I nostri Social

Approfondimenti

CORNER CAFE’ – La rosa di Tychy mai sbocciata all’ombra del Vesuvio

Pubblicato

il

Tempo di lettura: 2 minuti

Una rosa che, matura, avrebbe potuto estasiare chiunque avesse posato lo sguardo su di lei; un calciatore atipico, alto e di classe, che avrebbe potuto essere definito fenomeno, e a giusta ragione. Eppure la vita, spesso, riserva destini diversi, come ad Arek Milik.

Che nessuno credesse in lui, dopo la partenza dell’odiato Higuain e del suo arrivo a Napoli, era cosa nota; come cosa nota era anche l’euforia dei partenopei, quando lo score del polacco, nelle prime gare, era questo: sette partite, quattro goal. Una media goal importante, quella che l’attaccante – all’epoca ventitreenne – aveva raggiunto.

E che avrebbe mantenuto di certo, se non fosse stato per quel dannato crociato. Perché, ad un certo punto, il ginocchio ha fatto crack, spezzando anche la carriera del polacco. Che poi, considerando anche la beffa, Milik si è rotto in Nazionale, nemmeno a Napoli. Torna dopo mesi di terapie, ma in campo non è lo stesso calciatore: è lento, goffo. Ha paura di fare l’ultimo passo, quello del campione, la zampata del goal, che tante critiche ha fatto salire dagli spalti. Perché il pubblico è giudice, giuria e carnefice: se etichetta, non perdona più. Una legge non scritta, che a Napoli vale doppio.

Pubblicità

Al nuovo grave infortunio, di nuovo al crociato – l’altro, stavolta – nessuno crede più, in Milik. La rosa che sarebbe dovuta sbocciare è ancora chiusa, in attesa di un momento che non è mai arrivato. Napoli, ripeto, certo non ha aiutato, e quei pochi sprazzi di qualità sopita sono stati subissati dagli innumerevoli fischi ad ogni pallone sbagliato. Nessuno ha saputo riprenderlo, dargli fiducia o permettergli di tornare ad essere il calciatore da quattro goal in sette partite: questo calcio è un lavoro, e se cadi nessuno ti tende una mano. 

La Rosa di Tychy non sboccerà. Non qui, almeno, non a Napoli né in Serie A: c’è troppo poco sole, la irrora troppa poca acqua. Andando via, forse, accadrà qualcosa. Qui, purtroppo, l’occasione è andata perduta. E, francamente, hanno sbagliato tutti: da una parte e dall’altra.

Pubblicità

in evidenza