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Turci a LBDV: “Napoli? Mai da scudetto. Lotta Champions serrata, due big fuori. E su Lazio-Torino…”

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Tempo di lettura: 8 minuti

Il campionato di Serie A 2020/21 è anomalo per tanti motivi, per aiutare a decifrarlo abbiamo chiesto un parere a Tommaso Turci, giornalista di DAZN. Mentre al vertice troviamo l’Inter che cerca la fuga per conquistare un trofeo che manca da ben 11 anni, assistiamo ad una corsa per l’Europa davvero serrata, in cui sette squadre lottano per tre posti.

Buon pomeriggio Tommaso. Come si vive il calcio da bordocampo? Che differenze ci sono ora con gli stadi vuoti?

È come se fossi in campo perché sei molto trascinato da emozioni che stanno vivendo i protagonisti. Ti immedesimi, perché sei di fianco alla panchina, quello che sta succedendo lo percepisci e lo senti come se lo stessi vivendo in prima persona. È vero che prima, quando c’era il pubblico, vivevi di emozioni ancora più forti: quando c’era un gol, quando qualcuno di fianco a te si alzava per esultare, eri preso e coinvolto emotivamente. Ora, che ci sono solo ci protagonisti, hai una responsabilità in più, perché non ti puoi perdere nulla di quello che succede in campo: le indicazione dell’allenatore, i consigli dell’attaccante al centrocampista. Noi non ci abituiamo mai. Dal punto di visto tecnico-tattico, è un pò più semplice. Vivi il calcio anche dall’altra fascia, capisci cosa non stia funzionando e cosa va. Perdi tanto, invece, nelle emozioni. Sono due sport completamente diversi. È come seguire un allenamento ad altissima intensità a confronto di vivere un gol in curva al 95esimo. Le principali differenze tra prima e adesso: prima sentivi poche cose, ora tante e sei più responsabilizzato.

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Domenica sarai a Roma per la gara contro il Genoa. I giallorossi vengono da una pesante sconfitta contro il Milan e da una brillante vittoria contro la Fiorentina. Come giudichi il cammino della squadra di Fonseca?

La Roma mi piace molto. È una squadra che diverte, ha un’organizzazione di gioco di ottimo livello ed è cresciuta rispetto all’anno scorso. Contro le piccole fa prestazioni maiuscole ed ha ottenuto grandi risultati. Manca, secondo me, uno step a livello mentale per fare la grande partita contro le big. A volte non è giusto l’approccio o vengono a mancare dettagli: questo compromette la vittoria contro una diretta concorrente. Tuttavia, chi è sceso in campo mi ha sempre dato l’idea di sapere cosa fare e questo è un grande merito che ha Fonseca. Cè grande concorrenza per arrivare tra le prime quattro, non bisogna perdere big match e non sbagliare con le piccole. Se avesse avuto Edin Dzeko senza problemi extra-campo e al top della forma, parleremmo di una squadra che potrebbe avere 4-5 punti in più.

Con il “caso Dzeko”, c’è stata l’esplosione di Borja Mayoral…

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Dzeko è un attaccante esperto, che conosce il nostro campionato. Allo spagnolo manca qualche gol pesante, è un po che non segna e deve crescere nella gestione del pallone. Ha fatto buoni passi in avanti dall’inizio della stagione. Se mi dicessero: “l’anno prossimo Borja Mayoral è l’attaccante titolare della Roma”, direi che non va bene se vuoi raggiungere le prime quattro posizioni. Ci vogliono anche i gol di Dzeko in questo finale.

Sabato Juventus-Lazio su DAZN. Come giudichi la vicenda Lazio-Torino?

La vicenda è molto delicata e bisogna andarci con i piedi di piombo. È un virus che non si deve sottovalutare. Non parliamo di una malattia che non ti fa stare bene per un paio di giorni, ma situazioni delicate che possono anche compromettere la stagione o la carriera di un atleta. Io sono dell’idea che la salute abbia la priorità, bisogna evitare che si creino focolai. Se c’è una squadra con tante positività, ci si deve mettere d’accordo con le autorità per non giocare. Bisogna seguire il buonsenso: un esempio è la Sampdoria. Alla vigilia del derby, la gara più importante della stagione, aveva tre casi “a rischio” ed ha deciso di non convocarli. Ecco, questo deve essere l’atteggiamento da seguire. Bisogna essere meno egoisti e pensare meno ai propri interessi. Pensiamo prima alla salute, poi pensiamo alla partita. con situazione delicate bisogna fare un passo incontro l’uno all’altro.

