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ZONA CESARINI – Auguri Pluto, due volte e per sempre
Auguri Pluto, due volte e per sempre.
La prima cosa bella
Il 5 settembre 1990 esordisce (in Serie A), in seconda vita, il nuovo Olimpico, dopo le ristrutturazioni pre-Mondiali. Esordisce la nuova Roma di Ottavio Bianchi. Esordisce, in Tribuna Tevere, il sottoscritto, quasi quindicenne, emozionato come un bimbo col suo primo abbonamento regalato da Papà. Nella mia prima partita esordisce anche la storia, ma ancora non lo sapevo…
Nato due volte
In Brasile, si sa, gli impiegati delle anagrafi non dovevano essere particolarmente attenti (pensiamo a Michael Douglas che in Italia vincerà tutto come Maicon Douglas). Insomma, quando la Signor Hilda, nella piccola anagrafe di Ilheus, detta le generalità di suo figlio, Nascimento Do Santos, l’impiegato segna Altair nato il 30 novembre 1965. Le proteste di Mamma Hilda faranno correggere il nome, ma non la data di nascita che era in realtà il 30 ottobre.
Aldair
Scartato dal Vasco de Gama, approda alle giovanili del Flamengo per poi esordire in prima squadra nel 1986. L’anno successivo conquista il titolo brasiliano e il suo nome comincia a circolare in Europa. E’ l’89 l’anno della traversata, direzione Lisbona.
Col Benfica vince la Supercoppa nazionale, arriva secondo in campionato e perde in finale di Coppa dei Campioni col Milan, ma la sua stagione straordinaria porta l’allenatore, Sven Goran Eriksson, a suggerirlo alla sua ex squadra…la Roma.
Alda sarà l’ultimo regalo del Presidente Viola, che si spegnerà il gennaio successivo.
Pluto
Sarà una grande storia d’amore quella tra Aldair e i giallorossi. Alla sua prima stagione conquista una Coppa Italia e perde in finale di Coppa Uefa con l’Inter, in una delle più belle cavalcate europee dei giallorossi, partita curiosamente proprio contro il “suo” Benfica.
I tifosi capiscono subito chi è Aldair e se ne innamorano. Lo chiamano Pluto, come il cane di Topolino, per quel suo viso allungato e quel suo incedere dinoccolato, ma elegante.
(ultimouomo.com)
Il suo primo gol giallorosso dice tutto su cosa darà in futuro per la maglia. A Novembre, col Bologna, prima si spacca la testa in uno scontro aereo, poi rientrato sanguinante con una ridicola “coppola” medicale a metà tra una busta di mozzarelle e la Vela di Calatrava, raccoglie lo scavetto di Di Mauro e la butta dentro.
Pluto non vive un decennio di grande Roma, senza altri trofei, sempre a mezza classifica, con partecipazioni europee spesso poco rilevanti. Anche lui vive quel 19 marzo 96, l’urlo strozzato, il silenzio assordante dell’Olimpico, quando Vavra rompe, al 112 minuto, la grande rimonta giallorossa contro lo Slavia Praga…tipico romanista.
Eppure è una Roma gagliarda e Aldair è il giocatore più amato.
Già sapeva…
(forzaroma.info)
Nell’estate 1998, dopo l’addio di Balbo, Alda viene nominato dallo spogliatoio Capitano. Il 31 ottobre di quell’anno cede la fascia a Francesco Totti: “Ho pensato a cosa significasse Francesco per il club e la città. Tifoso e uno dei giocatori più talentuosi. Ho pensato che sarebbe stato importante per lui essere capitano. La mia speranza era che diventasse ciò per cui era nato. Francesco è un ragazzo di poche parole, anche io ero così. Parlava pochissimo, solo quando doveva farlo nello spogliatoio. Questa è stata la cosa più importante. L’ho visto crescere e sapevo che sarebbe diventato quello che era. Ho fatto la scelta giusta“.
