DIVERSO PARARE – No al razzismo, sì alla vile moneta

Diverso parere Focus On Napoli
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Ci risiamo.
Puntuale come il caldo d’agosto, ecco l’ennesima uscita infelice di Aurelio De Laurentiis, l’ennesima occasione per tacere che il romano si è lasciato scappare o, a voler essere ottimisti ed indulgenti (forse perfino illusi), l’ennesima opportunità mancata per dimostrare di essere un vero manager e, al tempo stesso, un uomo di sport.

Parlando a Wall Street Italia, infatti, il padrone della S.S.C. Napoli ha affrontato anche il tema della coppa d’Africa. Questo torneo, è bene ricordarlo, nello scorso campionato aveva fatto tremare i tifosi del Napoli a causa delle contemporanee assenze di Osimhen, Koulibaly, Anguissa ed Ounas tra gennaio e febbraio, anche se poi, alla prova dei fatti, il periodo nero per gli azzurri è caduto in ben altro momento della stagione.

Forse ancora sotto l’effetto della paura dello scorso anno – la quale può al massimo spiegare, non giustificare l’assurda presa di posizione – Adl si è espresso come segue: “Basta africani: o rinunciano a giocare la Coppa d’Africa quando vengono da noi o non li possiamo più avere”.

Tempo poche ore, e le parole di De Laurentiis hanno scatenato un diluvio di reazioni negative.

Premessa doverosa: rinvenire in quelle frasi tracce di razzismo è esercizio, semplicemente, fuori luogo ed inopportuno – quando non viziato da malafede: se fosse razzista, infatti, Adl mai avrebbe messo sotto contratto i vari Koulibaly, Osimhen, Anguissa, solo per restare agli ultimi anni.

Ciò detto, però, le dichiarazioni rilasciate a WSI non sono certo da ritenersi meno inopportune: esse, anzi, trasudano quell’arroganza, quella protervia, quel pressapochismo al quale, quando parla Adl, ci si può essere negli anni abituati, non certamente rassegnati (almeno, non tutti i tifosi del Napoli…).

Adl è stato chiaro: o i calciatori africani rinunciano a disputare il proprio torneo continentale per nazioni, o io non ne metto più nessuno sotto contratto.

Tertium, dunque, non datur, sebbene il tertium sia proprio la sola cosa che sarebbe stato sensato affermare, e cioè che bisogna trovare una soluzione al problema posto dai calendari e dal clima del continente africano, che bisogna trovare il modo di rendere fra loro compatibili lo svolgimento della Coppa d’Africa e le legittime esigenze dei club che mensilmente pagano i calciatori per le proprie prestazioni.

Nulla di tutto ciò: Aurelio il romano, per acquistare calciatori africani, pretende che essi rinuncino a giocare con le proprie nazionali, perché neppure gli passa per la testa che sia doveroso provare a preservare il valore che per i calciatori africani può avere la maglia della nazionale indossata nel torneo continentale, da un lato, e la tutela degli interessi dei club, dall’altro.

Dunque, non c’è razzismo nelle parole di Adl, questo è fuori di dubbio; in esse non c’è, però, neppure traccia di buon senso, di lucidità da manager, di rispetto da uomo di sport. Solo tanta arroganza e quella sgradevole sensazione che tutto si riduca a mercimonio, tutto diventi questione di interessi (propri) da imporre, tutto sia, insomma, roba di “vile moneta”.

Un’ultima notazione. La prossima edizione della coppa d’Africa si disputerà dal 23 giugno al 23 luglio 2023: complimenti ad Adl per il tempismo ed il senso dell’opportunità.

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