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Finale shock al Vigorito! Al pari di Tello, per il Genoa la risolve Puscas al 94′

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Benevento - LA PARTITA AI RAGGI X
Tempo di lettura: 7 minuti

BENEVENTO-GENOA 1-2

Non è certamente tenera la classifica col Benevento: 18 punti (e tanti persi per strada), a 5 metri di distanza dal Cosenza ultimo, solo 5 le vittorie, attacco che è il penultimo per gol fatti (18 realizzati), ma dietro non risulta così peggiore rispetto a chi si sta battendo per i play-off (21 subiti). Non c’è molto da stare allegri, soprattutto dopo questa sconfitta. E Cannavaro, in primis, questo lo sa molto bene. Così come tenero non è stato il Genoa oggi. Perché se i giallorossi vogliono uscire dalla zona rossa, i rossoblu vogliono confermarsi e colorarsi di sogni in quella alta. Navigare a vista senza affondare da una parte contro un nuotare verso lidi eleganti.

Ma Benevento-Genoa, Strega contro Grifone, era anche la “prima” assoluta tra due campioni del mondo in panchina, Cannavaro e Gilardino, di fronte per la prima volta. Sfida vinta dall’ex punta della Fiorentina. I giallorossi si presentavano con soli due punti conquistati nelle ultime tre partite, arrivati dopo due successi consecutivi, in una giungla d’infortuni che non è mai cessata dal suo arrivo, ma il tecnico non ha mai cercato, né troppo insistito su quest’alibi, segno di grande consapevolezza sia dei mezzi a sua disposizione, sia dell’oggettività della delicata situazione (oggi era assente anche il nazionale polacco Glik nel reparto difensivo). Con Vogliacco e Coda gli ex di giornata, attualmente tra le file del Grifone, la cura Alberto Gilardino, dal suo arrivo dopo l’esonero di Blessin, ha rigenerato il Genoa con quattro successi e un pareggio nelle cinque gare, fin qui, disputate e soltanto con un gol subito. Un ruolino di marcia davvero invidiabile e straordinario. Che s’è confermato anche oggi con determinazione ed efficacia. E con un pizzico di fortuna nel finale, dopo aver dominato la Strega nei primi 45 minuti.

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LA CRONACA. Ai nastri di partenza, un nastrino rosso avvolto al braccio dei giocatori per sensibilizzare contro la violenza sulle donne e uno striscione di protesta da parte della Curva Sud beneventana con scritto “Meritateci!” al posto dei tifosi, per lo più assenti dagli spalti per tutto il primo tempo. La rabbia dei sostenitori, causata delle ultime prestazioni e per la situazione pericolosa in classifica e manifestata dallo striscione, accompagnato nei giorni scorsi da una durissima nota in cui veniva contestato l’operato del ds beneventano Pasquale Foggia, si trasforma in delusione fin dai primi minuti. Dopo i primi 10 minuti di studio non statico, ma dal ritmo insolitamente alto, al primo tentativo concreto del Genoa arriva anche la prima disattenzione giallorossa tra la difesa e il centrocampo. Affondo di Gudmundsson che, tutto solo, ha il giusto tempo di ragionare e servire centralmente a tavola il più facile dei piatti per l’ex Coda che, tra i due difensori centrali giallorossi, non deve far altro che mangiarlo, calciando in rete. Al 18’ scatto d’orgoglio del Benevento con El Kaouakibi, che in un’azione solitaria resiste ad un paio cariche e calcia fortissimo a lato. Un minuto e il Grifone e di nuovo là davanti a cercare il raddoppio. Tema fisso di tutto il primo tempo. Svolgimento: di nuovo Coda, Gudmundsson e Aramu più volte sfiorano un secondo gol che, oltre a tagliare le gambe alla squadra di Cannavaro, sarebbe pienamente meritato. Persino un palo, che danza sulla linea di porta viene preso dalla squadra di Gilardino.

