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ANGOLO JUVE – Il diavolo e l’acqua santa

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È altamente probabile che chi legge si sia quantomeno annoiato dal doversi sorbire ad intervalli ormai regolari di tre giorni le solite sviolinate all’altrettanto solito Cristian Ronaldo. Per questa sera, vi sorprenderò. La Juve è ospite del Milan capolista, in una di quelle partite che in una vita parallela avrebbero accolto a San Siro il pubblico delle grandi occasioni, e speriamo possa accadere di nuovo davvero molto presto.

Perché del resto questa è una guerra dei mondi. Ci sono sette Champions che campeggiano sulle divise del Milan di Stefano Pioli che questa sera è orfano di Ibra e conta Krunic e Rebic positivi al Covid, ma che guarda tutti dall’alto della classifica, inclusa la Juve delle tre stelle che vorrebbe correre a perdifiato verso la quarta.

La Juve di Pirlo, vale la pena dirlo di nuovo, perché Andrea con i colori che a settimane alterne vengono esposti in questo stadio ha vinto tutto ciò che un calciatore possa desiderare. Incluse due di quelle sette coppe di cui noi Juventini possiamo solo ancora sognare, ma solo per il momento.

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Dopo qualche giorno di querelle legata alla positività di Cuadrado e Alex Sandro, dopo battutine non richieste e non gradite e dopo l’infortunio che tiene Morata lontano dal campo, Pirlo spariglia nuovamente le carte. Ma non davanti, dove ci sono sempre Ronaldo e Dybala a puntare la porta di Gigio Donnarumma. Non troppa tranquillità quando il pallone è in zona Juve, ma l’uomo del giorno Federico Chiesa suona la sveglia al quarto d’ora con una pallonata contro il palo che sta ancora tremando.

La sapete la storia dei carri, no? Quella di un tizio che viene accolto con il lancio di pomodori ma poi il pubblico deve ricredersi perché certe storture te le aggiusta. Ebbene, sappiate che tocca fare convergenza ed equilibratura alle ruote del carro di Federico Chiesa perché la folla è quasi incontenibile. Grazie ad un altro carro memorabile peraltro, quello di Paulo Dybala.

L’argentino piazza un assist di tacco per l’ex Fiorentina che con una splendida rasoiata stende Donnarumma che nulla può. Merito condiviso per i due, e continue opportunità per entrambe le squadre che vanno di contropiede in contropiede davanti alle rispettive porte. A ristabilire l’equilibrio è Calabria, che insacca Szczesny con assist di Leao, in un’azione viziata da un sicuro fallo di Calhanoglu sul povero Rabiot che anche stasera tende ad arrancare.

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Ma vogliamo farci carico delle proteste arbitrali? Non ne abbiamo il tempo, perché a inizio secondo tempo tocca rintanarci e sopportare per un po’, almeno fino a quando Chiesa non viene ripescato di nuovo da Dybala per siglare la sua doppietta personale. E doppio assist di Dybala, s’intende. Non abbiamo parlato di Ronaldo, ma è presto detto. Questa sera il portoghese non si è visto, e come nelle poche, pochissime occasioni precedenti in cui questo infausto evento è capitato, glielo perdoniamo. Anche perché in fin dei conti ci prova a mettere un bel cross per il nuovo entrato McKennie, ma poco male se a questa prima occasione non va poi così bene.

L’americano che abbiamo imparato ad amare in pochissimo tempo entra a braccetto con il suo compare Kulusevski che va a far rifiatare Chiesa dolorante, e la simpatica coppia transoceanica si diletta nel mettere a segno il terzo goal della squadra di Pirlo.

Assolutamente nulla da recriminare a questo Milan, che falcidiato dalle assenze mette tutto sé stesso fino all’ultimo minuto per tentare di recuperare la situazione, che onestamente non ho mai sentito conclusa fino al terzo sigillo della serata. E questa sera Bonucci ha fatto il Bonucci, così come De Ligt è stato il solito tram a protezione della linea di porta. Su Szczesny è inutile discutere: avrà i suoi difetti quando si tratta di rimettere il pallone in campo, ma quando arriva verso di lui la parata è garantita come la calza all’Epifania, anche a trent’anni.

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Tutto molto bello, ma passiamo alle note di demerito: il centrocampo. Ma non vedo sorpresa nei vostri occhi, e non mi sorprendo a mia volta. Ad un Bentancur non esattamente certo di ciò che sta facendo si aggiunge un altrettanto stranito Rabiot, che però nella maggior parte delle occasioni ci mette il fisico, e tante volte può bastare.

Aggiungeteci un Ramsey incerto, e il pasticcio è fatto. L’uruguagio deve peraltro anche ringraziare per non aver dovuto subire l’espulsione per secondo giallo, vedi quando si dice che gli errori arbitrali si compensano, forse è davvero così.

Credo di aver mantenuto la promessa, di Cristiano ho parlato ben poco. Ma è una fortuna, perché sul suo di carro c’è sovraffollamento. C’è questo ragazzo che chiede attenzioni, che corre come un dannato, ma che solo ad averlo in squadra a quanto pare è una benedizione. Alleluia.

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