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SPECIALE NATALE – Il portiere nella nebbia

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Londra, 26 dicembre 1937.

Come da tradizione, in tutto il Regno Unito si scende regolarmente in campo nel giorno di Santo Stefano.

Ma il ’37 verrà ricordato non per prestazioni sportive particolari, quanto per la nebbia fitta che invase il paese. Così, più della metà delle partite previste vennero posticipate e le altre interrotte. I giocatori, infatti, non riuscivano a vedere neppure i compagni più vicini. Figurarsi poi la possibilità di sviluppare una qualsiasi trama di gioco. 

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In quel pomeriggio, a Stamford Bridge, si gioca Chelsea – Charlton. La partita comincia regolarmente ed entrambe le squadre vanno a segno nella prima frazione di gioco. All’intervallo, però, la nebbia invade completamente il campo e neppure dagli spalti si riesce a vedere nulla. I calciatori tornano in campo e riprendono a giocare. Ma, dopo dieci minuti, l’arbitro fischia la fine, interrompe la partita e fa rientrare le squadre negli spogliatoi. Nessuno, però, si ricorda di avvisare il povero Bartram. Cosi rientrano tutti negli spogliatoi, tranne uno.

Sam Bartram, portiere degli Addicks, non si accorge di quello che sta accadendo. La nebbia è troppo fitta e lui è più lontano rispetto agli altri. Dopo quasi mezz’ora dal fischio finale dell’arbitro, l’estremo difensore vede farsi avanti una figura non meglio definita. Si tratta di un poliziotto. Ma perché un poliziotto, durante una partita, dovrebbe andare dal portiere in campo?

Ehi tu, che diamine stai facendo lì? La partita è stata interrotta da oltre 20 minuti, il campo è completamente vuoto! 

Interdetto, Bartram rientra negli spogliatoi, dove ritrova i suoi compagni, lavati e vestiti, che lo accolgono con ironici applausi e fragorose risate. Il ventitreenne e la sua storia erano già diventati leggenda.

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I ragazzi stanno martellando i Pensioners, pensai compiaciuto, mentre battevo i piedi per riscaldarmi. Ovviamente, però, non stavamo mettendo la palla in rete, dato che nessuno tornava a schierarsi come si fa dopo aver segnato un goal.

Lo stesso Bartram, qualche anno più tardi, nella sua autobiografia confermerà l’accaduto: 

Ai tempi, eravamo in cima alla classifica, quindi credevo stessimo dominando il Chelsea. Ero convinto che i ragazzi stessero dando una bella lezione agli avversari perché, per un tempo più o meno lungo, non li vidi calcare la nostra metà campo. I minuti passavano e, nonostante le mie camminate all’esterno dell’area di rigore, non riuscivo a intravedere nessuno. Ovviamente, nessuno aveva segnato, altrimenti mi sarei accorto di qualche figura a centrocampo. Poco dopo, l’arrivo del poliziotto, mi chiarì le idee. 

Il Charlton concluderà la stagione al quarto posto in classifica, a soli sei punti dall’Arsenal campione. Sam Bartram, invece, scomparso nel 1981, per un malore improvviso a soli 67 anni, è stato riconosciuto dai tifosi come uno dei giocatori più importanti della loro storia. Nel sud-est della capitale inglese lo ricordano con affetto soprattutto per questo simpatico episodio, entrato di diritto nella storia del calcio inglese.

Sam Bartram, fuori dall’Inghilterra, è conosciuto soltanto da pochi anni ed esclusivamente grazie a questo curioso episodio che lo vide protagonista nel Santo Stefano del 1937, eppure Samuel “Sam” Bartram è stato uno dei più grandi protagonisti del football inglese negli anni ’30 e ’40.

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Anni in cui il campionato inglese era ancora, forse, il migliore al mondo.

Sam Bartram fu un eroe, uno che, nella sua carriera più che ventennale, vestì unicamente la maglia del Charlton Athletic.

Ma l’Inghilterra non dimentica i suoi eroi: così, nel 2005, in occasione dei festeggiamenti per il centenario del club, il Charlton lo ha omaggiato con una statua in bronzo alta quasi tre metri e posta all’entrata del “The Valley”, lo stadio che per oltre vent’anni lo vide protagonista.

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