Al 19’ la conclusione insidiosa, ancora una volta, è di Massimo Coda. Al 22’ la retroguardia giallorossa sembra un flipper impazzito. Azione sulla sinistra degli ospiti con Gudmundsson che serve Baselli. Tiro istintivo molto impetuoso del terzino destro che va a servire involontariamente un assist ad Aramu che col tacco sfiora il raddoppio. Alla mezz’ora rossoblù ancora vicini al secondo centro. Errore di valutazione di Veseli sul lancio di Frendrup. Coda dalla sinistra può orientarsi e, ricambiare il favore a Gudmundsson piazzandogliela con precisione. Il centravanti islandese scegliere la via del colpo da biliardo e con il piatto centra il palo con la palla che attraversa tutta la linea, ma non entra in porta. Scatenato Gudmundsson al 34’, più lesto di tutti ad approfittare dell’ennesima indecisione difensiva, che serve Aramu. Ma il trequartista genoano non riesce a concludere. Benevento non ancora alle corde, ma molto affaticato nella fase difensiva. Al 42’ Sabelli riesce un traversone eccezionale che pesca Coda: finta sul sinistro su Veseli e rientra con tiro a giro di destro che, ancora una volta, rischia di mandare ko il Benevento.

La Curva Sud, a ranghi comunque ridotti, rientra con bandiere per sostenere la squadra nella ripresa, ma dopo 7 minuti è ancora Coda a spuntarla tra i due difensori centrali e a saltare di testa, su cross ben messo di Criscito. Pallone alto. Al 57’ pareggio davvero insperato del Benevento, quando sembrava che la gara dovesse proseguire sulla falsariga della prima frazione. A siglare il pari è il neoentrato Tello, in un’azione ben orchestrata da Improta e deviata dall’altro centravanti neoentrato, Simy. Stop di petto e gran destro del colombiano a rimettere in riga un match che stava vedendo i giallorossi soccombere e quasi spacciati. E’ decisamente un altro Benevento nel secondo tempo, sicuramente più combattivo e grintoso, che non vuole cedere neanche un centimetro di spazio al Grifone. Costretto a cambiare entrambi i protagonisti principali della gara per farli riposare e per riassestare la squadra per affidarsi alle forze fresche di Puscas, Sturaro e al genio dirompente di Strootman. Ma le energie e gli equilibri in campo sembrano cambiati. All’84’ lampo del Genoa. Dal corridoio sinistro si libera Puscas per crossare in area. Per l’ennesima volta l’uomo più avanzato del Genoa, in questo caso Frendrup, viene lasciato sprovvisto di marcatura e per poco non beffava di testa Paleari. Brividi per il Benevento. Che capitola, con lo stesso errore che s’è portato avanti per tutta la partita: i troppi spazi liberi. In pieno recupero, dopo 4 giri di orologio, è Puscas a svettare più in alto di tutti su preciso traversone di Sabelli. Pallone che scavalca Paleari e Genoa in festa per aver sbancato il Vigorito sul filo di lana. E nella giornata mondiale dell’abbraccio, quello del Genoa s’è rivelato letale. Con troppi errori e imprecisioni grossolane da rivedere per la Strega. In questo momento risalire la china sarà ancora più difficile. In quella che, sicuramente, è una stagione che sta prendendo una piega inaspettata. Così com’è stato imprevedibile questo finale shock per lo stesso Genoa, che conquista 3 punti d’oro. E’ dietro al Frosinone, in coabitazione con la Reggina, e intende rimanerci per ritornare già in questa stagione in Serie A.

