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Lazio, Luis Alberto e le sue scelte: comunque vada sarà stato un errore

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Nella Lazio che ha iniziato la sua nuova era, con Maurizio Sarri al comando della nave biancoceleste, un caso sta camminando parallelamente all’avvio della stagione laziale con un nome e un cognome preciso: Luis Alberto.

Nel calcio sovente accade che nella testa dei giocatori si creino dei veri e propri blackout, cortocircuiti mentali che non gli consentono di vedere quello che sta succedendo intorno a loro, di capire qual è lo sviluppo della situazione in cui si stanno mettendo.

Luis Alberto Romero Alconchel è un andaluso che sembra uscito da un’ opera di Federico García Lorca, un gitano sofferente e ribelle che non riesce mai a godersi fino in fondo la felicità del momento. È ribelle quando viene sostituito a tre minuti dalla fine con la sua squadra in vantaggio, è sofferente quando vede qualcuno più in alto di lui.

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Voleva andare a fare il pittore Luis quando alcuni anni fa il calcio non gli stava dando la felicità che cercava. Poi Inzaghi, Tare e Peruzzi sono entrati nella sua testa complicata e lo hanno aiutato ad inziare la risalita. Lui, liberato da quell’alone di tristezza ha iniziato a dispensare magia: gol, assist e giocate clamorose.

I laziali per giocatori cosi impazziscono da sempre, per un tunnel in uscita difensiva esultano come per un gol. È acclamato, sostenuto e osannato ma ogni tanto i fili tornano a fare cortocircuito.

I soldi, l’aereo e la Playstation

Accade cosi che un pomeriggio mentre gioca alla playstation si lasci andare a commenti da bar di paese. L’aereo appena preso in “comodato d’uso” da Lotito  come pretesto per parlare di soldi, di situazioni interne che non devono riguardare il mondo fuori che aspetta solo l’assist per ricamare e impastare un po’ di polemica.

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I giorni che seguono sono roventi, articoli di giornali e post sociali riempiono le giornate della Lazio. Arriva la multa poi le scuse con papà Inzaghi che fa da pontiere e insieme a Peruzzi ricompone il puzzle.

Il rinnovo di contratto fino al 2025 arriva a testimoniare l’avvenuta pace con adeguamento di stipendio e ricchi bonus.

Sliding doors

Arriva l’estate, cambia il mondo laziale, Simone Inzaghi saluta Roma (in malo modo) e si accasa all’Inter campione d’Italia e fresca orfana di Antonio Conte. La Lazio barcolla ma non molla e piazza a sorpresa il colpo che non ti aspetti: arriva Sarri.

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Quello che scatta nella testa di un calciatore in questi casi è difficile da capire facendo altro nella vita. Sappiamo però quello che scatta nella testa di una persona normale in una situazione analoga: nell’ordine all’iniziale dispiacere segue lo smarrimento poi la sorpresa e infine la curiosità per il nuovo che arriva. A Luis questo non è accaduto, si è fermato al secondo step, allo smarrimento. E cosi nel suo dorato retiro spagnolo sono riaffiorati i mostri dell’animo. El Diez vuole andare via ,vuole più soldi, vuole essere come Immobile e Milinkovic, chissa che altro vuole.

I buoni consigli

In questo frangente c’è una figura che servirebbe come il pane a fianco di persona con un carattere volubile e fragile. Servirebbe un amico, un fratello, un mentore, un manager, magari una famiglia che lo consigli, che gli faccia vedere le cose per quelle che sono, che non gli dica che va tutto bene madama la marchesa. Invece il suo agente Miguel Alfaro fa sapere che la sua assenza è legata anche ad un problema alla caviglia da curare a Valencia, la moglie festeggia il compleanno via social e mette in difficoltà il marito che adesso si trova in un cul de sac. Comunque vada sarà un problema se è vero come è vero che i soldi che chiede la Lazio sono troppi per tutti soprattutto se il mago in questione non gioca neanche in nazionale e che quindi sarà difficile cambiare aria. Il contratto fino al 2025 è un coltello (d’oro s’intende) che Lotito ha dalla parte del manico con il presidente laziale che in questi casi è il peggiore avversario che Luis potesse scegliere.

Sarri è stato subito molto chiaro: “Lo ascolteremo, dovrà dare spiegazioni allo spogliatoio“.

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E poi ci sono i tifosi che hanno perdonato molto, che lo hanno apprezzato quando ha giocato anche infortunato ma che adesso sono stufi. Il confronto con Milinkovic-Savic, felice e sorridente in partenza da Fiumicino per il ritiro è impietoso e per tornare in auge servirà una vera magia. Ma senza pallone nei piedi per Luis Alberto potrebbe essere difficile.

(Foto sslazio.it)

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