I nostri Social

SERIE A

Brescia, Lopez: “So a cosa vado incontro”

Pubblicato

il

Tempo di lettura: 4 minuti

Nuovo cambio in panchina per il Brescia. Ancora via Corini, dentro questa volta Diego Lopez. I commenti dell’ex tecnico sul mercato non sono stati visti di buon grado dalla dirigenza che ha provveduto ad esonerarlo. Al suo posto arriva Lopez che ha partecipato alla sua prima conferenza stampa pre-partita da tecnico delle rondinelle:

Ci dice come ha accettato il Brescia?
“So che è una situazione complessa, ma la squadra è ben allenata. Quando siamo fuori guardiamo sempre le partite, ho sempre seguito il calcio italiano. So che è un campionato complesso, so che c’è da combattere e a me piace”.

Come sta la squadra dal punto di vista mentale?
“La prima cosa che ho detto ai ragazzi è che non penso che i due allenatori siano stati i colpevoli di tutto ciò. Bisogna prendersi le proprie responsabilità. Nessuno ci ha messo in questa situazione, ci siamo messi da soli. Il gruppo lo sa è ha voglia, me lo hanno dimostrato. Penso sia la cosa più importante. Sapevo a cosa andavo incontro”.

Pubblicità

Quanto ha influito la presenza del presidente Cellino?
“Ci conosciamo benissimo, lui ha voglia e coraggio. È contagioso”.

Ha trovato il problema principale della squadra?
“È un insieme di cose, è difficile a volte capire quando sei dentro da pochi giorni. L’attenzione va mantenuta soprattutto in serie A, tutto quello che abbiamo fatto fino ad oggi non è bastato. Quando non basta devi dare di più. A me non interessa la vita che fanno i calciatori fuori dal campo, controllo solo i miei figli. Serve rispetto, pretendo il massimo. Questa squadra, dando il massimo, arriverà al risultato. Manca poco, ma allo stesso tempo manca moltissimo. Bisogna far gol, dobbiamo mettere i nostri giocatori nella condizione di segnare. Per lottare fino alla fine bisogna trasmettere tutto, se domani vado al campo e vedo una squadra che cammina è la cosa più brutta, soprattutto per i tifosi. L’obiettivo nostro oggi è far venire la gente allo stadio e convincerla che possiamo fare una bella partita”.

Le dà fastidio che Balotelli abbia dato consigli tattici?
“Non mi dà fastidio, si può esprimere fuori dal campo. Non è un problema. Tonali per me è un giocatore completo che può fare la mezzala, il metodista lo fa anche meglio. Io ho avuto Nainggolan che è partito mezzala, ma poi ha giocato dietro le punte. Sono giocatori che possono far bene ovunque”.

Pubblicità

Balotelli?
“Secondo me non si può fare il paragone con Pavoletti. Abbiamo un giocatore forte in tutte le sue componenti. Con lui puoi giocare in diverse maniere, bisogna cercarlo molto di più, fa la differenza in qualsiasi squadra del nostro campionato. Dobbiamo sfruttarlo, non è poco per noi”.

Pensa di cambiare qualcosa tatticamente?
“Se te lo dico è un vantaggio per l’allenatore dell’Udinese (ride, ndr). La squadra ha un’identità precisa e uno schema preciso. Secondo me si può cambiare qualcosa, ma bisogna vedere anche le caratteristiche. È normale che dopo 3-4 giorni è esagerato stravolgere tutto, cambiare sistema è troppo. Vengo qui a dare la mia idea, ma non vengo qui ad insegnare calcio. Bisogna avere coraggio perché la voglia c’è. Sono ragazzi che mi hanno dato tanto in questi giorni, io credo in loro. Bisogna fare tanto sul campo e poco fuori, non a parole”.

Ha fatto un’analisi dei gol subiti? Il trequartista per lei è un giocatore di posizione o di costruzione?
“L’attenzione in serie A va messa in campo dal 1′ fino al termine della partita. È una delle cose in cui dobbiamo migliorare. Per la trequarti dobbiamo vedere, dobbiamo pensare a noi e alla porta davanti, dobbiamo giocare a calcio. L’idea è quella”.

Pubblicità

Quali difficoltà si aspetta dalla partita di domani?
“Domani troveremo una squadra ben messa fisicamente e che lotta su tutti i palloni. Ha velocità davanti, a centrocampo ha forza fisica e qualità. I risultati non rispecchiano il loro valore, ma sarà una partita complessa per entrambi. Daremo il massimo, troveremo una squadra forte. Ma dobbiamo pensare a noi”.

Manca la mentalità?
“Bisogna difendere meglio. Non puoi andare a pressare da solo, molte volte si parla della difesa che prende gol, ma bisogna parlare della squadra che prende gol. Bisogna cercare di proteggere la nostra difesa e far meglio la fase di non possesso. Non bisogna solo difendere”.

Corini era molto amato qui. Questo la spaventa?
“Io non faccio i calcoli, mi fa piacere di quello che ha detto del mister. È un bravo allenatore e una brava persona, ma io qua vengo a lavorare per cercare di dare il mio contributo. Dobbiamo essere uniti nelle battaglie calcistiche. Insieme possiamo fare tutto, non c’è un limite”.

Pubblicità

Ha salvato il Cagliari in una situazione più complicata.
“Sono due cose diverse. Abbiamo avuto il doping di Joao Pedro e si fece male Cigarini. Ci siamo trovati a giocarci questa salvezza con squadre difficili. Lì mi sono tenuto il gruppo, ha avuto la forza di rimanere insieme. A Firenze andarono in 3.000, perché la squadra ha trasmesso la voglia di vincere di lottare. Dobbiamo fare questo”.

Torregrossa e Dessena?
“Vi dico una cosa. Di chi non c’è non parlo, preferisco parlare di chi c’è. Bisogna portare rispetto a chi c’è, anche se Torregrossa è un giocatore importante. Dessena è un ragazzo che ci tiene, ho parlato anche con Gastaldello che ho allenato a Bologna. Ho parlato con tutti e tre, mi hanno trasmesso la voglia che hanno di venirne fuori. Bisogna parlare meno e trasmettere di più”.

È destino che lei si arrivato qui.
“Mancavano tre partite alla fine, non ce la facevo a venire. Il destino vuole questo”.

Pubblicità

in evidenza