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IL TABELLINO

Benevento (4-3-2-1)

Paleari; Capellini, Pastina, Viseli, El Kaouakibi; Schiattarella (68’ Viviani), Karic (1’ s.t. Tello), Improta; Ciano (1’ s.t. Simy), Acampora; Forte (78’ La Gumina)

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All. Cannavaro

Genoa (4-3-3)

Martinez; Sabelli, Dragusin, Vogliacco (78’ Matturro), Criscito, Frendup, Badelj (64’ Strootman), Ilsanker; Aramu (78’ Yalcin), Coda (69’ Puscas), Gudmundsson (64’ Sturaro)

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All. Gilardino

Arbitro: Serra di Torino

Reti: 12’ Coda (G), 57’ Tello (B), 94’ Puscas

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Ammoniti: Ilsanker (G), Forte (B), Tello (B), Sabelli (G), Improta (B), Schiattarella (B), Sturaro (G)

Recupero: 1’ primo tempo; 4’ secondo tempo

LA CRONACA IN….10 PASSAGGI

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12’ Dopo i primi 10 minuti di studio non statico, ma dal ritmo insolitamente alto, arriva la prima disattenzione tra la difesa e il centrocampo. Affondo di Gudmundsson che, tutto solo, ha il giusto tempo di ragionare e servire centralmente a tavola il più facile dei piatti per l’ex Coda che, tra i due difensori centrali giallorossi, non deve far altro che mangiarlo, calciando in rete

18’ Scatto d’orgoglio del Benevento con El Kaouakibi: in un’azione solitaria resiste ad un paio cariche e calcia fortissimo a lato

19’ Dall’altra parte il Grifone non sta a certo a guardare e riparte: la conclusione insidiosa, ancora una volta, è di Massimo Coda

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22’ La retroguardia giallorossa sembra un flipper impazzito. Azione sulla sinistra degli ospiti con Gudmundsson che serve Baselli. Tiro istintivo molto impetuoso del terzino destro che va a servire involontariamente un assist ad Aramu che col tacco sfiora il raddoppio

30’ Rossoblù ancora vicini al secondo gol. Errore di valutazione di Veseli sul lancio di Frendrup. Coda dalla sinistra può orientarsi e, ricambiare il favore a Gudmundsson piazzandogliela con precisione. Il centravanti islandese scegliere la via del colpo da biliardo e con il piatto centra il palo con la palla che attraversa tutta la linea, ma non entra in porta.

42’ Benevento non ancora alle corde, ma molto affaticato nella fase difensiva. A Sabelli riesce un traversone eccezionale che pesca Coda: finta sul sinistro su Veseli e rientra con tiro a giro di destro che, ancora una volta, rischia di mandare ko il Benevento

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52’ E’ ancora Coda a spuntarla tra i due difensori centrali e a saltare di testa, su cross ben messo di Criscito. Pallone alto.

57’ Pareggio insperato del Benevento, quando sembrava che la gara dovesse proseguire sulla falsariga della prima frazione. A siglare il pari è il neoentrato Tello, in un’azione ben orchestrata da Improta e deviata dall’altro centravanti neoentrato, Simy. Stop di petto e gran destro del colombiano a rimettere in riga un match che stava vedendo i giallorossi soccombere e quasi spacciati.

84’ E’ un altro Benevento nel secondo tempo, sicuramente più combattivo e grintoso, che non vuole cedere neanche un centimetro di spazio al Grifone. E’ un altro Benevento nel secondo tempo, sicuramente più combattivo e grintoso, che non vuole cedere neanche un centimetro di spazio al Grifone. Che, però, è sempre vivo e vegeto. Dal corridoio sinistro si libera Puscas per crossare in area. Per l’ennesima volta l’uomo più avanzato del Genoa, in questo caso Frendrup, viene lasciato sprovvisto di marcatura e per poco non beffava di testa Paleari. Brividi per il Benevento.

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94’ Squadre che, neanche nel finale, si accontentano di non farsi troppo male a vicenda. E in pieno recupero, dopo 4 giri di orologio, è Puscas a svettare più in alto di tutti su preciso traversone di Sabelli. Pallone che scavalca Paleari e Genoa in festa per aver sbancato il Vigorito sul filo di lana.

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