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Angolo del tifoso

ANGOLO MILAN – Apocalypse now

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Lazio-Milan doveva essere la partita del riscatto, della ripresa, di un nuovo inizio. È stato un ritorno, breve ma inteso, al Milan degli anni bui, un match che non fa onore alla maglia indossata, ancor prima che allo Scudetto da difendere. Sicuramente la peggiore prestazione del Milan di Pioli da quel famoso Atalanta Milan del 2019. In una parola, è stata l’Apocalisse.

Il Milan che viene a Roma a giocare, un evento che un milanista come me, romano, non può perdere. Adrenalina che cresce già dalla mattina, pensiero sempre piu ricorrente ad una partita che doveva necessariamente essere un grande match. L’Olimpico col suo profilo curvo e il traffico del Lungotevere che accompagna sempre un evento simile. Non avrei mai immaginato un epilogo simile, un’amarezza così grande, una delusione così profonda. L’ennesima.

Il primo tempo

La partenza, ancora una volta, è negativa. Al primo affondo, al 4′, il Milan va sotto: Zaccagni appoggia per Milinković-Savić che, di piatto mancino, trova il gol all’angolino. Reazione sì, prendendo il predominio nel possesso palla, ma la manovra offensiva non decolla. La Lazio dopo qualche fase di attesa torna a spingere: al 30′ la girata di Zaccagni viene smorzata da Kjær, in campo per Tomori, costretto anzitempo al forfait; al 35′ Pedro penetra e mette in mezzo, Felipe Anderson non ci arriva di un soffio. Al 38′ si materializza il raddoppio: Pedro libera in profondità Marušić che calcia  colpendo il palo a Tătărușanu battuto, il pallone rimane sottomisura rimbalzando su Zaccagni e terminando in rete. Nel recupero di primo tempo ci vuole una spaccata provvidenziale di Kjær per opporsi a Zaccagni ed evitare così un passivo più ampio.

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La ripresa

In avvio di ripresa i rossoneri provano a giocare con maggiore aggressività, al 49′ la punizione (deviata) di Bennacer scavalca la barriera e lambisce il palo. Triplo cambio, compreso l’ingresso di Saelemaekers: al 62′ pennella un cross per la spaccata al volo di Leão, alta di poco grazie anche all’opposizione di Hysaj. Dall’occasione per riaprirla al gol avversario che taglia le gambe e spegne le speranze di rimonta. Dal dischetto, Luis Alberto non sbaglia. La sofferenza prosegue, anzi aumenta, dopo un tentativo di De Ketelaere al 72′ i biancocelesti segnano il poker: al 75′ Luis Alberto smarca Felipe Anderson che da pochi passi la piazza alle spalle di Tătărușanu. Nel finale è Rebić a cercare un segnale nella sofferenza: al 79′ girata bloccata da Provedel, al 90′ punizione dalla distanza bloccata sempre dal portiere. Triplice fischio.

Apocalypse now?

Gli interrogativi che una partita (non) giocata cosi male lascia sul tavolo sono tanti. Perchè giocatori così scarichi fisicamente? Perchè senza neanche un briciolo di gioco? Perchè senza neanche provare a cambiare, visti i pochissimi punti raccolti e i tantissimi gol incassati? Perchè questa sorta di aria immobile, intorno ad una squadra che invece aveva fatto dell’aggressività, del recupero palla alto, della concretezza, le sue peculiarità? Pioli non puo pensare di cavarsela, tacendo in cima alla sua torre d’avorio. Rischiamo che durante l’Apocalisse che imperversa allo stadio, nei bar e alle tv, vengano giu lui, la torre e tutto il castello.

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