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Brescia, quale futuro? La situazione tra fallimento e retrocessione

Sono giorni tesi a Brescia dove dopo la salvezza contro la Reggiana ci si preparava a voltare pagine e si sperava nella rapida cessione della società.
La “bomba” esplosa nel pomeriggio del 18 maggio però ha cambiato le carte in tavola, con le Rondinelle che ora non rischiano solo la retrocessione in Serie C ma anche di scomparire dal calcio professionistico. Ripercorriamo assieme l’accaduto e vediamo quale può essere il destino del club lombardo.
Scoppia la bomba: Brescia deferito e retrocesso in Serie C
La notizia viene lanciata nel pomeriggio del 18 maggio da Gazzetta.it che annuncia come il Brescia stia per venire penalizzato di quattro punti.
Questo basterebbe per far salvare il Frosinone e mandare la Sampdoria a giocarsi il playout con la Salernitana, con lo scontro diretto per non retrocedere al momento rinviato dalla Lega B.
L’accusa mossa al club è quella di irregolarità rispetto agli oneri Irpef e Inps riguardanti gli stipendi di novembre, dicembre e gennaio.
Il Brescia si difende: “Siamo stati truffati”
Il comunicato da parte della società arriva alle 22 di domenica e non aggiunge nulla in più di quanto già non ci si aspettasse. Il club infatti annuncia di essere pronto a ricorrere per vie legali per dimostrare la propria innocenza.
Maggiori chiarimenti arrivano il giorno dopo da parte dello stesso Cellino che intervistato dalla Gazzetta dello Sport afferma di essere stato truffato:
“Siamo stati truffati, e ho già presentato una denuncia penale. Quella società di via Montenapoleone a Milano che ci ha venduto i crediti d’imposta è sparita, non rispondono più al telefono. Eppure hanno ceduto crediti d’imposta per più di 100 milioni a molte aziende“.
Si perché come emerso il Brescia avrebbe deciso di acquistare da una società terza crediti d’imposta da utilizzare per pagare le tasse, per un totale di 1,4 mln per la scadenza di febbraio e 500 mila euro per quella del 16 aprile, per la quale però la penalità in classifica ricadrebbe sulla prossima stagione. Cellino in merito a ciò si è difeso dicendo:
“Confermo di aver utilizzato quel sistema di pagamento, l’avrei fatto anche a giugno per l’iscrizione, perché è corretto. Se mi avessero detto che non andava bene, avrei pagato di tasca mia, come ho fatto in tanti anni di calcio.”
In soccorso delle Rondinelle arriva inoltre il Trapani, che nella serata del 18 comunica di essere stato truffato anche lui dalla stessa società che avrebbe sottratto denaro ai lombardi, con i due presidenti già in contatto da giorni. Colpevole di ciò sarebbe il Gruppo Alfieri che pare sia nato solo lo scorso ottobre e al momento risulterebbe incontattabile. Proprio per questo nella giornata di lunedì 19 Cellino ha sporto denuncia verso la società milanese.
Il tifo e la politica scendono in campo
Sempre nella serata del 19 seicento tifosi e la classe politica sono scesi in piazza fianco a fianco in una manifestazione a sostegno del club. Non sono mancati cori contro Cellino, la Lega B, la FIGC e l’amministrazione comunale, sia per gli esponenti del centrodestra presenti in piazza della Loggia che per la sindaca di centrosinistra Castelletti che martedì 20 avrebbe dovuto incontrare una delegazioni di tifosi, con l’appuntamento saltato a causa dell’indisponibilità di uno degli ultras.
Futuro in bilico tra retrocessione e fallimento
E per la serie piove sul bagnato, la retrocessione in Serie C potrebbe non essere lo scenario peggiore per il Brescia. Il rischio infatti ora è di non venire iscritti al prossimo campionato, qualunque esso sia. Cellino ha più volte manifestato l’intenzione di non mettere più un euro per le Rondinelle, con le prime scadenze che si fanno sempre più vicine: il 4 giugno vanno saldati gli stipendi mentre per il 6 giugno deve essere fatta la fidejussione propedeutica all’iscrizione alla prossima serie B. In settimana ci si aspettavano novità dalle società interessate all’acquisto del club ma gli avvenimenti di domenica hanno chiaramente rallentato i lavori.
Cellino aveva rivelato come sabato avesse raggiunto un accordo con una persona italiana e per bene, che poi l’ANSA ha spiegato essere Andrea Radrizzani. A lui il patron aveva già ceduto la maggioranza del Leeds nel 2017 e in un primo momento l’imprenditore aveva partecipato con Manfredi all’acquisizione della Sampdoria, per poi defilarsi nello stesso periodo in cui Cellino lo aveva minacciato di pignorare le sue quote dei blucerchiati a causa di alcune quote di un debito non onorato in merito allo stadio del Leeds.
Non solo Radrizzani
Al tavolo delle trattative pare però non esserci solo Radrizzani. Secondo il Giornale di Brescia ci sarebbe anche un gruppo italo-americano di investitori accreditati da Daniele Scuola, a capo della DAC (main sponsor del Brescia) e legato umanamente a Cellino, che da mesi sta lavorando per cercare un accordo. Quanto accaduto domenica ha chiaramente lasciato sbigottito il gruppo che pare si sia preso qualche giorno per riflettere sul da farsi.
Ad inizio settimana infatti erano pronti a mettere sul tavolo 4/5 mln per acquistare una quota della società per andare a coprire le scadenze di giugno, ma adesso la cifra è lievitata ulteriormente a causa del debito da saldare con l’erario (1,9 mln) ed eventuali sanzioni che porterebbero il totale a 8 mln. Nonostante i tempi stretti e il rischio di ritrovarsi con una squadra in Serie C e penalizzata gli investitori paiono però decisi a proseguire.
Intanto nella giornata del 20 i giocatori sono stati allertati dall’AIC, la quale li ha informati su come tutelarsi in caso di fallimento della società.
Pronta la battaglia in tribunale e l’ipotesi Serie B a 22 squadre
Giovedì 22 alle 10 di mattina è attesa la prima udienza in Procura, alla quale Cellino pare non sarà presente. Dalle informazioni filtrate il presidente non sembra intenzionato a patteggiare (in quel caso la penalizzazione potrebbe scendere a 2 punti, mandando le Rondinelle ai playout). Il club sarebbe pronto ad andare per ogni grado di giudizio, cosa che allungherebbe i tempi in maniera esponenziale.
Su questo puntano Salernitana e Sampdoria che lamentando una falsificazione del campionato, legata alle tempistiche della sanzione, chiedono una Serie B a 22 squadre. Tale ipotesi viene però esclusa per ora dai vertici, con la maggioranza dei club che sarebbe comunque contraria a dividere ulteriormente i già esigui ricavi. L’ipotesi comunque non verrebbe esclusa del tutto ma solo rimandata al termine dell’iter giudiziario e rispolverata se il Brescia dovesse avere ragione, con la Lega che si prenderebbe il rischio di far disputare comunque i playout.
(Fonte foto: LBDV)