I nostri Social

Approfondimenti

Lo Spezia in serie A – Le Aquile in volo nella storia

Pubblicato

il

Tempo di lettura: 2 minuti

Lo Spezia, superando il Frosinone nella finale play off, dopo 114 anni di storia, approda per la prima volta in serie A.
Le Aquile (così vengono chiamati i giocatori, per la maglia bianca e i pantaloncini neri che ricordano la livrea delle aquile), compiono un’impresa storica e realizzano un sogno che fa impazzire di gioia una città intera.

Evidentemente è nel destino di questa squadra e di questa città raggiungere il traguardo quando tutto sembra impossibile. Lo sembrava nel 1944, quando si vinse uno scudetto di “guerra” sotto le bombe, contro il grande Torino, e lo è stato quest’anno con l’emergenza covid e la pandemia.

Artefici di questo miracolo sportivo sono sicuramente il presidente Gabriele Volpi, patron della plurivittoriosa Pro Recco di pallanuoto, e il sapiente direttore sportivo Guido Angelozzi. Tuttavia, il grande merito della promozione va anche e soprattutto al mister Vincenzo Italiano. Reduce dalla promozione in serie B con il Trapani, è riuscito a dare allo Spezia un gioco offensivo ma allo stesso tempo efficace.

Pubblicità

La squadra aquilotta ha reagito ad una partenza lenta (terzultimo posto dopo sette giornate) rimontando posizioni su posizioni. Ha superato numerose assenze per infortunio. Ha dovuto rinunciare, nella fase cruciale, a due dei difensori titolari. Eppure non si è mai arresa. Neanche quando la pesante sconfitta, nella semifinale di andata con il Chievo, aveva spinto lo Spezia ad un passo dall’eliminazione. Nella partita di ritorno, i liguri hanno ribaltato a loro favore il risultato.

Il resto è merito dei tifosi, che non si sono mai scoraggiati e che hanno trovato il modo di stare vicino ai giocatori prima delle partite decisive, scortando con scooter e motorini il pullman della squadra lungo tutto il tragitto fino allo stadio.

In città, i tricolori posti sui balconi durante il lockdown sono stati affiancati dalle bandiere con l’aquila bianconera.

Pubblicità

Gli ostacoli sono diventati punti di forza. Più essi aumentavano lungo il cammino, e più giocatori e tifosi si univano in una sorta di legame empatico. Neanche la chiusura dello stadio ha fermato tale sentimento d’unione.

Insieme sono riusciti a tradurre, sul piano umano e sportivo, il significato di una delle frasi che è stata lanciata come slogan dai tifosi: “Niente è facile e nulla è impossibile”. Basta crederci .

Pubblicità

in evidenza