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ANGOLO DEL TIFOSO JUVE – Di poca Fede

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La cosa tremenda dell’essere tifosi della Juventus è che tocca giustificarsi. Potrebbero essere necessarie ore ed ore di psicoterapia per tentare almeno di debellare quest’obbligo alla perfezione a cui le circostanze ci costringono, ormai da nove anni a questa parte, almeno entro i confini nazionali, come ama ricordare il resto d’Italia “a colori”.

Eppure, non abbiamo assolutamente nulla di cui giustificarci. In una giornata calcistica in cui già si cominciano a prendere ago e filo dalle scatole di latta per cucire tricolori su divise che ben rare volte lo hanno visto sui propri tessuti, la stessa giornata in cui si accapigliano giudici e avvocati per accaparrarsi la causa più gustosa degli ultimi anni, quella con Andrea Pirlo sul banco degli imputati. E io che pensavo di aver visto il miglior maxiprocesso con Sarri, la vita non smette mai di stupirmi.

Insomma, io di Crotone ricordavo la rovesciata di Simy, di un paio di anni fa. Quella che non ho ancora visto fare a CR7 con la maglia della mia squadra del cuore, quella che pure sancì un pareggio, un picco in negativo di cui però conosciamo tutti la conclusione. Non ve la ricordate? Fate una chiamata internazionale a Higuain, lui se la ricorda.

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Mister Pirlo si presenta all’Ezio Scida con la formazione nuovamente rimaneggiata, tra Covid, gastroenteriti, disagi muscolari, gente che è tornata un quarto d’ora fa dagli impegni in Nazionale. Siamo esseri umani, sono esseri umani, e noi siamo questi, e sì, tra noi ci sono anche Manolo Portanova e Gianluca Frabotta. Avete pianto fino a ieri per la presenza di Khedira in campo, adesso cercate di non lamentarvi se si cerca di abbassare l’età media di questa squadra che cerca la quadra. Che battuta atroce.

Ditemi ciò che volete, i miei occhi corrono subito a cercare Federico Chiesa. Il novello 22 della compagine bianconera ha gli occhi puntati addosso perché gli tocca subito giustificarsi, appunto, riscattarsi davanti alla figura barbina della Nazionale maggiore che però ha ben poco da imputare al giovane ex viola. Ma si sa, neoacquisto più partita storta fa subito “Juve beffata”. È l’algebra del pallone italiano, baby.

La partita prende subito la piega sbilenca, Bonucci è in ritardo su Reca in area e sempre il buon Simy ci mette davvero un attimo a trasformare il rigore. E poi c’è Federico/1. Che su un bel contropiede della squadra mette un assist delizioso per la capoccia madrilena di Alvaro Morata, che quanto ci era mancato vederlo segnare con quei colori addosso, che mica lo ricordavamo così incattivito, che forse è cresciuto davvero, ce lo dirà il tempo.

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Ma Federico/1 non ha sufficiente tempo per riscattarsi completamente, perché il buon signor Forneau decide che la sua partita debba finire al sessantesimo, per un brutto fallo su Cigarini. Si farà ricordare per la sua espulsione all’esordio, la prima nell’epoca dei tre punti. È pur sempre un primato. Pirlo deve riassestare la squadra. Aveva già mandato dentro Cuadrado ancora con la maglia della Colombia addosso, ci riprova con Rabiot e Bernardeschi. Federico/due, quel Federico che per quanto ci sforziamo cominciamo davvero a perdere la forza di vedere in mezzo alle maglie bianconere.

E non è per quel millimetro mancante alla convalida del secondo goal di Morata, le regole ragazzi, le regole ci permettono di continuare a giocare, di non metterci nelle polemiche, piacciano o no, forse tre minuti di attesa sono troppi, ma pensate a chi aspetta da nove anni di vedere un passo falso della Juve. Quelli sì che sono lunghi.

Insomma, Federico bis corre palla al piede su un contropiede degli ultimi minuti per i quali qualunque bianconero si sarà alzato dal divano. C’è Morata alla tua destra, tu lo vedi, lui ti vede, aspetta il passaggio, puoi provarci, tentare, che cos’hai da perdere? Invece no, tu indugi, i due secondi necessari per far risalire l’intera difesa del Crotone, passi il pallone all’indietro, facendo sgonfiare polmoni, anime, cervelli, balle, parafrasando una recente battuta del Presidente Agnelli.

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Allora proviamo a guardarci in faccia, anche con Dybala. Che pare essersi lamentato nei tunnel con Paratici per il mancato impiego nella giornata. Proviamo ad evitare il primadonnesco atteggiamento che ferisce voi in primis, e noi in seconda battuta, perché onestamente di scornarci tra di noi non ci va. Ma di Fede, quella ne abbiamo a pacchi. Comunque la vogliate interpretare.

Post Scriptum: in porta c’è Gianluigi Buffon, alla sua seicentocinquantesima presenza in Serie A. E seicentocinquanta lo scrivo così, per esteso, perché vi resti ben impresso nella mente. Come lui.

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