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Juventus, Paratici: “Decisione frutto di una stagione. Pirlo può essere un predestinato”

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Fabio Paratici, dirigente della Juventus, ha parlato ai microfoni di Sky Sport dell’esonero di Sarri e dell’ufficialità di Andrea Pirlo.

Maurizio Sarri è stato esonerato: gli screzi con l’ambiente bianconero si protraevano da mesi, come detto in una nostra indiscrezione dello scorso marzo. Oggi è arrivata l’ufficialità si Andrea Pirlo, promosso dall’Under 23. Ecco le parole di Paratici, riportate da TuttoMercatoWeb:

Quando è stata presa la decisione di puntare su Pirlo?

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È stata una decisione naturale, oserei dire juventina. È un ragazzo che conosciamo, che ha giocato con noi ed è sempre stato in contatto con il nostro ambiente. Pensiamo che possa essere un predestinato. Lo è stato da calciatore, pensiamo lo possa essere con convinzione anche da allenatore“.

Quando avete capito che tra Sarri e i giocatori non c’era più feeling?
Non c’è stato un episodio, un momento. Le stagioni sono lunghe, ci sono tanti momenti che scatenano riflessioni. È stata dura, difficile, lunga e siamo arrivati a questa considerazione alla fine. Nonostante abbia vinto lo Scudetto“.

È la seconda volta in due anni che la Juve esonera l’allenatore campione d’Italia. Non ha precedenti. Quali riflessioni si possono fare?
“Non è l’Europa il termometro, né la qualificazione ai quarti. Ci sono tante considerazioni che vanno fatte durante la stagione. Il discorso con Allegri era diverso, veniva da 5 anni di successi. Sarri ha vinto subito, ma c’è un insieme di cose che va al di là di un mero risultato sportivo. Ora siamo in un territorio inesplorato: nessuno ha vinto così tanto consecutivamente e ha cambiato così tanto. I cicli di solito durano 3-4 anni, noi siamo al terzo ciclo, una cosa inspiegabile. Abbiamo disputato due finali a distanza di due anni con 7/11 differenti, è complicato. Il Real ha vinto 3 Champions consecutive con un solo cambio. Questo testimonia il lavoro fatto”.

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Qualcuno storce il naso anche per Guardiola o Zidane quando non vincono la Champions. È davvero diventata così importante?
Mal comune, mezzo gaudio. Il Bayern l’anno scorso vinse il campionato e uscì nei quarti, noi abbiamo fatto lo stesso e si parlava di stagione fallimentare. Il City ha vinto tre campionati consecutivi eppure il giudizio è spesso frettoloso, legato a un singolo risultato. Siamo gente di calcio, di esperienza e di livello. Certe competizioni, come anche un Mondiale, sono legate a episodi. Un anno fa giocammo con l’Ajax e avevamo assenze pesantissime, per esempio“.

Le voci su un addio alla Juventus l’hanno colpita?
Difendere me stesso è impresa complicata, ma l’ha fatto pubblicamente il presidente a mezzanotte, quindi mi sembrava difficile che il suo pensiero fosse ribaltato nel giro di 12 ore. È stato alquanto divertente”.

Alla Roma piace Paratici?
Bisogna rispettare tutti i club e la Roma è importante. Sono alla Juve da 10 anni e ho un rapporto che va al di là del legame professionale con tutti coloro che lavorano qui. Detto questo, anche i direttori sportivi hanno lo stesso ciclo degli allenatori e sono soggetti a giudizi rapidi“.

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Qual è l’idea di calcio di Pirlo che ha convinto la Juventus?
Andrea nella sua testa è convinto di portare qualità e applicazione, fare quello che faceva da calciatore. Vuole proporre un gioco di un certo tipo, europeo, ed è stato convincente nell’esposizione delle idee. Le persone sono più importanti del professionista“.

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