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Angolo del tifoso

ANGOLO ROMA – Avanti tutta nonostante le vertigini

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Sfida di vertice come Roma-Inter dovrebbe sempre essere. Invece non si sa se la serie A veda con maggior sorpresa l’Inter seconda (invece che prima) o i giallorossi terzi. Si arriva a ranghi completi e all’appello mancano solo quei colori sgargianti che avrebbero riempito lo stadio in un anno normale.

Pronti via e la partita si sviluppa come da copione: la Roma gioca a calcio cercando fraseggi soprattutto sugli esterni e l’Inter con gli armigeri del reparto arretrato a rintuzzare, terrorizzando quando i panzer avanzano, anche solo per il fatto che avanzino.

Ma dopo due tentativi di incursione giallorossa, il primo vero squillo è di Lukaku che, dopo un batti e ribatti, tocca di testa a tu per tu con Lopez, colpo di reni dello spagnolo che salva.

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Poco dopo Roma in vantaggio: Veretout sradica il pallone dai piedi di Barella e si invola, palla a Dzeko, tocco per Mhkytarian che appoggia a Pellegrini, rasoterra di prima poco potente ma preciso all’angolino alla destra di Handanovic.

La Roma prosegue il suo gioco, Dzeko è in difficoltà in mezzo ai “selleroni” nerazzurri e allora Handanovic si deve preoccupare del siluro da fuori area di Veretout e di un diretto di Mhkytarian. L’Inter si vede solo su due “passaggi” di Lopez agli attaccanti nerazzurri e per un gol correttamente annullato a Lautaro,  per fuorigioco.

Nella ripresa arrivano i problemi. L’Inter rientra con gli occhi di fuoco e la Roma è da subito intimorita e schiacciata. La poca lucidità romanista si evidenzia anche nei due contropiedi buttati al vento da Dzeko e Spinazzola.

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I 25 minuti iniziali del secondo tempo sono una vera tregenda per i giallorossi, completamente in balia di un centrocampo vigoroso e con Lautaro ed Hakimi che si mangiano letteralmente il campo, evidenziando anche un gioco pregevole che all’Inter è difficile vedere quest’anno.

Straordinario Lopez su Lautaro: Lukaku con una progressione favolosa si libera di due difensori, serve l’argentino che tocca sotto porta e col piedone lo spagnolo sventa. Sull’angolo successivo però Skriniar va più in alto di tutti (può marcarlo Veretout secondo voi?) e incorna il pareggio.

Ancora bravissimo Lopez sul destro di Hakimi ma al minuto 63 lo stesso marocchino trova un capolavoro a giro sotto l’incrocio, da fuori area: 1 a 2 e la paura di finire come a Napoli e Bergamo si manifesta ma…

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L’Inter finisce qui. Fonseca capisce che è ora di fare cambi e Conte ritiene la partita in ghiaccio e fa delle sostituzioni quantomeno “originali”.

La Roma riprende campo, Peres dà più equilibrio di uno Spinazzola ancora non in condizione, e Cristante riporta il baricentro oltre la metà campo romanista. Mhkytarian, Karsdorp e lo stesso Cristante si rendono pericolosi ma sono imprecisi o trovano Handanovic attento.

Minuti finali con Dzeko che si vede respinto il tiro, palla a Mancini che costringe lo sloveno in angolo. Angolo che arriva a Villar, cross per Mancini che, di nuca, beffa il portiere all’angolino basso. 2 a 2.

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Sfida scudetto rispettata, le due squadre avrebbero potuto vincere entrambe con un pò di cinismo, quindi pari giusto, ma forse a non credere troppo ai propri mezzi sono stati gli allenatori, perchè i giocatori hanno lottato da leoni.

Solita Roma pimpante, ma rimane il problema che il fiato finisce dopo cinquanta minuti e non sempre si possono fare tre o quattro gol per poi stare tranquilli. Fonseca ha il demerito di fare pochi cambi tardivi nelle partite importanti, segno che forse ai suoi panchinari crede solo a determinate condizioni.

Pau Lopez con i suoi errori coi piedi, simbolo di poca concentrazione, non trasmette serenità, ma oggi il punto è anche suo grazie ad almeno tre grandissime parate. Smalling e Lukaku se le danno da campioni ma alla fine è l’inglese a prevalere, il belga infatti incide pochissimo. Mancini e Ibanez attenti e aggressivi contro soggetti ben esperti, bravo l’italiano nel finale a regalare l’insperato punto.

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Veretout corre per tre, recupera mille palloni e fa ripartire le azioni, si spegne un pò nel secondo tempo, quando è sostituito da un ottimo Cristante che dà fiato alla mediana. Villar se può toccar di fino bene, contro i “cattivi” centrocampisti nerazzurri deve posare il fioretto ma dimostra di saper usare il tortore. Spinazzola è impagabile per impegno ma l’infortunio non è smaltito e sbaglia Fonseca a sostituirlo dopo 72 minuti, mentre Karsdorp disputa un’altra prestazione ottima, seppur spesso frenato, soprattutto dal bravo Young.

Poetico Mhkytarian nel primo tempo. Se a figurine vince l’Inter per numero, quella più “rara” è proprio l’armeno, che si spegne un pò nel secondo tempo, per riaccendersi nel finale.

Finalmente Pellegrini imbrocca una partita importante: non solo il gol, ma personalità, assist e leadership, quella che oggi è mancata a Dzeko. Il bosniaco prova a far salire la squadra, ma gli “orchi” nerazzurri sono difficili da superare e difficilmente incide. Francamente Mayoral andava fatto entrare prima.

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La Roma sa giocare al calcio, l’Inter forse no, ma ha individualità incredibili e se il match sterza su “arroganza” e fisicità, i giallorossi non sono ancora pronti.

La partita è stata piacevole ed emozionante, una vera sfida per un vertice a cui forse proprio i due mister non credono (passi Fonseca, ma Conte!?). Evidente che serva il mercato per il portoghese, soprattutto quando l’asticella va alzata, ma va anche capito il motivo dei blackout dopo cinquanta o sessanta minuti.

Conte aveva la partita in mano, ma la prosopopea gli suggerisce di togliere Lautaro, vera spina, e soprattutto di mettere il “fantasma del Natale trapassato” Kolarov e Gagliardini, la giovane promessa di vent’anni fa.

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Comunque, sotto col derby. Se questo è lo spirito, manca poco per crescere: rinforzi utili a gennaio forse, oppure semplicemente basta crederci un pò.

 

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