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ANGOLO DEL TIFOSO NAPOLI – 94 anni azzurro-cielo, buon compleanno Napoli

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Il tifo”, scriveva Pier Paolo Pasolini, “è una malattia giovanile che dura tutta la vita”.

Ciò perché, in fondo, si tifa per la propria squadra come si tifa per la propria vita.

Sfiorando la blasfemia, qualcuno ha scritto nel tempo che “migliaia di anni fa le religioni furono inventate perché non esisteva ancora il calcio”.

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Esagerato? Può darsi.

Ma se esiste una città al mondo dove la squadra di club significa appartenenza, dove la maglia è tatuata sulla pelle ed in cui il calcio vive nelle strade, nei vicoli, nelle piazze e finanche nelle quattro mura domestiche, questa è quella napoletana.

D’altronde fu Diego Armando Maradona ad affermare che “il Napoli non è una squadra di calcio, ma lo stato d’animo d’una città”.

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La fondazione dell’Associazione Calcio Napoli avvenne il 25 agosto 1926, ma la data è – da sempre – convenzionalmente anticipata all’01 agosto dello stesso anno.

Da 94 anni, dunque, maglie azzurro-cielo solcano campi da calcio e distribuiscono emozioni.

La mascotte è passata, per motivi soprattutto scaramantici, dall’originario cavallo inalberato all’attuale “ciuccio”, forse anacronistico per l’era digitale, ma funzionale a caratterizzare l’identità d’un popolo che si riconosce nei colori sociali e nella smisurata passione per i propri beniamini.

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94 anni sono 34.000 e passa giorni, un tempo lungo in cui il Calcio Napoli è stato, tra gli altri, di Giorgio Ascarelli (primo indimenticato Presidente), Achille Lauro, Corrado Ferlaino (Presidente più longevo e vincente), ma anche di Giorgio Corbelli e Salvatore Naldi (nel periodo di massimo declino), prima di arrivare all’attuale Aurelio De Laurentiis.

Un’epoca in cui hanno vestito la maglia azzurra, tra centinaia di altri, Antonio Vojak ed Attila Sallustro, Pesaola, Jeppson e Vinicio, Dino Zoff, Antonio Juliano, Omar Sivori e José Altafini, Giuseppe Bruscolotti e Tarcisio Burgnich, Beppe Savoldi e Ruud Krol, fino ad arrivare alla squadra magnifica capitanata dal più grande calciatore di sempre, vale a dire Diego Armando Maradona, dove Garella, Ferrara, Francini, Renica, Romano, De Napoli, Bagni, Giordano, Alemao, Carnevale e Careca, insieme a tutti gli altri furono capaci di regalare un lustro 1986/1990 di continue vittorie (pur senza far mancare qualche cocente delusione) ed agli anni successivi con Cannavaro (Fabio e Paolo), Di Canio, Zola e Fonseca prima dell’era attuale caratterizzata da Gargano, Hamsik, Cavani e Lavezzi, fino ai giorni nostri con Insigne, Mertens, Koulibaly e Callejon.

Ed insieme a loro gli allenatori, noti e meno noti, tassello immancabile di una storia che resiste bene agli anni che passano.

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Un elenco infinito di nomi e cognomi accomunati da ricordi, lacrime, sorrisi, esultanze, rabbia, delusione, sconforto e sempiterna gioia, con un massimo comune denominatore che è la passione incrollabile di milioni di tifosi nel mondo, capace di diventare il minimo comune multiplo per tutto quello che accadrà da adesso in poi.

Perché la squadra del Napoli, come la città, ruba il sonno, quando si rimane svegli ad ammirare certi spettacoli irripetibili di gare indimenticabili e panorami da togliere il fiato.

Il tifoso napoletano è colui che, come gli altri, critica ed esalta, giudica e censura, idolatra e cancella, ma anche colui che, diversamente e più degli altri, trasuda voglia di protagonismo, soddisfazioni e vittorie.

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Perché se il calcio a volte assume un ruolo simbolico ed un valore che va oltre la semplice partita sul campo verde, è soprattutto a causa di chi, in mezzo a tanti (spesso sconosciuti e superiori) interessi, cerca col pallone un riscatto, cibando – così facendo – un’anima che respira passione e la trasforma in energia.

Napule è a voce de’ criature, che saglie chianu chianu. E tu sai ca’ non si sulo…”, ha cantato per anni Pino Daniele, incidendo poesie nella roccia, oltre che nel cuore di chi, romantico e sognatore, adora la capitale del Mediterraneo per la sua squadra di calcio e… viceversa.

Il 94esimo compleanno del Napoli arriva nel giorno in cui finisce il campionato più anomalo e difficile della storia, una settimana prima di un appuntamento più che raro sino ad oggi. Milioni di tifosi nel mondo hanno atteso con ansia l’ottavo mese dell’anno 2020. Adesso è arrivato.

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Come è noto, nella vita ci sono anni che fanno domande ed anni che danno risposte.

L’agosto di questo strano primo ventennio del nuovo secolo non ha ancora chiarito a quale categoria fare riferimento.

Lo farà tra non molto, giusto in tempo per aggiungere ai 94 anni azzurro-cielo un altro capitolo da raccontare e tramandare.

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Perché nella vita passa tutto, nello scorrere dei giorni molto si dimentica e nel volger delle stagioni spesso si cambia, ma se c’è qualcosa che rimane fermo ed immobile quello è il tifo sfrenato e appassionato per la propria squadra di calcio.

Buon compleanno, dunque, SSCN Napoli 1926!

94 candeline bastano per giurare amore eterno e passione senza fine.

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Per la vita che verrà, non sarà mai solo.

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