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SPECIALE NATALE – Natale in casa Cupiello

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“Poi oi’ guarda guarda… qua vengono tutte montagne, con la neve sopra!”.

Lucariello cercava le attenzioni di suo figlio Tommasino che, svegliatosi tardi come al solito, si stava preparando per uscire di casa. L’aria lassista lo caratterizzava, nonostante i rimbrotti del padre e le imminenti festività natalizie, e non aiutava certo la scarsa disponibilità economica del genitore. La temperatura era bassa e umida e la madre Concetta non perdeva occasione per farlo notare.

“Qua poi ho messo il negozio eh… il negozio dove, se hai tempo, puoi fare anche lo scioppin’. Poi guarda ‘ccà, guarda che bella! Ho fatto la sala var co’ tutti i televisori, dove l’albitro può anche rivedere tutte le azioni sospette eh…”

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In effetti Lucariello, usando il panno logoro di un vecchio Subbuteo, per quel Natale stava approntando un presepe molto originale. E, tra sugheri e minuscole casette che davano prospettiva e profondità, il forte odore di colla permeava oramai da settimane il bilocale nel quale viveva da trent’anni.

“Guarda guarda, ho messo tutti questi paletti con le palline sopra! Sai che sono queste palline? Sono tutte cineprese per tirare il film a tutta la gente che entra!! Guarda quante ne ho messe eh! Così se uno fa lo scostumato o una mala azione, o se nun si assetta al suo posto… zac.. viene ripreso e multato! Bello eh?… te piace ‘o presepe?”

“No!”

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“Lass’ sta ‘o nennill.. che mo’ s’adda magna’ ‘o zuppon!”

Concetta intervenne con voce stentorea dalla cucina e, dopo pochi secondi, apparve con il vassoio tra le mani. L’andatura non era tra le più sicure e poche gocce di latte bollente le bagnarono i pollici.

“E beh certo, non è ancora finito”: cercò di rinfrancarsi Lucariello. “Quando è finito, si può dare un giudizio. Devo ancora mettere i bandieroni che si muovono da soli!” Il dubbio lo prese: “Ma nun ‘o saccio se me li fanno mettere!”

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“Eh sì…i bandieroni che si muovono da soli!”

“Eh certo! Qua dietro metto un motorino collegato con i fili al pirulicchio del tergicristallo ‘ra macchina vecchia! L’ho nascosto sotto a quel casaruoppolo lì. Sai cos’è quel casaruoppolo? È la sala stampa! Dove tutti i giurnalisti fanno le loro domande agli addetti ai lavori eh! Guarda guarda, ho messo pure gli sponsor… te piace ‘o presepe eh?”

“No!”

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“Ma come? Guarda ‘cca… ho messo pure gli omini con le cineprese per le dirette nei televisori, quelli con le peitivvu’! Te piace eh?”

“No!”

“Ma come non ti piace?! Ti è sempre piaciuto!! Mo’ belle e bbuon nun te piace cchiu?”

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“No papà.. nun m piace più! Non è più il calcio di prima!”

“Eh.. il calcio va avanti! Si è ammodernizzato ma è sempre calcio! Ma te piace ‘o presepe?”

“No! Questo non è più calcio! Non è più un gioco. È sempre più business e sempre meno gioco. Nun me piace! Non è più il calcio che mi raccontavi tu quando ero bimbo, o quello che mi portavi a vedere allo stadio.
Si andava allo stadio per tifare la squadra e tornare a casa senza voce. Oggi si va allo stadio per farsi i selfie nelle partite più importanti, per testimoniare la presenza e acchiappare qualche like. Si andava allo stadio e si conoscevano altre persone che, alla fine del campionato, si usciva quasi a parenti. Oggi chi va allo stadio si sente infastidito e invaso del proprio spazio vitale, sempre c’a capa dint’a sti cellulari. E statevi a casa dico io! O tuttalpiù andate a sentirvi ‘na santa messa!
Gli sponsor? Una volta ce ne stava solo uno sulla maglia e per me era pure troppo. Oggi anche le maglie hanno perso la loro identità, tutte colorate e cambiano ogni anno perché devono vendere e procurare lucro. Perché si è sempre più esigenti, perché i soldi chiamano i soldi e non vi bastano mai!
Le sale stampa a cosa servono poi? Giornali e televisioni che parlano e pompano solo quelli che investono in pubblicita? E l’imparzialità? E il pluralismo dell’informazione che fine hanno fatto?
Il var che viene usato a discrezione o a comodità, è un innovazione? Sicuro? Almeno prima si potevano appellare all’errore umano, oggi hanno praticamente dichiarato chi deve vincere e come! Pure il regolamento ci si mette, che castra il momento più bello per un calciatore: il gol! Se ti levi la maglia sei ammonito, se vai a esultare fuori dal campo sei ammonito! È diventato tutto assurdo! Tutti a parlare con le mani davanti alla bocca per non farsi leggere il labiale manco stessimo a parlare di cose sconce. Ma ‘o vero facimm?
Il calcio è di chi lo ama, e questi, papà, amano solo ‘e denari!
No papà mio, mi dispiace. Ma se ‘o presepe è questo…. NUN ME PIACE!”

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