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Angolo del tifoso

ANGOLO ROMA – C’era un tempo…

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C’era un tempo in cui questa era la più classica delle battaglie (sportive), almeno negli ultimi 40 anni. Quasi un secondo derby per sensazioni, amarezze e rivalità. Partita fondamentale oggi per i bianconeri per riprendere la strada della vetta, per i giallorossi per mostrare maturità.

Le due personalità giganti in panchina promettono scintille, seppur le squadre in campo, anche per defezioni, sono lontane dalla grandezza dei loro allenatori.

Si parte bene, con la Roma a spingere e la Juve ad agire di rimessa. Ottimo pressing giallorosso, ma i bianconeri non si scompongono e fanno cambi di gioco insidiosi.

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Il bianconero porta male a Zaniolo, vera spina nel fianco degli avversari, ma al 20′ si infortuna ed esce. Preghiamo.

C’era un tempo in cui Del Piero infilava punizioni sotto il set o Higuain faceva serpentine e bucava la nostra porta: tanto male devono aver fatto i romanisti in vite precedenti che siamo nell’epoca in cui ci meritiamo, nell’ordine, cross perfetto di De Sciglio, Betancourt che prova di testa a rimetterla al centro, così male che colpisce Kean e insacca il vantaggio.

Nulla di grave. La partita prosegue secondo lo stesso spartito, Roma in pressione e Juve in controllo e ripartenza.

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C’era un tempo in cui mi sarei tagliato un braccio per avere un rigore a Torino: tanto male devono aver fatto i romanisti in vite precedenti che siamo nell’epoca in cui ci meritiamo di incacchiarci anche quando ce lo danno.

Minuto 41 giunge l’inaspettato, l’Incazzatura 2.0. Abraham fa una grande serpentina in area, anticipato da Danilo, il pallone arriva a Mhkytarian che scavetta Szcesney, ma viene atterrato, palla sulla linea ad Abraham che segna…anzi no.

Chi si aspettava teatro tra Mou e Max, non tiene conto che in campo il re della festa, protagonista assoluto della scena è sempre lui: Orsato, il Miglior Arbitro Italiano (che per comodità chiameremo da qui con l’acronimo di M.A.I.).

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Appena Miki cade M.A.I. si gira verso il dischetto e non vede che meno di un secondo dopo la Roma segna. Avendo ormai fischiato si può solo battere il rigore. Talmente assurda la decisione che onestamente mi sarei offeso se il portiere polacco non l’avesse parato o Veretout sbagliato, fate vobis.

La spiegazione di M.A.I. nel tunnel è da operetta: “non si dà mai il vantaggio su rigore. Non ve la prendete con me se avete sbagliato“. Mai ammettere l’errore, complimenti (tra l’altro affermazione non vera). Sempre simpatico e garbato come la sabbia nel costume.

Se Orsato è M.A.I. diciamo che la Roma è sempre stata sfortunata e l’ha trovato spesso al suo peggio. Nessuna dietrologia, sia chiaro, solo l’evidenza di una incompetente decisione affrettata che ci penalizza.

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La ripresa rispecchia il match, con la Juve forse più aggressiva all’inizio. Un sorprendente Bernardeschi prima impegna Patricio con una rovesciata (questo davvero non ce lo meritavamo), sulla cui ribattuta Kean tira alto, poi sfodera un siluro a fil di palo.

Molti tentativi romanisti di incursione, ma Bonucci e Chiellini sostituiscono Szcesney degnamente.

Rui Patricio incolpevole sul gol e poco impegnato successivamente. Mancini annulla Chiesa, Ibanez sbaglia poco ma purtroppo salta male in occasione del gol. Karsdorp e Vina soprattutto il primo tempo lasciano troppo spesso incustodite le loro aree, l’uruguagio meglio nella seconda parte, quando acquista senso dell’anticipo e spinge di più, facendo anche una bella azione deviata di poco.

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Veretout tanta quantità, ma pesa il rigore sbagliato, il primo. Cristante meno presente del solito, ma regge botta.

Zaniolo stava spaccando in due il match, prima dell’infortunio e la sostituzione col fantasma di El Shaarawy. Miki quantitativamente impagabile, ma qualitativamente insufficiente, anche se fa l’assist per il gol (o meglio si procura il rigore secondo M.A.I.)

A Pellegrini Allegri ha riservato una gabbia personale e il centrocampista ha avuto veramente poco spazio. Buona lena di Shomurodov appena entrato. Abraham preso di petto dai due “bulletti” bianconeri, troppa esperienza tutta insieme, pochi palloni giocabili, ma l’azione del pareggio…pardon del rigore, è stupenda.

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C’era un tempo in cui la Roma le prendeva di santa ragione, un tempo in cui si usciva con tre gol irregolari su tre, raramente c’è stato un tempo in cui da Torino si tornava festosi, ma in questo tempo, nonostante i miei timori, ho visto una Roma battagliera giocare la partita alla pari con una squadra più titolata.

Mi è piaciuto l’atteggiamento giallorosso, contro una Juve organizzata, rendendo la partita piacevole pur con due o tre occasioni al massimo per parte. Può comunque essere un inizio di costruzione di mentalità, la prova del 9 già domenica prossima col Napoli capolista.

Comunque al di là di polemiche, al di là delle prestazione, nel calcio la prima regola è che si deve segnare, chi segna ha sempre ragione e la Juve lo ha fatto, mentre la Roma…

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