Nel 1999 firma un precontratto con l’Inter, ma alla fine non ce la fa a lasciare casa, nè i suoi figli “romani” nè lui stesso sarebbero riusciti a sopportarlo. E’ un’altra scelta giusta….
Data l’età non è titolarissimo nell’anno 2000, è arrivato Samuel e Zago da rendimento, ma alla fine con 15 presenze è protagonista della corsa scudetto e di quella grande gioia che la sua carriera meritava. Naturalmente lui, il brasiliano “triste” festeggiava lo scudetto col suo sorriso buono appena accennato, tipico del ragazzo schivo e non esuberante che era sempre stato e che si era fatto amare.
L’anno successivo i giallorossi, prima vincono la Supercoppa, poi sfiorano (buttano?) il secondo titolo consecutivo. Quell’estate Sensi e Aldair pare non trovino proprio un accordo sul rinnovo. Aldair è senza contratto, ambito da tanti, nonostante gli anni. Passa l’estate a Roma, al mare, mentre Caliendo e Baldini cercano una soluzione “non è certo una questione di soldi”. Sembra finita…
Sorpresa
La Roma viene presentata nella consueta amichevole d’Agosto. Tutta la rosa, i nuovi acquisti e , come da tradizione, l’ultima passerella è per il Capitano, Totti. Ma appena il boato per Francesco termina, riparte Carlo Zampa, storico speaker allo stadio, sommesso, stranamente, più o meno con queste parole “è il momento di una giovane promessa, del futuro della Roma, di un ragazzino”, lo stadio capisce, si alza un OOOOOOhhhhhhh di attesa e scoppia il cuore quando Pluto corre al centro battendo il pugno sul cuore sotto la maglia…più bella sorpresa Sensi non poteva farla, neanche comprando Messi.
Al suo addio definitivo, l’estate successiva, la Roma ritirerà la sua maglia, la 6, consegnandola 10 anni dopo a Strootman, ma solo dopo averne chiesto il permesso al legittimo proprietario che, ovviamente, lo concesse. Andrà al Genoa, in Serie B, nonostante alcune offerte in A, per non dover affrontare i giallorossi. A 41 anni chiuderà la carriera al Murata, vincendo il campionato Sanmarinese.
13
La stagione 2002/2003 è l’ultimo anno di Alda. La Roma arriva ottava ma si qualifica in UEFA perdendo in finale di Coppa Italia col Milan. 17 le presenze del brasiliano.
In tutti questi episodi, io c’ero, coppe, campionato, amichevoli… Il 5 settembre del 1990 fu la mia prima partita da abbonato, tredici anni dopo, il 24 maggio 2003 fu l’ultima. Quando, nei minuti finali di Roma-Atalanta, Capello concede la standing ovation, il campione esce in lacrime. Io mi alzo, saluto ed esco con lui.
Mi è sempre piaciuto immaginare questa romantica connessione con Alda, connessione di tutto il popolo giallorosso.
Aneddoti personali
Ricordo una festa di laurea a Napoli, Marechiaro. A tavola con un ragazzo napoletano, romanista, abbonato da sempre, mentre si chiacchiera di Roma, di Totti e altro, me ne esco di come Aldair sia il giocatore a cui sono più legato…lui mi afferra la mano, si sporge e mi guarda in silenzio per quasi un minuto con lo sguardo di Genny Savastano. Mentre cerco di capire come lo avrei offeso e a quale santo votarmi lui, con voce roca e profonda dice “Dopo Aldair, ce sta sol a magl’ “.
Ho incontrato Aldair una sola volta, anni dopo a Trastevere. Era lì, appoggiato al muro fuori da un ristorante. Impietrito, di fronte al mio monumento avrei voluto dire qualcosa, domandargli qualcosa e invece me ne andai.
D’altra parte cosa avrei potuto chiedergli? A me, tifoso, Aldair, il più grande giocatore della storia della Roma (sì, l’ho detto) aveva dato già tutte le risposte.
Mi manchi…
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