Lazio
Caos Tamponi: Lazio, da Lotito a Di Rosa
Il 26 marzo, quindi tra sette giorni, ci sarà l’udienza per discutere del caos tamponi che ha coinvolto la Lazio nello scorso novembre. La prima udienza, infatti, è stata posticipata, come richiesto dall’avvocato Gentile al Tribunale Federale, ma non – come sembra – per l’assenza del presidente Claudio Lotito o del dottor Rodia.
Intanto oggi ci sono nuovi sviluppi. Il direttore del Servizio Igiene e Sanità pubblica della Asl Roma 1, Enrico Di Rosa, ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport. Ecco il passaggio più importante: “Io non ho mai dato alcuna autorizzazione. Io quest’autorizzazione non l’ho data né avrei potuto darla, visto che appartengo alla Asl Roma 1 e la Lazio a quella Roma 4.″
Il direttore Enrico Di Rosa è un teste chiave. Lui, infatti, avrebbe dovuto testimoniare a favore della società biancoceleste. Stupisce, tuttavia, questo suo inaspettato dietrofront. Secondo il sito cittàceleste.it, sarebbe dovuto alle pressioni ricevute “proprio dall’autorità sanitaria perché avrebbe fatto di testa sua, senza nessuna autorizzazione della stessa, dando anche la propria disponibilità alla Lazio per la sua testimonianza in sede sportiva, tra l’altro già resa scritta al pm Chiné nella memoria difensiva.”
Se dovesse essere confermata la posizione, la Lazio perderebbe la testimonianza principale a proprio favore e, quindi, bisognerà studiare la linea difensiva.
Seguiranno aggiornamenti.
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