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Boniek: “Capisco la gente, ma il calcio deve ripartire”

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Zbigniew Boniek, presidente della Federcalcio polacca ed ex calciatore di Roma e Juventus, ha rilasciato qualche dichiarazione a Radio Anch’Io Sport. Ecco le sue parole riportate da ItaSportPress:

QUARANTENA – “Sono due mesi in Polonia, fermo e non posso muovermi. Come presidente della Federazione sto lavorando più ora che prima che andava tutto bene. Sono tempi molto duri. Anche i miei parenti sono in isolamento non è una situazione semplice”.

RIPARTENZA – “Abbiamo deciso con il Governo che il 4 maggio iniziamo con allenamenti individuali, poi a piccoli gruppi. Il campionato dovrebbe iniziare il 31 maggio. Per aprire i negozi ci vogliono un paio di giorni per il calcio no. Siamo in guerra col coronavirus. Non siamo a livello dell’Italia ma anche qui ci sono problemi. A livello economico penso che molte aziende piccole falliranno. Secondo un sondaggio le persone non vorrebbero la ripartenza del calcio? Capisco la gente. Anche io ho molti dubbi se mi guardo dentro. Non c’è entusiasmo, non c’è il calcio che si vorrebbe. Dall’altra parte si deve ripartire. In Polonia la gente vorrebbe tornare alla vita normale. I sondaggi sono figli di stati d’animo personali”. “La Uefa ha detto che si deve ripartire? Capisco, pensa alle competizioni. Si stanno organizzando. Neppure loro sanno come si risolve il coronavirus. Hanno dato precedenza ai campionati. Poi si dovrà vedere. In Olanda hanno deciso di fermarsi subito ma credo sia la scelta più facile adesso. Come ripartirà il calcio? Spero che l’Europa possa avere una bella reazione e capisca le cose importanti. Sono legato all’Italia e mi auguro che tutti possano essere migliori”.

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SERIE A – “Quale l’alternativa alla mancata ripartenza della Serie A? Bella domanda. Non penso possa esserci un sistema che vada bene a tutti. Ci saranno sempre vincitori e vinti. Chi perde, chi si lamenta. Pensiamo che quello che cerchiamo di fare è dovuto alla pandemia, non ha furbizia di qualcuno o altro. Io non ho la ricetta. Sicuramente non c’è un sistema che accontenta tutti. I playoff in Serie A? Su due piedi direi no. Con 12 giornate da giocare, dico che non è facile. Si potrebbe finire il campionato ad autunno e poi a gennaio far ripartire il prossimo con altre opzioni con altre modalità. Ma come detto prima credo che ognuno possa dire la sua e avere la sua idea. Io sono più per un campionato normale con le regole che ci sono adesso”.

RAZZISMO – “In tutti i posti ci sono questi problemi. Si comincia a creare del nazionalismo. Credo che alla base ci sia l’educazione delle persone. Chi ha un certo livello di cultura ed educazione poi non fa certe cose. Credo che molto dipenda dall’educazione che le persone danno ai propri figli”.

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