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Che ne pensi dei primi mesi di Pirlo? La Juventus ha ancora ambizioni scudetto oppure dovrebbe cercare di blindare la qualificazione alla Champions League?

La Juventus ha qualcosa in meno rispetto allo scorso anno, soprattutto in mezzo al campo manca qualità. La squadra è un pelo più debole di quella di Sarri. Ti sono venuti a mancare protagonisti, come per esempio Dybala, fondamentale lo scorso anno. Anche a livello di organizzazione davanti hai qualcosa in meno. Ad eccezione della difesa, con l’esplosione di Demiral e de Ligt, la squadra ha diversi problemi. La Juventus, però, non è mai finita. Una squadra che vince il campionato per nove anni consecutivi non puoi darla per spacciata, non puoi pensare che lotti solo per la Champions League. Anche perché c’è Cristiano Ronaldo là davanti, con Messi il più impressionante… parliamo di un club che deve provarci e non può accontentarsi del quarto posto. La squadra, comunque, sta rendendo meno di quelle che sono le possibilità. Pirlo sta lavorando su idee di calcio che non vengono proposte in tutti i novanta minuti. Negli ultimi incontri, per larghi tratti la Juventus è stata noiosa e ha fatto fatica a creare occasioni pericolose. Poi arrivano i singoli che la risolvono e riesci a portare a casa punti. Ci sono margini di crescita, ma manca un’identità precisa anche in ottica Champions League con un ritorno da ribaltare.

Contro il Porto dovrebbe rientrare Arthur. Il brasiliano risolverà i problemi? Non ha avuto un minutaggio così elevato dall’inizio della stagione…

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Soprattutto non ha avuto quel rendimento che ci si attendeva. Ci aspettavamo tanto da lui, anche a livello di prestazioni. Tanti pensavano fosse un altro tipo di giocatore e di metronomo. Anche lui deve crescere e farlo velocemente. Pjanic è il giocatore che sta mancando quest’anno, per tempi di gioco, per la fase di rottura, per il filtro. La Juventus non dà mai l’idea di imporsi e dominare la partita. È questa la differenza con gli anni passati.

Il Milan ti piace? Sta vivendo un periodo di flessione ora, ma può ripetere quanto fatto nel girone d’andata?

Secondo me la stagione è straordinaria, nonostante i problemi. Tutti i giocatori stanno rendendo al di sopra delle proprie possibilità e sono migliorati tanti. Rispetto ad un anno fa, tutti i giocatori sono migliorati, da Donnarumma a Calabria, da Kessiè a Calhanoglu, ma anche lo stesso Zlatan Ibrahimovic: si pensava fosse arrivato a fine carriera ed invece è stato determinante per la crescita di tutti i compagni e dell’ambiente. L’appetito vien mangiando, di pari passo con le aspettative: ora tutti si aspettano che il Milan lotti per lo scudetto. In verità i rossoneri devono arrivare in Champions League, questo deve essere l’obiettivo reale. Non penso si possa ripetere il girone d’andata, ma qualcosa verrà lascerà per strada, come dimostrano i risultati dell’ultimo periodo: quest’anno ha già perso quattro volte, rispetto alle due del 2020.

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Il Napoli sta vivendo una stagione condita da alti e bassi, tanti problemi e tante defezioni. Come giudichi la stagione? Secondo te era da Scudetto?

No, non lo era. Il Napoli è una squadra che è sicuramente tra le prime quattro per organico e qualità. Il problema è la continuità di rendimento. A volte ha avuto dei buchi nelle prestazioni, altre volte grandi prove ma senza ottenere punti. Questo andamento “a singhiozzo” non va bene e non funziona. Ci sono state prestazioni eccellenti come quella contro la Fiorentina, in cui sciolinava calcio e volte in cui non riesciva a fare nemmeno due passaggi di fila e faceva errori imperdonabili. In questo aspetto bisogna migliorare. Può ancora giocarsela per la Champions League, nonostante l’ultimo periodo, nonostante i risultati, nonostante i problemi nello spogliatoio, in ultimo l’allentamento di Mario Rui. Sono venuti a mancare tanti giocatori in avanti per infortunio: quando accade fai fatica.

