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In Campo con Garbo – L’analisi della 20ª giornata

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Daniele Garbo
Tempo di lettura: 6 minuti

Prima giornata di ritorno per la nostra Serie A, con il Napoli che ricomincia la sua marcia verso il tricolore vincendo una dura sfida contro la Roma. Il Milan crolla in casa con il Sassuolo e la Juventus perde con il Monza. Questi e tanti altri temi nel nostro consueto appuntamento con il nostro Direttore editoriale Daniele Garbo.

Direttore, questo Napoli sembra davvero inarrestabile, vince con la Roma soffrendo e portando il suo vantaggio a tredici punti sulla seconda. Possiamo dire che manca poco per la realizzazione del sogno Scudetto?

“Diciamo che io lo sostengo da tempo. Il Napoli ha dato una grande prestazione di personalità, poteva accontentarsi del pareggio, perchè da qui alla fine del campionato qualche passo falso può concederselo, ma ha dimostrato ancora una volta dopo il gol della Roma di avere la volontà, la determinazione e la personalità della grande squadra che cerca sempre di vincere. E questo a conferma della bontà del lavoro di Luciano Spalletti su un gruppo straordinario di calciatori che vogliono vincere questo campionato con determinazione e con una grande unità d’intenti. Sono convinto che i giochi ormai siano chiusi e che saranno loro i campioni.”

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Vanno dati i meriti anche all’ottima campagna acquisti estiva del club, che ha vinto la partita con la forza della panchina?

La differenza tra le due squadre è stata tutta li. Mourinho ha messo in campo tre ragazzini per sostituire i titolari, il Napoli ha tirato fuori Osimhen e ha messo dentro Simeone che fa un gol fantastico, toglie Kvaratskhelia e mette in campo Raspadori, insomma tutti giocatori che non fanno rimpiangere i titolari. In passato non aveva una rosa così ampia e così valida qualitativamente, a conferma del fatto che parliamo di una squadra che a pieno titolo sta meritando lo Scudetto”

Capitolo Milan, tracollo casalingo contro il Sassuolo.  A chi va attribuita la colpa di questo disastroso girone di ritorno rossonero? Cosa si è rotto nello spogliatoio di quelli che sono i Campioni d’Italia in carica?

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“I rossoneri,  come abbiamo già detto, sono tre anni che giocano molto bene, l’anno scorso hanno fatto un miracolo, complice anche l’Inter che ha buttato via lo Scudetto. Il Milan è stato capace di andare oltre i propri limiti affrontando una serie di infortuni che nessun altra squadra ha avuto, quello che sta succedendo quest’anno è davvero inspiegabile. Ci sono varie componenti che spiegano questa situazione incomprensibile: la società che non ha messo a disposizione di Pioli calciatori pronti nel mercato estivo è una di queste. Un’altra delle spiegazioni è l’infortunio di Maignan che lo scorso anno è stato il miglior portiere del torneo: dal momento del suo infortunio doveva essere sostituito con un portiere degno di questo nome, senza uno come lui la squadra perde sicurezza. In più ci sono quei calciatori che dovrebbero trascinare la squadra, tipo Rafael Leao, ma che sembrano presi da faccende che non riguardano il campo.  E poi manca un attaccante: una squadra che vuole vincere e confermarsi ad alti livelli non può puntare su un calciatore di quasi quarantadue anni e uno di quasi trentasette che fa un gol ogni cinque partite. Il Derby potrebbe essere decisivo per il futuro di Stefano Pioli, se si perde malamente la società comincerà a farsi qualche domanda anche su di lui.”

L’eventuale acquisto di Nicolò Zaniolo poteva in qualche modo portare nuovo entusiasmo, e alzare il livello tecnico dei rossoneri?

