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Angolo del tifoso

ANGOLO SPEZIA – Il coraggio di sognare

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Tempo di lettura: 4 minuti

Se un anno fa di questi tempi qualcuno ci avesse detto che avremmo disputato la serie A giocando a viso aperto contro l’Inter a San Siro, avremmo subito invocato un bel TSO o per lo meno ci saremmo dati dei gran pizzicotti per testare il nostro grado di coscienza.

La serie A è per noi tifosi un sogno e come tale deve essere vissuta.

In fondo “il mondo è nelle mani di coloro che hanno il coraggio di sognare e di correre il rischio di vivere i propri sogni”, come diceva Coelho.

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E di sicuro il coraggio non manca a questo Spezia, ai suoi giocatori e al suo allenatore.

E tutti noi, soprattutto noi tifosi, dobbiamo avere il coraggio di non smettere di leggere questo libro della serie A, anche se qualche pagina non ci piace.

Non dobbiamo cadere nella paura di non farcela, allorchè ci lasciamo sedurre dalla tentazione di voler vedere lo Spezia già salvo.

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Questo è un romanzo che va vissuto e assaporato attimo per attimo, anche se possiamo farlo solo emotivamente e non con la nostra voce e il nostro tifo.

Dicevamo del coraggio. Italiano, pur operando dei cambi per gli impegni ravvicinati, non arretra di un millimetro, non cambia di una nota il suo spartito, neanche al cospetto dell’Inter. E infatti è lo Spezia che cerca di fare la partita.

Non ingannino i primi minuti, dove l’Inter sfiora il vantaggio con Young (bravissimo Provedel) e con Lukaku (deviazione salvifica di Ismajli, veramente bravo, forse il migliore dello Spezia) perchè sono i giocatori aquilotti a prendere piano piano campo, occupando bene gli spazi e cercando anzi di pressare alti sulla trequarti nerazzurra. Tengono bene palla, non corrono rischi. Bastoni (il nostro) a sinistra e Acampora e destra cercano di creare qualche pericolo, pur senza produrre occasioni colossali.

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Brozovic gira a vuoto, ben marcato da Ricci e Nzola, che si sdoppia per chiudere le linee di passaggio tra il giocatore croato e il regista difensivo De Vrij. Proprio Brozovic rimedia un cartellino giallo a metà del primo tempo per un fallo su Acampora. Sempre Acampora, verso la fine del primo tempo, si libera sulla trequarti ma il suo tiro finisce a lato.

Il secondo tempo inizia così come è finito il primo tempo. Lo Spezia appare in assoluto controllo, anzi è l’Inter che in maniera sorniona staziona nella propria metà campo, come un gatto che aspetta con pazienza un passo falso del topo.

E dopo pochi minuti succede proprio così. Lautaro lancia in velocità Hakimi che tira rubando il tempo a Provedel e sorprendendolo con un tiro sul primo palo.

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​A questo punto, lo Spezia cerca di reagire con Bastoni che sembra poter sfruttare il movimento di Giasy a portargli via l’uomo. Ottiene alcuni corner, fa un buon possesso palla e aspetta con pazienza che si presenti l’occasione giusta per sferrare il pugno decisivo. Tuttavia i guantoni difensivi nerazzurri restano ben serrati.

Conte richiama Brozovic in panchina dopo che lo stesso giocatore viene graziato dal secondo giallo per gioco falloso.

A venti minuti dalla fine il secondo episodio che decide la partita. Sensi calcia una palla che colpisce il braccio di Nzola. Il giocatore fa di tutto per cercare di non colpire la palla, ritraendo all’indietro il braccio. Deve essere stata questa la prima sensazione dell’arbitro Fabbri. Tuttavia gli addetti in sala Var richiamano l’attenzione del fischietto emiliano, convincendolo di fatto a decretare il penalty che Lukaku trasforma nel due a zero. Rigore che non sembra così netto, anche alla luce delle nuove regole.

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La partita scivola lentamente verso la fine, con l’Inter che si difende con la tranquillità di chi sa di averla portata in porto e lo Spezia che non si arrende per dimostrare che non si trova lì per caso.

A un minuto dalla fine, Bastoni sfonda sulla sinistra e crossa al centro per Piccoli che, in scivolata, mette dentro il goal della bandiera.

Troppo tardi per provare a mettere paura ad Antonio Conte, ma un goal meritato per l’impegno e l’applicazione dei ragazzi di mister Italiano.

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Una prestazione che riempie comunque di orgoglio, anche alla luce dei cinque giocatori ex primavera impiegati e dei tre spezzini doc in campo.

Una squadra giovane che aspetta solo di raccogliere quanto seminato.

Il 23 dicembre si avvicina, è l’ultimo giorno di zona gialla, ultimo giorno di shopping e di preparativi per il Natale, ma per Spezia è un altro il colore da mettere a fuoco. E’ il rossoblu del Genoa. E le aquile non vedono l’ora.

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Continuiamo a sognare, ma facciamolo con coraggio.

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