Se avessi la classifica fiches, su chi la punteresti per scudetto e corsa Champions League?

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L’ho detto dall’inizio dell’anno: l’Inter vincerà il campionato con almeno due giornate d’anticipo. Conosco Antonio Conte, il modo in cui lavora e la fame che ha l’intero ambiente. In Champions League vedo bene l’Atalanta, una squadra lanciata, organizzata, che ha una struttura solida da anni e che ha esperienza negli scontri diretti. Per la stagione che sta facendo, è difficile pensare che il Milan non ci vada. Per l’ultimo posto vedo una lotta tra Roma, Juventus e Napoli. Penso che i bianconeri siano favoriti, ma a livello di prestazioni non hanno dimostrato di essere superiori. Ad oggi dico Inter, Juventus, Milan e Atalanta, ma Roma e Napoli sono forti e potrebbero tornare. Il bello di quest’anno c’è grande concorrenza e grande competizione.

Proprio Inter e Atalanta chiuderanno la giornata. Nei numeri, le due squadre viaggiano quasi di pari passo.

L’Atalanta è bella da vedere, organizzata e non lascia nulla al caso. Sono straordinari in tutti gli effetti. Fai fatica a spiegarti le gare sbagliate. Nonostante giochi ogni tre gironi, fornisce sempre e comunque prestazione e tanti gol. Arrivano carichi alla sfida di lunedì, anche in ottica ritorno di Champions League, in cui proveranno a ribaltare la gara del Gewiss Stadium. Dell’Inter possiamo dire poco: è la squadra più forte d’Italia e quella da battere. Non ha altri pensieri oltre al campionatoi. A centrocampo e nei sostituti non ha eguali, dietro è molto organizzata, davanti ha un tandem straordinario. Se poi ci si mette anche Sanchez…

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Domenica c’è Atletico Madrid-Real Madrid. In caso di vittoria dei Colchoneros, la Liga è blindata?

Secondo me no. È un campionato lungo ed estremamente equilibrato. L’Atletico Madrid ha dimostrato di essere più del pezzo dall’inizio ed i risultati ne sono la dimostrazione, però attenzione al Barcellona e al Real Madrid che sono lì dietro. Anche sotto, i blancos lotteranno fino alla fine. Il Barcellona si sta riprendendo e sta dimostrando che potrà dire la sua, almeno in campionato.

Su DAZN c’è anche l’Eredivisie. Discorso chiuso per il titolo?

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L’Eredivisie è un campionato meraviglioso perché sforna tanti giocatori che diventano campioni a livello internazionale. La mancanza di budget e di capacità economica rispetto agli altri campionati fa si che tanti investano e lancino giovani. Basta vedere oggi l’Olanda: giovani e grandissimi giocatori, una delle nazionali più forti. Un mese fa era un campionato più equilibrato, ora l’Ajax ha fatto vedere di essere una squadra schiacciasassi ed ha preso il largo.

Sui giovani, chi saranno i nuovi de Ligt e de Jong?

Ce ne sono davvero tanti. Nell’Ajax, per esempio, c’è Ryan Gravenberch [Qui il nostro focus]: è un classe 2002, molto simile a Pogba per caratteristiche. Ha grandi margini di crescita. Mi piace Anthony, esterno brasiliano tutto mancino, che si sta consacrando nei Lanieri. Infine, mi piacciono Bryan Brobbey, devastante e ben strutturato ad appena diciotto anni, e Mohammed Kudus, classe 2000 acquistato dal Nordsjælland, che ha ricorda Kante: può fare il mediano, il trequartista, è bravo negli inserimenti e instancabile in mezzo al campo. Nell’AZ Alkmaar c’è Teun Koopmeiners, già pronto per una big del calcio europeo.

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(Foto: profilo Instagram ufficiale Tommaso Turci)

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