“No, il Milan non ha soldi da spendere e l’operazione Zaniolo sarebbe potuta andare in porto solo in prestito con diritto di riscatto e la Roma non ha voluto sentire ragioni. Credo che un calciatore come Zaniolo, che alla Roma ha fatto solo disastri e che non gioca per la squadra ma solo per se stesso, sia sopravvalutato e non sia il profilo giusto per il Milan. Non capisco l’interesse dei rossoneri nei suoi riguardi, visto e considerato che quando prendi un calciatore così vai ad aumentare i tuoi problemi. Posso dirti che il Milan con i soldi che voleva investire sul centrocampista, poteva pensare a cercare qualche rinforzo in attacco.”

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Atalanta, Milan, Lazio, Roma ed Inter, cinque squadre per tre posti che valgono l’accesso alla Champions League. A oggi chi vedi favorito per la corsa all’Europa che conta?

“Il Milan, se non dà una sterzata a questo tracollo che sta subendo, potrebbe clamorosamente uscire dalla lotta. A quel punto, se dovessero rimanere in quattro, io penso che l’Inter abbia qualcosa in più delle altre per la sterminata qualità della sua rosa insieme al Napoli. Mi sembra che si sia ripresa anche sul piano del gioco e quindi credo che arriverà in Champions League. L’Atalanta ha il vantaggio di non avere le coppe europee e sta affrontando una crescita clamorosa, ha cominciato tra molte difficoltà vista la rosa rinnovata, ma sta uscendo alla grande con dei calciatori che sembrano davvero fortissimi: su tutti Lookman e Holjund, due forze della natura. Faccio i complimenti agli osservatori dall’Atalanta che farebbero comodo a tante squadre di Serie A, in questo momento soprattutto al Milan. La Roma a Napoli ha fatto un’ottima partita, ha giocato a viso aperto ed è uscita dal Maradona con nuove certezze, soprattutto se riuscirà a confermare questo tipo di atteggiamento può aspirare ad un posto in Champions League. La Lazio a tratti gioca il miglior calcio del campionato insieme al Napoli, ma paga la ristrettezza della rosa. Contro la Fiorentina Sarri ha parlato di una squadra stanca, sintomo di una rosa molto corta e che la mancanza di un vice-Immobile di livello incide in maniera pesante sul rendimento dei biancocelesti”.

In un calciomercato invernale davvero povero di emozioni, c’è qualche operazione che ti ha rimasto sorpreso?

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“Il non-calciomercato invernale è la fotografia in cui si trova il calcio italiano. I due nomi caldi di cui si è molto parlato sono rimasti ai loro posti: Skrinar partirà a giugno e Zaniolo non si sa che destino avrà alla Roma e movimenti in ingresso importanti non ne ricordo nessuno, quindi è stato il calciomercato invernale più triste della storia del calcio italiano. Nel nostro calcio mancano soldi e prospettive, siamo ridotti così per motivi che partono da molto lontano con le Lega di Serie A che combina disastri in vari ambiti: con i diritti Tv, chiedendo meno spazio per la Nazionale anzichè ridurre il numero di squadre da venti a diciotto, o quando si ostina a presentare una formula della Coppa Italia che è ridicola. Basterebbe guardare al modello inglese che costruisce attorno all’FA Cup un fascino e un entusiasmo incredibile, dando possibilità di giocarsela anche alle squadre delle serie minori, con le partite che si disputano in casa della squadra sfavorit,a che nel cento per cento dei casi fa sempre il pienone nel suo piccolo stadio. Oltretutto, in caso di parità nel primo match,  non si fanno i tempi supplementari e i rigori, ma si rigioca dove si gioca nello stadio della squadra favorita,  questa è la formula migliore secondo me.”

Zona retrocessione: Il Verona allunga la sua serie di risultati positivi e avvicina si porta a meno cinque dallo Spezia quart’ultimo. Ha ancora speranze di salvezza?

“Premesso che Cremonese e Sampdoria, secondo me, sono fuori dai giochi, il Verona in diciotto partite può recuperare il divario che lo divide dallo Spezia, ma questo significa che non solo i liguri devono perdere una serie di partite, ma che gli scaligeri debbano vincerne altrettante sperando che anche le altre davanti come Lecce, Salernitana e Sassuolo crollino. La vedo difficile ma non impossibile. 

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(Foto LBDV)

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