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ZONA CESARINI – Motti e Pacchetto

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Rodari

Oggi ricorre la morte di Gianni Rodari, nato il 23/10/1920 ad Omegna, sul lago d’Orta in Piemonte, ma strasferitosi presto in Lombardia. Fu scrittore, pedagogista, giornalista e poeta italiano, specializzato in letteratura per l’infanzia e nelle “filastrocche”.

Unico italiano a vincere il premio Andersen nel ’70. Collaborò con molte testate giornalistiche, tra cui l’Unità, dove gli furono affidate le rubriche per l’infanzia: “Un giorno il direttore del giornale decide di dedicare una pagina domenicale ai bambini. Ero il solo ad aver fatto, anni addietro, il maestro di scuola e questo era l’unico titolo che suggeriva la scelta. Avevo anche una certa predisposizione per i pezzi brillanti di fantasia o di umorismo. Cominciai così a pubblicare settimanalmente filastrocche e raccontini per i quali ritrovavo il mio gusto giovanile dei surrealisti francesi letti da studente in biblioteca”.

Compagno in “Giro”

Fu giornalista anche di sport, dedicando al Giro d’Italia una particolare attenzione, come dimostrano alcune filastrocche: Filastrocca del Giro, Il gregario, Ciao vecchio, dedicata a Bartali. Seguirà, per la rivista del PCI (di cui era tesserato), le Olimpiadi del 1960 da una prospettiva “particolare”, commentando gli eventi visti in TV dalla poltrona di casa. Ed è proprio con la rivista per i più piccoli ideata, che Rodari offre una chiave sociale dello sport.

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La Partita

Unico reale racconto per i piccoli dedicato al calcio, contenuto nella raccolta “Il Gioco dei quattro Cantoni“. I protagonisti sono, appunto, Motti e Pacchetto, un pò Stanlio e Ollio, un pò Franco e Ciccio. Coppia di ladruncoli, Motti (la mente) decide di falsificare i biglietti di tutte le trasferte dell’Inter, sono troppo conosciuti a Milano.

L’onere della vendita è del tonto Pacchetto. Le cose vanno alla grande, infatti a Firenze, Roma e Bologna i due incassano molto e Pacchetto riesce a vedersi ogni volta la sua Inter dal vivo. Ma il commissario di turno riesce ad acciuffare Pacchetto al San Paolo, in occasione di Napoli-Inter, grazie al gol dei nerazzurri, quando l’ingenuo furfante non riesce a resistere alla tentazione di suonare i piatti per esultare.

Non sapremo mai come finisce la partita, lasciata con l’Inter in vantaggio, mentre i due faranno la loro meritata galera.

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Insomma “ricorrenze e coincidenze” come la data di morte di Rodari e l’arrivo di Napoli-Inter di domenica 18 aprile, assonanze come quelle nella testa di un bambino, fantasia e realtà.

D’altro canto, ripeteva Rodari agli altri insegnanti: “C’è sempre il bambino che domanda, per l’appunto: Come si fa a inventare le storie? E merita una risposta onesta”.

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