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CORNER CAFE’ – Sarri, il racconto della quarantena di un “computer”

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“E’ un computer”, dice l’amico Aurelio Virgili Tuttosport. Non lo vede, il coronavirus non lo permette; ma lo sente telefonicamente: ventidue anni di amicizia non possono essere battuti da un virus. A lui Maurizio racconta tutto, si confida: il periodo di quarantena è duro, ma lo è anche il suo amore per il calcio.

Virgili diventa così, quasi senza volerlo, l’Omero dell’Odissea sarrista, non fatta di viaggi tra terre ciclopiche, Scilla o Cariddi, ma di attese, studio di dati e aneddoti più o meno noti. “A Maurizio manca il quotidiano”, dice – per lui linfa vitale: “Però la situazione è questa, siamo tutti in casa per fronteggiare l’emergenza coronavirus che adesso è la priorità. Così anche lui, come tutti noi, si concentra sul lavoro che può svolgere da casa: riguarda partite, allenamenti, studia i dati dei giocatori. È un computer. Un esempio? Se adesso lo chiamassi per chiedergli quanti chilometri ha percorso Gimmi contro l’Inter, mi direbbe i metri in avanti, indietro, in verticale, in orizzontale”

Ma Gimmi non compare tra i tesserati della Juventus. E l’arcano anedotto è svelato dallo stesso aedo: “E’ Cuadrado, mi disse che aveva la faccia da Gimmi”. Anche di Higuain non disdegna raccontare di come il Pipita sia un vero e proprio figlio per Sarri, e di come voglia sempre essere al suo fianco: “Mi ha raccontato tante volte che Higuain, che per lui è come un figlio, se la squadra è divisa in gruppi vuole sempre che sia Maurizio a fargli allenamento. Come i bambini: ci tiene, gli vuole bene, lo vuole con sé. Lui e il Pipita hanno un rapporto speciale“.

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E il racconto continua, dal grande appeal di Cristiano Ronaldo – “Si gestisce da solo, è un esempio per tutti”, alla moglie di Maurizio, Marina, rimasta a Figline – per fortuna, dice Virgili: “Almeno così non deve sopportarlo”. Tra un rigo e l’altro si scopre anche che non è solo una macchina, ma legge molto e ama la buona cucina, oltre che il vino. E proprio per la cucina dovrà pagare lui in tempi migliori, quando si potrà uscir di casa e vivere di nuovo, col pallone e tutto il resto. D’altronde, ad Omero Odisseo regalò gloria eterna; qualche spicciolo per il suo aedo, Sarri, dovrà pur cacciarlo.

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