difensori e il pressing, la Roma, meno lucida, tenta più volte di entrare a vedere se Sczesney è sveglio… purtroppo non avremo modo di saperlo.

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La Roma fa entrare Dzeko e senza spiegazione (almeno per me) fa uscire Villar per Diawara. Pirlo, come una strappona che incontra il suo ex con la nuova fiamma “mette il push up”, al secolo Cuadrado e Kulusevsky, mica cotica direbbe il poeta.

Dopo un buon tiro al volo, centrale, di Carles Perez, buco di Kumbulla, il colombiano serve lo svedese, lasciato solo da Diawara, mette al centro e il povero Ibanez fa autogol per anticipare Ronaldo.

Senza molta lucidità la Roma si butta avanti, Dzeko manca di un soffio un bel cross di Peres e poi ne spizza fuori un altro di Spinazzola. Lo stesso folignate ha una buona occasione ma defilato a sinistra tira una mozzarella che non impensierisce il portiere polacco.

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Una buona Roma, non particolarmente aggressiva ma di qualità, incapace però di costruire vere occasioni pur avendo il pallino del match. Alla Juve basta essere ordinata dietro e ben messa in campo, saltare il centrocampo e cercare Ronaldo a cui basta toccare 3 palloni per vincere una partita, anche con a fianco le figurine di Morata e Chiesa (che si conferma bel giocatore ma personaggio ridicolo con le sue patetiche e prolungate sceneggiate shakespeariane).

Pau Lopez è incolpevole sui gol e anzi bravo sul terzo tiro di Ronaldo. Mancini forse migliore in campo, dopo i drammi di Coppa, ha ricominciato la crescita e nel secondo tempo ha messo grinta e carattere, sradicando spesso il pallone a sua maestà CR7. Ibanez ha giocato in verità una buona partita, rischiando poco e l’autogol è veramente sfortunato, mentre pessimo continua ad essere Kumbulla: molte disattenzioni, poca concentrazione e sempre in ritardo sul portoghese, primo responsabile sull’autogol che chiude la partita.

Seppur a sprazzi, bene Spinazzola a spingere a sinistra e tutto sommato buona la prova di Karsdorp che deve contrarre l’ottima prova di Sandro e ogni tanto provare a salire. Veretout a tutto campo recupera e porta avanti il gioco, Villar ha spirito e qualità e viene messo in mezzo dai bianconeri. Alla fine i due centrocampisti surclassano per intensità e qualità i più quotati Rabiot e Arthur.

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Male Cristante, tiro all’incrorcio a parte, che non onora la fascia di capitano, non tanto per l’impegno, ma troppi errori, svagatezza e poca aggressività. Mhkytarian è circondato ma riesce comunque a fasi alterne a liberarsi deliziosamente, manca il passaggio finale o il coraggio di tentare a finalizzare, ma  predica nel deserto davanti.

Borja Mayoral mette impegno, ma è bullizzato da Bonucci e Chiellini e non la vede mai. Leggermente meglio Dzeko, ma comunque mai davvero pericoloso.

La sconfitta a Torino può starci, la Roma rimane quarta grazie anche a Napoli e Atalanta. Il fatto di non fare risultato con le dirette concorrenti preoccupa, ma si è là e i punti fatti sono buoni per la rosa a disposizione.

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Il dramma è che la Juve, senza scomporsi, senza sudare, alla fine giocando con 4 o 5 giocatori part time vince la partita, la Roma pur giocando benino non arriva quasi al tiro. Il dramma è che i bianconeri in due partite con 4 tiri hanno preso 4 punti, l’Inter ne ha preso 1 giocando si e no 25 minuti e questo chiarisce la differenza enorme tra i giallorossi e le pretendenti allo scudetto.

La sintesi sta in 3 domande: la Roma ha giocato male? NO. La Juve ha giocato bene? NI. La Juve ha meritato? SI’.

Alla fine vince chi segna, dice Fonseca. Vero. Alla fine, aggiungo, vincono i giocatori sul gioco. Brutto magari a dirsi ma la differenza la fanno i campioni.

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Il progetto continua, ci sono tante buone cose in questa Roma per un buon futuro. Insomma la strada è ancora lunghissima e non lastricata, ma la direzione è giusta.

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