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Angolo del tifoso

ANGOLO SPEZIA – La dura legge dell’ex

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Tempo di lettura: 3 minuti

L’ultima al Picco

Lo Spezia si presenta per l’ultima in casa nell’anno solare, con l’intenzione di dare un segnale ai tifosi e in primis a se’ stesso. Voglia di lottare su ogni pallone, grinta, attaccamento alla maglia. Questo avevano chiesto i tifosi aquilotti ai giocatori nel confronto tenutosi dopo la partita di coppa Italia con il Lecce. Motta riparte dal consueto modulo delle ultime partite, inserendo, a sorpresa, Kiwior a centrocampo come frangiflutti davanti alla difesa. Amian a destra e soprattutto Reca a sinistra hanno la facoltà di trottare a tutto campo lungo la fascia. Davanti Nzola e Manaj a turno si lanciano in profondità.

Possesso palla empolese

L’Empoli parte forte. E’ una squadra in fiducia quella di Andreazzoli e si vede. Zurkowski ci prova da fuori ma Provedel alza sopra la traversa. Lo Spezia cerca di sfruttare un paio di guizzi di Manaj in campo aperto. Maggiore si rende pericoloso ma il suo tiro finisce sull’esterno della rete. Empoli vicino al gol con Di Francesco: Amian salva sulla linea. Pinamonti tira da pochi passi da Provedel, ma il bravo Ivan, sempre ben piazzato respinge.

La dura legge dell’ex

Dopo un primo tempo giocato a mille all’ora dalla squadra toscana, tutti si aspettano ormai la rete empolese. Invece a passare in vantaggio è quella aquilotta. Reca sgasa sulla sinistra e mette forte al centro un pallone che carambola addosso a Marchizza , ex di turno, e che finisce nella porta di Vicario. Uno a zero. Il calcio è spietato. Primo tiro ( cross) verso la porta avversaria ed è subito goal. Entrano Parisi e Bajrami. Il primo si libera in area ma calcia alto. Il secondo calcia sulla barriera una punizione dal limite. Lo Spezia ha la possibilità di raddoppiare con Reca, ma Vicario sceglie bene il tempo dell’uscita. Alla fine Il goal del pareggio arriva ma a risolvere la situazione è un difensore. Nicolaou , anche lui ex, nel tentativo di anticipare Cutrone spedisce in rete un cross rasoterra di Zurkowski. É il piu classico degli autogoal. Due difensori ed entrambi ex, finiscono nel tabellino per due autoreti. Finisce in parità. Il Var e l’arbitro allungano il recupero per i minuti passati a visionare un fallo di mano inesistente in area spezzina, ma non accade più nulla. Non era la vittoria che si sperava , ma è già qualcosa. Un brodino caldo che fa comunque bene, in attesa di tempi migliori.

La passione del tifoso

Parliamoci chiaro. Qua nessuno pretende le vittorie ad od ogni costo, né di essere salvi a gennaio. Dopo aver raggiunto, dopo un secolo, la possibilità di calcare il palcoscenico più importante, l’unica cosa veramente importante, quella che ci caratterizza, deve essere  la voglia di non mollare mai. Agli altri lasciamo il compito di tifare facile per una squadra blasonata. A noi importa essere lì. Piccoli, presi a pallonate, non considerati. Nessuno ci regala nulla, anzi al massimo ci fischiano contro, (vero arbitri?). Ma siamo tenaci. Ci piace provare a smentire i famosi addetti ai lavori che ogni anno ci danno sempre ultimi o non ci menzionano mai. Il calcio di classe non fa per noi. Ci piace la lotta. Non ci interessa l’abito elegante, ma la maglia “sporca” di fango. Poi, che sia vittoria o sconfitta, fa niente. Almeno avremo venduto cara la pelle. E principalmente, saremo stati capaci di trasmettere questa passione. A testa alta, fieri e soprattutto con onestà. Cosa che nel calcio di oggi, anche (o soprattutto ) in serie A, non sempre è possibile vedere. Anzi.

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