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Champions League

ANGOLO NAPOLI – Nulla da fare, tutto da rifare

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Calzona Napoli
Tempo di lettura: 2 minuti

Saluta nel peggiore dei modi la massima competizione europea il Napoli di Aurelio De Laurentiis.

Si congeda subendo tre gol col Barcellona, ma – soprattutto – mancando nei fondamentali di gioco e negli interpreti più attesi.

Non è dato sapere quando si calcheranno di nuovo tappeti verdi così prestigiosi, ma quel che è certo è che i calciatori in maglia bianca per oltre un’ora nulla hanno fatto per farsi rimpiangere nel prosieguo e nell’anno che verrà.
Ritmo altissimo in avvio, con i blaugrana determinati a dare subito un indirizzo preciso al match.

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Difesa posizionata sulla linea del centrocampo ed un vivacissimo Lamine Yamal sulla fascia destra hanno, per questo, rapito l’attenzione di quanti – nella partita di ritorno degli ottavi di finale di Champions – erano curiosi di vedere a che punto fosse il cammino degli azzurri alla ricerca di una prestazione degna del tricolore stampato sul petto.

Inizio shock per la squadra di Calzona, capitolata subito due volte nei primi sedici minuti in cui i gol subiti potevano essere molti di più.

Senza equilibrio, senza presenza difensiva, fragile nei contrasti ed inesistente nella costruzione in mezzo al campo e davanti, con Osimhen costantemente in fuorigioco e mai concretamente pericoloso.

Basterebbe questo per sancire l’enorme distanza tra due squadre che nella prima mezz’ora sembravano appartenere a due categorie profondamente diverse e quasi giocare a due sport differenti.
Imperdonabili gli errori di Rrahmani e Di Lorenzo sui gol della squadra di casa, leggerezze indegne di un ottavo di Champions.

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Al primo rallentamento della squadra di casa, poi, una buona combinazione dalla destra ha consentito di dimezzare lo svantaggio, con il difensore azzurro kosovaro abile in area avversaria più di quanto era stato sino a quel momento nella propria.

Il calcio è, però, una materia difficile da studiare solo per chi non ha voglia di scoprire quel che lega la psicologia allo sport.

E’ cambiato totalmente il match, infatti, a partire dagli ultimi dieci minuti del primo tempo., col Napoli che ha giocato alla pari ed a tratti nettamente meglio degli avversari, soprattutto nei primi venti minuti della ripresa.

Sotto tono le prestazioni di Di Lorenzo e Anguissa, col secondo lento, impacciato e poco lucido nelle occasioni in cui è stato chiamato alla giocata offensiva.

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Irrilevanti – ed anzi col senno di poi assai dannosi – gli ingressi di Olivera e Lindstrom, parsi del tutto inadatti a partite di questo livello.

Finisce male l’ultima partita importante dell’anno, col terzo gol che forse poteva evitarsi, con un rigore che forse poteva fischiarsi, ma con la netta sensazione che tra Barcellona e Napoli la differenza è comunque maggiore di due gol.

Finisca in fretta quest’annata terribile, perché nulla di buono lasciano presagire le occasioni che da qui alla fine ci saranno per tirar fuori qualcosa di buono e significativo.

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L’eliminazione ad opera dei blaugrana frena la crescita europea d’una squadra capace di arrivare l’anno scorso tra le prime otto dopo aver dominato in Italia.

Poco confortante la doppia prestazione contro una squadra avversaria buona, ma con evidenti punti deboli.

Negli anni recenti si è costruita una buona reputazione europea la società di Aurelio De Laurentiis, ottenendo risultanti importanti in ogni angolo del continente.

Stasera, in Spagna, non c’è stato nulla da fare.
E adesso… è tutto da rifare.

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(Foto: Depositphotos)

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