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ANGOLO DEL TIFOSO ROMA – Verona-Roma 0-0: Un gradino alla volta. Grazie Dzeko

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Riparte questo strano campionato, raramente così tardivo, col mercato  e le preparazioni in corso, visto che il precedente è finito l’altro ieri. Riparte con gli stadi vuoti in attesa di decisioni in merito, visto che il “nemico” ancora non è sconfitto. Attendersi miracoli da una prima partita con questi presupposti, aggiungendoci le situazioni particolari che si vivono in casa Roma, era per ottimisti inguaribili, quindi non per romanisti.

Appunto per Dazzòn: accendendo la TV di corsa ho pensato di essere sulle repliche di “Colpo Grosso”. Aggiungere i baffetti alla crescente pinguedine di Pardo lo ha trasformato in Umberto Smaila e il comparire della Dottoressa Leotta non aiuta l’equivoco.

SPINAZZOLA NEL FIANCO

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Fonseca inserisce a sorpresa Pedro, lasciando il “convocato” Dzeko in panchina. Partono bene i giallorossi proprio con lo spagnolo che mette subito un bel pallone in area saltando l’avversario. La Roma appare pimpante e, soprattutto grazie alle due ali Spinazzola e Karsdorp, mette alle strette gli scaligeri, producendo significativa mole di gioco, seppur non concretizzando.

Veretout, lanciato in solitaria, viene atterrato appena un centimetro fuori area e successivamente Mkhitaryan tira a lato un perfetto cross di Spinazzola, mangiandosi il vantaggio. Pedro replicherà l’errore poco dopo. In mezzo però si comincia a vedere il Verona, quando Tupta raccoglie in area una corta respinta ma tocca piano su Mirante.

Batti e ribatti tra le due squadre, fino al minuto 39 quando l’armeno è lanciato solo contro Silvestri, ma il portiere salva col piede in uscita. Sul finale occasionissima per il Verona, con lo scambio Faraoni-Tameze che batte un rigore in movimento. Mirante, col fianco, devia sulla traversa e la Roma libera l’area, non prima che Di Carmine nel tentativo di ribadire intervenga su Ibanez con in testa Bruce Lee ma nei fatti come il goffo Kung Fu Panda.

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STANCHEZZA

La seconda frazione mostra quelli che sono i limiti della breve preparazione. La Roma rientra stanca e, per una buona mezz’ora, è il Verona ad avere il pallino del gioco, con l’ottimo Faraoni che salta Mirante ma, troppo defilato, crossa per nessuno. Poco dopo, “buco” di Cristante e Di Carmine, solo di testa, tira alto. Si sveglia la Roma e Pellegrini, servito da Veretout, esalta Silvestri con un bel diagonale, prima di dare spazio a Kluivert. L’olandesino, pur nella sua evanescenza, ha il merito di ravvivare il gioco giallorosso, rialzando il baricentro. In due minuti succede di tutto: improvvisa fucilata di Dimarco che sorprende Mirante e centra il palo interno, successivo contropiede giallorosso con Pedro, anticipato prima del tiro, e un minuto dopo, grande controllo di Spinazzola che centra la traversa al volo.

COSE BUONE E COSE MENO

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La partita è stata divertente a tratti. Onestamente mi aspettavo meno. Sul piano del gioco, la Roma riparte dalle cose buone di fine campionato e si registra un ottimo fraseggio tra i compagni, spesso di prima, di qualità. La sensazione è che con un qualsiasi finalizzatore, i tre punti si sarebbero portati a casa.

Ottimi i due esterni: Spinazzola ai punti il migliore in campo, ma Karsdorp ha giocato un gran primo tempo in avanti e ha coperto benissimo nel secondo (credo di aver visto anche una diagonale, roba che a Roma non si vedeva dal 1991), prima di arrendersi ai crampi. Chissà che l’olandese, praticamente già ceduto due volte, non possa diventare una grande risorsa. Qualche svarione la difesa a tre, ma attenti tutti, anche Cristante che, in attesa di Kumbulla e speriamo Smalling, ha svolto bene compiti non suoi.

Veretout solita quantità e qualità; bene tatticamente Diawara, anche se aveva i piedi invertiti. Pellegrini, vecchi discorsi: non si può dire che abbia giocato male ma, per un ragazzo con le sue potenzialità e l’aspettativa che volente o nolente gli si crea intorno, il “compitino” non basta. Mhkitaryan delizioso nei fraseggi ma impreciso nel concludere. Pedro campione vero. Lo spagnolo tascabile arrivato ieri e senza preparazione sembra giocare in questa squadra da tempo, si libera e scambia senza guardare. Da rivedere anche per lui la finalizzazione perchè quando ha provato il tiro, la qualità è mancata.

