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Higuain: “Ho giocato nei migliori club del mondo. Napoli momenti indimenticabili”

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Higuain
Tempo di lettura: 5 minuti

Dopo l’annuncio del suo ritiro dal calcio giocato, ai microfoni di GOAL, Gonzalo Higuain ha voluto ripercorrere la sua carriera, ricca di trofei e grandi squadre. Ecco cosa ha detto:

Ho giocato per i migliori club al mondo, quando mi ha preso la Juve sono diventato l’argentino più pagato di sempre“.

Quando ero un bambino ed ero fuori con un pallone, ho iniziato a giocarci per amore del gioco. Non l’ho fatto perché volevo essere famoso o qualcosa del genere.
Non l’ho fatto perché volevo essere famoso o qualcosa del genere. Ho giocato per la passione che avevo per questo sport e ho sempre sognato di voler diventare un giocatore professionista ma, in quel momento, non sapevo davvero da cosa nascesse“.

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Quando ero un bambino, speravo che crescendo e diventando un calciatore professionista, avrei provato le stesse cose, ossia che fosse molto simile alla passione e all’amore che avevo da bambino a giocare a calcio.
Poi ti accorgi che non è la stessa cosa. L’amore per lo sport non è lo stesso per tante altre cose: soldi e finanze, direttori sportivi e contratti, tutte queste cose. La tua vita cambia completamente, quindi ho dovuto conviverci.
Ho vissuto tante esperienze, alcune grandiose, altre meno, per essere in grado di arrivare a questo livello”.

Il messaggio che vorrei trasmettere a tutti quei ragazzi a cui piace giocare a calcio è che devono essere mentalmente forte, perché altrimenti non saranno in grado di arrivare in alto. Ci sono anche giocatori che non sono così abili, ma sono molto forti mentalmente e sono in grado di arrivare ad un livello elevato, ma l’unico modo per poter avere una buona carriera è avere abbastanza forza mentale per poter raggiungere la vetta“.

La squadra dove ho giocato più a lungo è stata il Real Madrid, poi ho giocato quattro anni alla Juve, tre anni al Napoli, poi sei mesi al Milan, sei mesi al Chelsea. Se devo giudicare in base al tempo che ho passato in un club, posso dire Real Madrid, Napoli, Juve per l’affetto reciproco che mi lega a queste piazze. Ho vissuto bei momenti in tutti i club in cui ho giocato e anche con la Nazionale.
Probabilmente non ho lo stesso legame che mio fratello ha verso Columbus, perché non volevo passare così tanto tempo in un club. Volevo spostarmi, provare cose diverse, sfidare me stesso giocando per club differenti e mostrare cosa potevo fare ovunque ed essere in grado di vincere ovunque. Federico ha un legame incredibile con Columbus, ma il mio approccio al calcio era diverso“.

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In molti potrebbero parlare di pressione nel giocare al loro fianco (Messi e Ronaldo, ndr), ma non sono d’accordo. Si prendono la responsabilità quando le cose non vanno bene e per me è un privilegio poter giocare con due dei più grandi giocatori di tutti i tempi e ricorderò sempre il fatto di aver giocato con loro nel loro periodo di massimo splendore a il loro picco. E ora non sono solo grandi ex compagni di squadra, ma anche grandi amici“.

Sul periodo a Napoli:

Sono momenti impossibili da dimenticare. È una delle sensazioni più belle che puoi provare da giocatore, ossia sentire uno stadio pieno di persone che urlano il tuo nome dopo un goal: mi viene la pelle d’oca a pensarci oggi. Ma può succedere anche il contrario. Non tutto è bello nel calcio. Un giorno 60.000 persone stanno urlando il tuo nome. Quindici giorni dopo, potrebbero insultarti.
Le cose cambiano velocemente nel calcio. Molto velocemente. Quindi nel tempo ho cercato di imparare che gli elogi non mi portano troppo in alto e le critiche non mi portano troppo in basso“.

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Quando sei il numero 9, in quel ruolo, sei costantemente nell’occhio del ciclone e delle critiche. Ho segnato più di 350 goal, e le persone che incontravo non mi hanno mai detto le parole che poi leggevo sui social.
In quei momenti soffro, ma forse senza di loro non avrei potuto godere appieno di tutto quello che ho conquistato. A volte fai tre goal e sbagli il quarto ed è quello che ricordano, ma sono più che orgoglioso e contento del successo che ho avuto.
Dai brutti momenti impari a maturare, a crescere e io personalmente non rimpiango niente. Io ho perso, molte finali: Copa America e Coppa del Mondo. E ho avuto la sfortuna di essere quello che ha fallito un occasione da goal importante. importante. Erano tempi duri, ma poi un anno dopo sono stato venduto per 90 milioni alla Juventus e sono diventato l’argentino più costoso di sempre. Ed proprio lì che capisci che nulla può distrarti dal tuo obiettivo“.

Sono sicuro che quando smetterò di giocare, mi siederò e penserò a tutto ciò che sono stato in grado di vincere. Sono super orgoglioso di ciò che ho ottenuto. Ho giocato per i migliori club del mondo.
Ho giocato in Nazionale per nove anni. Ho giocato in Coppa del Mondo, Champions League e ho raggiunto tutti gli obiettivi che mi ero prefissato nella mia carriera.
Vincere o perdere è una conseguenza; la cosa più importante è il percorso, ed è qualcosa che la gente non mi toglierà mai. Ho avuto una carriera meravigliosa. Penso che sia destino. Noi abbiamo avuto la fortuna di poter giocare tre finali e, purtroppo, le abbiamo perse. Quando la Nazionale ha vinto questa finale di Copa America ero molto felice. Tutto lo staff, la squadra, Messi, Di Maria, Otamendi, Aguero, sono i miei amici. Sono stato molto felice per loro. Sono molto felice che siano riusciti a ottenerlo, ma penso che sia solo destino. Porto con me la consapevolezza di essere stato in grado di giocare tre finali“.

Sulla vita dopo il ritiro:

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In questo momento non ci sto pensando, ma questo campionato e questo paese mi hanno fatto imparare e capire come posso godermi tutto ciò che prima non ero in grado di fare. Amo mia figlia e mia moglie. La mia vita ruota attorno a loro. Sono quelli che sono con me nel bene e nel male.
Per quanto riguarda le altre attività, mi piacerebbe magari esplorare la cucina o magari suonare la chitarra o imparare l’inglese, ma non ho alcuna intenzione di restare nel calcio, almeno a breve termine. È un mondo che ogni giorno diventa sempre più tossico e non mi vedo nel calcio una volta che smetto di giocare”.
Voglio essere molto lontano dallo sport. Sì, lo guarderò, ma so cosa ho vissuto. Penso che sia solo un mondo a cui non appartengo tanto quanto pensavo di appartenere inizialmente. Voglio aprire la mia mente dopo il calcio e godermi la mia famiglia e la mia vita“.

(Fonte foto: Twitter Higuain).

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