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#LBDV – David, to Beckham or not to Beckham

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Dire chi sia David Beckham sarebbe decisamente banale. Ci sono pagine su pagine, specialmente su Wikipedia, per chi non conoscesse questo calciatore. Siamo qui principalmente per ricordare quelle che sono state le più grandi imprese di David Beckham, sia fuori che dentro al campo. Oggi una delle icone del calcio moderno compie 45 anni, a metà tra l’addio ai 30 e l’arrivo della mezza età. Ma nonostante l’anagrafica, niente sembra scalfire ‘Becks’ che rimane un vero e proprio sempreverde. E non solo per l’aspetto fisico, ma anche per l’intraprendenza che continua ad avere dopo il suo ritiro. Ci sarebbe davvero tanto, forse troppo, da dover dire su di lui ma è meglio dire ciò che è davvero importante.

UN’ICONA DENTRO AL CAMPO

In questo paragrafo ci concentreremo sul Beckham calciatore, sui punti salienti della sua carriera e su alcune interessanti curiosità. David Beckham è sempre stato un talento fuori dall’ordinario, sin da ragazzino; tanto da ottenere una giornata di allenamento con la cantera del Barcellona. Il suo talento non si nasconde, anzi: più cresce più riesce a mettersi in mostra, finendo sui taccuini dei più grandi club. A lanciarlo però definitivamente sono stati i Red Devils, squadra storica di Manchester con cui ha condiviso tanti trofei. Tra questi 6 Premier League, 2 FA Cup e 1 Champions League. Nel 1999, nel pieno della sua carriera, riesce ad ottenere con lo United il treble, ovvero nient’altro che il triplete. Non a caso ottiene il premio di miglior giocatore UEFA, oltre che miglior centrocampista. Nella sua carriera malauguratamente non ha mai vinto il ‘Pallone d’Oro’, raggiungendo però il secondo posto sempre nello stesso anno. Il 1999 è sicuramente l’anno migliore di Beckham, che qualche anno più tardi lascia l’Inghilterra per volare in Spagna. Passa al Real Madrid per una cifra vicina ai 35 milioni di euro ed un contratto da 6 milioni a stagione. Con le merengues l’inglese condivide un campionato ed una supercoppa e cambia numero dal 7 (occupato da Raul) a 23, in onore del suo idolo Michael Jordan. Successivamente i prossimi club saranno L.A. Galaxy, i prestiti al Milan, il ritorno in America e la chiusura in Francia al PSG. Nel 2012 diviene il calciatore più pagato al mondo e a Parigi dona il suo stipendio in beneficenza, perché David Beckham non è un campione solamente in campo.

E PERSINO FUORI

Ciò che noi troviamo spettacolare solitamente è dato da un grande lavoro dietro le quinte. Beckham nel corso della sua vita non è stato solo un eccellente calciatore ma anche un simbolo per molte persone. Sin dai tempi dello United ha contribuito ad aiutare l’UNICEF diventando persino testimonial per la campagna “Uniti per i bambini, uniti contro l’AIDS”, recandosi in Sierra Leone per 3 giorni nel 2008.

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Sostenitore no-profit che combatte la malaria in Africa e persino sostenitore di Help for Heroes, associazione nata per aiutare i feriti di ritorno dall’Iran e dall’Afghanistan. Come accennavamo prima, durante la sua permanenza al PSG ha devoluto il suo stipendio in beneficenza ad un associazione che aiuta i bambini in difficoltà. Un grande calciatore con un piede ed un cuore d’oro.

Ma d’oro è anche il suo portafoglio: buoni sì ma fessi no. Grazie anche al suo fascino ma soprattutto al suo carisma, Beckham ha lavorato persino come modello, come attore in alcuni film – ad esempio King Arthur: Legend of the Sword di Guy Ritchie -. Ha inoltre firmato diversi contratti con vari sponsor tra cui: Adidas, Vodafone, Coca Cola e Pepsi.

Ha fondato diverse aziende, tra cui una che si occupa dei diritti di immagine di personaggi popolari: attori, cantanti, calciatori. Ma soprattutto ha fondato una squadra, l’Inter Miami che attualmente gioca in MLS.

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Un palmarés invidiabile e doti eccezionali che fanno di David Beckham non solo un’icona ma un esempio da seguire. E alla domanda: “to Beckham or not to Beckham?” Io risponderei sempre: to be.

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