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ZONA CESARINI – Celik, l’acquisto più costoso

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La città di Bursa è la quarta per grandezza di tutta la Turchia, uno dei più importanti centri economici del paese. Deve il suo antico nome a Prusia, re della Bitinia, che ricevette l’allora piccolo insediamento, come compenso da Filippo di Macedonia negli scontri contro Pergamo. Fu anche capitale dell’Impero Ottomano per quasi quarant’anni dal 1326.

Ivi (che dopo il preambolo dotto sta meglio di Qui) nasce, 25 anni fa, Mehmet Zeki Celik, uno degli acquisti giallorossi di questa sfolgorante campagna. Non certo il più importante, anzi, ma ad oggi Celik rappresenta gli unici soldi spesi (in termini di cartellino) dalla proprietà americana. Quei “solo” sette milioni citati da Mourinho, vero David Copperfield della comunicazione sportiva, quando si tratta di nascondersi e lanciare ami, a cui puntualmente, qualche triglia abbocca sempre (ogni riferimento a colleghi affetti da tabagismo è puramente casuale).

Cresciuto nelle giovanili del Bursaspor, si fa notare nella neopromossa Instanbulspor, dove in due stagioni colleziona 64 presenze e tre reti. Tanto fa che nel 2018 si trasferisce al Lille, pochi mesi dopo il suo esordio in nazionale, di cui rimane titolare fisso.

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In tre anni coi francesi colleziona 118 presenze e nel 2021 conquista un incredibile scudetto coi rossoneri e conseguente Supercoppa Francese.

Terzino destro con attitudini difensive (dovrebbe essere scontato ma ormai non lo è più), ma dotato di grande spinta. I suoi idoli sono Maicon, Alves e soprattutto Kyle Walker, del City, anche per le sue qualità al centro della difesa. Arriva anche con la nomea di ottimo crossatore, Abraham ci dirà.

Ragazzo ambizioso, malato di videogiochi di calcio, afferma di non prendere mai le “sue” squadre, perchè avrebbe la tentazione di darsi sempre la palla e non ripassarla mai.

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Alla Roma si giocherà il posto a destra (ma sa giocare anche a sinistra) con Karsdorp che, ad oggi, è per merito il titolare, ma il ragazzo non ha paura della concorrenza e appena atterrato dichiara rispetto per il collega, ma è qui per giocarsi le sue carte.

Benvenuto Celik

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