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La via Aurelio è la strada maestra per il calcio italiano

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garbo
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Confesso di non aver mai nutrito una particolare simpatia per Aurelio De Laurentiis, del quale non mi sono mai piaciuti certi atteggiamenti, la sua smania di protagonismo, a volte la sua arroganza. Trovo anche esagerati i prezzi fissati dal Napoli per le curve in occasione di partite di cartello.

Ma questa volta sono totalmente con lui. Senza se e senza ma.

La sua battaglia per la legalità all’interno dello stadio Maradona è sacrosanta perché è una battaglia di civiltà. Il modello inglese, che grazie alle durissime leggi emanate da Margaret Thatcher è riuscito a cacciare i violenti fuori dagli stadi, è un modello vincente. Oggi negli stadi inglesi non vola una mosca, ci possono entrare intere famiglie con bambini perché sono luoghi sicuri. Poi si può discutere sul fatto che gli hooligans, molto più pericolosi dei nostri ultrà, rimangano una minaccia fuori dagli stadi. Ma quello è un problema di ordine pubblico e per quello esiste la polizia.

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I nostri ultrà sono convinti di essere i padroni delle società, le ricattano con minacce più o meno velate. Non può essere così. Lo stadio non può essere una zona franca in mano a poche centinaia di violenti. Le tifoserie organizzate vanno sciolte, proibite, com’è avvenuto in Inghilterra. Niente striscioni, fumogeni, petardi, tamburi.

La battaglia di De Laurentiis è sacrosanta e proprio per questo il presidente del Napoli non va lasciato solo. Il Ministero dell’Interno deve affiancarlo, aiutarlo, supportarlo con leggi severe che vengano applicate senza sconti.

Perché allo stadio si deve andare per divertirsi, per fare il tifo per la propria squadra, non per insultare gli avversari e gli arbitri.

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Se De Laurentiis vincerà questa battaglia, sarà una vittoria non solo per il Napoli, ma per tutto il calcio italiano.

 

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