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Tre cose su Cremonese-Napoli

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Il record. Mai era successo nella sua storia che il Napoli collezionasse otto vittorie consecutive tra campionato e coppe. E’ un record, ed i record a volte, è vero, non servono a nulla. Altre volte però raccontano qualcosa e questo record dice che la squadra ha trovato una straordinaria continuità nell’atteggiamento prima ancora che nei risultati.

Cholito. Atteggiamenti come quello di Giovanni Simeone, una sentenza in questo avvio di stagione con 2 gol segnati in Serie A nei 125’ che gli sono stati concessi. E 2 sono quelli realizzati in Champions, per 152’ giocati. In totale un gol ogni 69’. Tutte marcature messe a segno da subentrato: tante panchine che non hanno minimamente scalfito l’entusiasmo e la voglia di fare gol dell’attaccante argentino. Un atteggiamento comune a tutti i calciatori del Napoli se si pensa che 3 dei 4 gol fatti alla Cremonese sono arrivati da giocatori subentrati (oltre Simeone anche Lozano e Olivera erano partiti dalla panchina). Una risorsa importantissima, un’arma in più resa letale dalla regola dei 5 cambi, dalla qualità e dalla profondità della rosa del Napoli (19 gol nelle 6 partite senza Osimhen infortunato) e dalla capacità di Spalletti di gestire le forze e leggere la partita.

Messaggi. Sembra che la squadra abbia fatto propria la filosofia spallettiana del “non esistono titolari” e del “si gioca in 16”. Atteggiamenti. Carattere. C’è una frase che Spalletti aveva pronunciato dopo la vittoria sul Liverpool e che sarà tornata alla mente di molti tifosi del Napoli ieri sera: “si semina il carattere per raccogliere un destino”.

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