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Benissimo Mirante, la cui titolarità fa sperare che ci saranno novità su Pau Lopez. Difficile trovare acquirenti alle cifre dello spagnolo, ma anche difficile tenere venticinque milioni in panchina.

La Roma di fatto ha giocato benino. Alla fine il pari è giusto, con legni e gol mangiati da ambo le parti. Il problema è giocarsela alla pari con un Verona, volenteroso, ma ancora lontano dalla bella sorpesa dello scorso anno, a dimostrazione che il livello raggiunto dai giallorossi è questo e per i Friedkin, sarà un bel lavoro riportarla in alto.

Contento della presenza dei due americani in tribuna: anche quella dovrà essere uno stacco dalla gestione precedente, ma siamo in attesa di sviluppi.

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Ottimo l’acquisto di Kumbulla ma deve essere affiancato dal ritorno di Smalling (quasi annunciato da Fonseca), perchè troppo giovani i ragazzoti in difesa.

Il complicato mercato giallorosso, senza DS (scelta comunque scellerata) e in pratica gestito dai procuratori, sembra però andare verso una direzione. Solo il tempo ci dirà le strategie sportive della nuova proprietà, qualora ce ne fossero.

OCCHIO CHE MOZZICA

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Di buono ho notato come, mentre altre squadre ritenevano di prendere per la gola una nuova società, che veniva da problemi, la Roma abbia mostrato il pugno. La Juve ha irretito Dzeko con prospetti di vittoria che il bosniaco, legittimamente, ha accettato, tra l’altro dimostrandogli rispetto con un contratto difficile alla sua età, ma Edin, dal mio punto di vista, si è comportato da professionista, mai spingendo per andare via da una città che ama e alla fine, al contrario dell’Inter, la Vecchia Signora ha pagato quello che la Roma chiedeva.

De Laurentiis aveva l’accordo con Under e voleva far strapagare Milik, a un anno dalla scadenza, valutandolo molto più del turco. Alla fine la Roma non ha ceduto e Milik sarà della Roma a un prezzo congruo per le stagioni fatte, mentre Under va al Leicester praticamente allo stesso prezzo del polacco. Anche il Manchester, alla fine, dovrebbe concedere Smalling, al prezzo voluto dai giallorossi, dopo lungo tira e molla.

Attendiamo gli sviluppi, ma al momento credere che la Roma possa giocarsi qualcosa di diverso da un posto in Europa League, peraltro con sudore, è fantasia. Speriamo ci siano sorprese naturalmente ma, soprattutto, se transizione sarà, stavolta sia con un’idea in testa di ricostruzione per il futuro. Prendersela troppo quest’anno è un vuoto rodimento di fegato e attaccare la nuova proprietà ha poco senso finchè non se ne capiscono ambizioni e volontà. Valuteremo gradino per gradino.

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Chiudo dicendo però che vedere Cristante con la fascia di capitano, all’uscita di Pellegrini, è stato un colpo al cuore, non per il ragazzo in sè, ma la tradizione speciale che quella fascia ha alla Roma, lasciata senza punti di riferimento e leader, è un’eredità pallottiana e fa imbufalire. Spero che i Friedkin entrino in questa mentalità romanista dove, spesso, la forma e la sostanza hanno pari valore.

CIAO CAMPIONE

Ultima tirata di orecchie a Fonseca che sul groppone ha anche il fatto di non aver praticamente fatto nessun cambio tattico, ma solo per affaticamenti. Portare Dzeko in panchina è stata una farsa: se volevi “preservarlo”, doveva rimanere a casa. Così hai dato proprio una brutta immagine, tra l’altro dicendo che se fosse servito sarebbe entrato. Abbiamo visto tutti che sarebbe servito e, probabilmente, abbiamo buttato tre punti.

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Dal canto mio, penso che Milik sia un buon attaccante e che cambiare un 26enne con un 35enne sia un’operazione che ci può stare, ma la rabbia di perdere il bosniaco è tanta. Grandissimo fuoriclasse, unico acquisto di spessore conclamato preso nella gestione americana. 106 gol, 51 assist, ha tirato, spesso da solo, una carretta in discesa costante verso la mediocrità attuale ed è l’ultimo rappresentante di quello straordinario exploit di Champions (che sembra lontano detto così, eppure sono passati solo due anni).

Da domani sarai un avversario, ma mai un nemico. Ciao Edin, è stato un privilegio per me è, sono sicuro, anche per te.

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