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PAROLA AL PIACE – Lazio, serve una svolta: la firma di Inzaghi non può più aspettare

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Cinque mesi di montagne russe, di alti e bassi, di smodata euforia e profonda depressione: è il vivere del tifoso della Lazio dalla ripresa del campionato, post Covid, lo scorso giugno. La squadra che aveva fatto sognare non c’è più,  svanita tra i fumi della Pandemia e mai più rivista. Quella di questi mesi è una formazione che sembra avere il paracadute attaccato dietro, che per fare 5 metri ci mette il doppio delle altre squadre. Una sensazione di difficoltà latente nella testa, nel fisico, nello spirito di giocatori e tecnico.

Eppure come potesse andare questa stagione, chi è tifoso della Lazio da lunga data, già lo aveva immaginato dal precampionato: scialbo e piatto, senza sussulti, aspettando dal mercato quelle gioie che non sono mai arrivate.

E poi gli striscianti malumori dentro la squadra, dall’uscita infelice di Acerbi al caso Luis Alberto, la campagna mediatica contro la società sul caso tamponi, gli attacchi a Immobile sul piano professionale e umano. Gli ingredienti per una stagione con l’elmetto da trincea c’erano tutti ma negli occhi e nel cuore avevamo l’infinita bellezza di una squadra che ci aveva fatto sognare e su quell’onda abbiamo dato giudizi e sopravvalutato giocatori che adesso sembrano brutte copie di quelli che erano.

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Basta Alibi Mister

Adesso serve una svolta, bisogna riprendere i fili lasciati in sospeso per tornare a manovrare una situazione complessa. C’è bisogno di sistemare le cose lasciate a metà che non sono più procrastinabili. Serve chiarezza e solo Inzaghi e Lotito possono darla. Si vedessero presto, da soli o accompagnati non ci interessa, e chiudessero la questione rinnovo, in un senso o nell’altro. Basta con questo limbo, basta con questi alibi di cose dette o non dette, di acquisti fatti o non fatti, basta aspettare qualcosa che ancora non c’è all’orizzonte per Inzaghi. Se Simone vuole rimanere alla Lazio firmi il rinnovo adesso senza trascinare oltre una situazione che nella nostra storia  già conosciamo a memoria (di Eriksson già ne abbiamo avuto uno). Se Lotito vuole che il mister rimanga alla guida della sua Formula 1 lo chiami oggi stesso e gli metta la penna in mano e i soldi sul conto. ( Per inciso non basta essere una Formula 1 per correre forte,anche la Williams lo è ma quest’anno non camminava manco a spinta, caro presidente).

La Lazio è nostra

Si mettessero tutti in testa che qui non esistono intoccabili. Il tifoso della Lazio dona amore incondizionato a chi lo merita, preferisce da sempre chi mette il cuore e sputa l’anima per questa maglia preziosa rispetto al grande fuoriclasse. Un Gregucci sarà nel nostro pantheon per sempre a discapito di un fuoriclasse come Stam o come De Vrij, più forti certamente ma chi se ne importa.

In queste poche righe c’è ognuno di noi, c’è chi ieri sera se n’è andato a letto incazzato, ha dormito male e stamattina si è svegliato peggio. Arrabbiato ma innamorato. Perché la Lazio non è di Inzaghi, di Lotito, di Luis Alberto o di Correa. La Lazio è solo dell’amore di chi la vive. LA LAZIO È DEI SUOI TIFOSI.

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(Foto sslazio.it)

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