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Angolo del tifoso

ANGOLO ROMA – ManCin Cin anche senza champagne

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Roma-Juve non sarà mai una partita normale.

Per i giallorossi è quasi sempre amaro il confronto, se non è Rocchi è superiorità, se non è sfortuna sei tu il problema.

La Juve stava bene di testa e gambe, la Roma veniva dal crollo di Cremona, con le successive polemiche.

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Il popolo si compatta e la famiglia si riunisce. Olimpicosoldout ormai è un’unica parola sul dizionario,  ma lo spettacolo di colori, cori e l’inno di Conidi, sono degni del più importante dei derby.

Le due squadre si affrontano a specchio, la Roma rinuncia agli attaccanti per infoltire il centro. Ne viene fuori un primo tempo tattico e poco accattivante. Se la Juve eccelle nella velocità di passaggio nello stretto, i giallorossi hanno un’aggressività non usuale su ogni palla.

Qualche tentativo di folata da ambo le parti ma si segnala solo un grande intervento sul palo di Patricio, in spaccata su Rabiot. Si riparte con lo stesso spartito e servirà un assolo per cambiare la partita.

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L’assolo è del componente meno atteso e nel modo meno ipotizzabile: Mancini prende palla alla trequarti, defilato e spara un siluro all’angolino imparabile… delirio all’Olimpico.

La ripresa, pur mantenendo lo stesso script, anche se via via con interpreti diversi, si vivacizza. La Roma ha un paio di situazioni per raddoppiare, ma la Juve è pericolosissima con due legni di Cuadrado e Mancini dal lato sbagliato.

I giallorossi aggrediscono ogni pallone, vero che i Di Maria, Chiesa e Pogba lo nascondono bene, ma Ibanez e Kardorp sradicano spesso e volentieri la sfera dai piedi.

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Kean dura più o meno quanto un quattordicenne la prima volta che la più bella della scuola lo saluta: quaranta secondi. Entra, si strattona con Mancini e lo calcia, uscendo dal campo senza protestare. La faccia sconsolata di Allegri mentre lo guarda uscire fa quasi vedere il roseo futuro che lo attende a minuti.

Patricio, finalmente si può dire, determinante in almeno quattro occasioni. Difesa rocciosa: Smalling monumento (rinnovare stasera Pinto!), Ibanez un leone, finalmente concentrato.

Mancini fa un gol capolavoro, ma poi mette tigna (e pensare che stava per uscire per infortunio), vediamo se adesso su twitter girano anche i meme del suo gol oltre a quelli dei suoi falli. Io non sono un estimatore dei suoi atteggiamenti, ma se gli altri fanno le suorine diventa poco credibile.

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Note negative in una serata magica sono: Zalewsky, divorato da Kostic e con amnesie allucinanti; Gini, che dimostra come la condizione, non l’impegno, sia lontana; il Capitano, anche stasera stringe i denti, mette grinta, ma serve di più; anche Dybala, sprazzi di classe, ma troppo poco.

Matic è di una calma poetica, un pulitore di palloni sopraffino.

Una serata e una Roma testaccina, che ha vinto col carattere e anche fortuna, il che con la Juve è un Upgrade. Battere i bianconeri non sarà mai una gioia contenuta. Certo è che una sconfitta avrebbe amplificato il rammarico di Cremona, ma questa vittoria gioiosa genera una profonda “incazzatura” per quello scempio. Oggi sei quarto, ma saresti stato al secondo posto.

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Mi perdonerete l’off topic, ma  leggere in settimana gli juventini scandalizzati dalle decisioni Serra-Mourinho è stato uno spasso.

Chi, compresi eminenti comunicatori del settore, non sa differenziare “falso in bilancio” da “proteste” o chi non vuole capire cos’è una protesta e cosa un insulto, non a Mourinho, ma a un allenatore della Roma, da parte di un coattello con lo stemma dell’AIA… beh o ha bisogno dei disegnini o è in malafede.

Intanto, in attesa di sapere se alla Juve ridaranno i punti tolti, sicuro i bianconeri non vedono l’ora di togliersi quelli che gli ha messo la Roma, di “punti”… Non dico dove, non dico come se mi passate la citazione DeAndreiana.

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