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Cara Samp, per ora è un delirio. Si vorrebbe evitare il disastro…

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Cara vecchia Samp, più vecchia in termini di età della Costituzione Italiana, e se non si è ancora riusciti ad onorare e ad attuare lei, molto difficile che altri punti fermi possano rimanere tali dopo 77 anni di storia. E, infatti, cara Samp, per la quinta volta scivoli in serie B, 11 anni dopo l’ultima discesa. Una storia dove, fin qui, c’è stato dentro un po’ di tutto. Come in tutte le storie che si rispettino. La favola (1 scudetto, 1 Coppa delle Coppe, 4 Coppe Italia, 1 Supercoppa Italiana), la magia (il ciclo vincente della squadra di Boskov che portò i blucerchiati ad una finale di Coppa dei Campioni contro il Barcellona), il dramma del primo tracollo forte che la riportò in serie B nel ’98-’99, una luce nel buio che la spinse al 4° posto per poi ricadere nelle serie cadetta e galleggiare fino a quest’anno, la tragedia finale, in parte, annunciata. Con concrete speranze di rivalsa (soprattutto societaria: pensiamo alla cordata capitanata da Vialli di qualche mese fa, che non ebbe poi una positiva conclusione) contrapposte, nelle facce della stessa medaglia, ai domiciliari per l’ex presidente Ferrero (nei guai giudiziari per problemi legati ad altre sue attività imprenditoriali) e a possibilità economiche pari all’acqua che si può trovare in un deserto soleggiato. Non la situazione più indicata per passare indenni nel fuoco e non bruciarsi. Di certo, in questo tornado, al neopresidente, da 5 mesi, l’ex difensore della Samp e tifosissimo Marco Lanna, non possiamo imputargli assolutamente niente. Se non l’amore infinito per i colori blucherchiati.

STRADA IN SALITA. Con una situazione economico-finanziaria peggiorata e con un ultimo posto che sembra ormai difficile da evitare, la Sampdoria torna in serie B con 3 vittorie, 8 pareggi e 23 sconfitte, aspettando le prossime ultime 4 partite. Che non sanno solo di sentenza inevitabile già emessa, ma anche di primo banco di prova per la nuova stagione. Ammesso che riuscirà ad esserci. Dall’assemblea dei soci, infatti, uno spiraglio per la salvezza, sotto forma di aumento di capitale, come garanzia per evitare il fallimento, c’è. Così come s’è fatta avanti più d’una cordata, oltre a quella già citata di Vialli. Ma è l’incertezza di rimanere, in questo momento, a dettare le regole del banco. O fallimento o svendita. Partire dal delirio di entusiasmo portato da Paolo Mantovani, Boskov, Vialli, Mancini, Vierchowod e Pagliuca ed arrivare al delirio della contraddizione: disastro in campo e fuori, con un mercato fatto sì in ristrettezze economiche ma con una rosa competitiva, evoluzione di sviluppi societari allo sbando e incertezza assoluta sulle prospettive future. Cioè presenti. Probabilmente, quando nel 1946 la Sampierdarenese e l’Andrea Doria unirono le loro forze per fondersi in quest’abbraccio blucerchiato, non avevano in mente proprio una fine così incerta e pericolante. Ma qualche appiglio per tenere tutto in piedi e ripartire ancora c’è. Starà alle parti trovare una quadra. Non potranno non impiegare ogni sforzo possibile per tutti quei tifosi che c’hanno creduto e ci credono ancora, con genuina passione.

P.S. – Perché intitolare una rubrica “Autogrill”? Immaginate di trascorrere là un’intera giornata: in 24 ore quante storie vedreste e ascoltereste? Quante persone incontrereste e osservereste? Quanti gesti, parole e situazioni, che rimandano a luoghi vissuti da tanti altri volti? E’ quello che si proporrà di fare questa rubrica: approfondire, dal campo o fuori dal campo, delle storie che si conoscono e rilanciare delle storie che si conoscono poco. Raccogliere respiri di vita, attimi di condivisione, istanti dove cogliere l’essenziale nei particolari, briciole di esistenze in un luogo sì preciso ma di passaggio. Come in un autogrill, appunto, un luogo in cui tutti passano per un minuto o per un’ora, un luogo dove s’incrociano casualmente esistenze, incontri ed emozioni….

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