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Lazio, Acerbi che rischio: la guerra contro Lotito è una follia

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Lo sfogo di Acerbi davanti ai microfoni della Rai di ieri sera non è un fulmine a ciel sereno. I primi echi di un temporale in arrivo su Formello si erano già sentiti nei giorni scorsi. Le schermaglie, apparse sui quotidiani e siti vari, erano per lo più incentrate su presunte polemiche dovute al rinnovo di contratto. Approfondendo l’argomento con persone vicine alla società vi avevamo raccontato come il mal di pancia contrattuale fosse solo un pretesto che celava dietro anche altri malumori.

Per cercare di capire meglio bisogna andare con ordine e tornare ai tempi del rientro in campo post lockdown. Negli spogliatoi della Lazio, dopo la sconfitta casalinga con il Sassuolo, ci fu un confronto aspro tra Ace e il dottor Pulcini, reo di aver attaccato Iader Fabbri, neo nutrizionista biancoceleste  e amico del giocatore ex Sassuolo. La società si affretto a smentire  ma ormai la frittata era fatta. Fabbri fu allontanato e Francesco non la prese benissimo.

La conquista della Champions League non ha però evidentemente mitigato le acque: la sensazione che il suo adeguamento di contratto con eventuale allungamento non sia una priorità per la Lazio ha fatto riaccendere le polveri. 

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La richiesta di un miglioramento economico è nelle facoltà di Acerbi e questo nessuno lo nega. Cosi come è nelle facoltà della Lazio avere delle azione che hanno priorità rispetto ad altre: un contratto con scadenza 2023 non lo è chiaramente.

Le strane circostanze

Le cose che non tornano dopo la sparata di ieri sono almeno un paio. La prima riguarda l’accusa, rivolta alla Lazio dal giocatore, di aver diffuso a mezzo stampa le cifre della trattativa. Che senso avrebbe per la società divulgare una forbice tra richiesta e offerta cosi ampia tale da creare malumore alla tifoseria e ai protagonisti? Sarebbe stato giustificabile il suo disappunto se fossero state fatte uscire solo le richieste del giocatore come per dimostrare un’esagerazione. Ma cosi non è stato, poiché anche l’offerta della società, pare di 2.5 milioni annui più bonus, è stata scritta un po’ ovunque.

Non è chiaro neanche il contesto in cui sono state fatte le dichiarazioni. Acerbi è in Nazionale, non ha fatto interviste nei giorni precedenti al suo esordio da titolare nell’edizione in corso della Nations League, non era uno dei giocatori indicati a parlare in conferenza stampa in vista di Olanda-Italia di oggi ma stranamente è stato intervistato dalla Rai prima di una partita in cui non sarà neanche titolare. Il dubbio, che vogliamo sottolinearlo resta solo tale, che sia un’intervento a chiamata viene naturale, tanto più se viene isolato dalla tv di stato solo l’episodio incriminato e nulla più. 

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Lotito pessimo nemico

Se ci fosse concesso di dare un consiglio al giocatore ci sentiremmo di dirgli che scegliere Lotito e la Lazio come nemici non è la migliore soluzione possibile. La società capitolina, da quando è guidata dall’attuale proprietario, ha dimostrato di mal digerire questo tipo di cose. L’ultimo caso in ordine cronologico è stato quello di Stefan Radu lo scorso anno che,  dopo una lite con Tare, fu messo fuori rosa dalla Lazio e reintegrato solo dopo una lunga opera di mediazione e scuse del giocatore. Ma quello era un altro tipo di lite, una diverbio per il troppo attaccamento alla maglia del giocatore  che esagerò nel rimproverare alcuni compagni al termine di una partita persa.

Lotito nelle sue guerre va avanti, anche a costo di perdere soldi e faccia. Come accadde con Goran Pandev che fu messo fuori rosa e poi si svincolo gratis dopo uno scontro a colpi di carte bollate.

I tifosi si schierano

In questo caso la Lazio sembra avere tutto dalla sua parte. Anche se ci fosse il mercato dietro, più di qualche voce di offerte sponda Inter e soprattutto Napoli in giro c’è,  un giocatore come Acerbi a scadenza contrattuale 2023 avrebbe una quotazione tra i 15 e 20 milioni. Non proprio a buon mercato.

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Anche le opinioni dei tifosi sembrano filo societarie. I social del giocatore sono stati letteralmente presi d’assalto dai supporters biancocelesti con un leitmotive comune: ingratitudine. Verso chi ha permesso al Leone di rientrare nel giro che conta, verso i tifosi che lo hanno eletto fin da subito beniamino indiscusso.

Il tempo per ricucire ovviamente c’è,  la società, l’allenatore e anche i compagni lavoreranno per ricucire, smussare, sminuire. Ma serve la buona volontà di tutti, Acerbi in primis,  per tornare a febbraio 2020 quando nella Lazio c’era solo euforia, armonia e voglia di vincere tutti insieme.

(FOTO TWITTER SSLAZIO.IT)

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