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#LBDV – Serie A, cosa succede con i prestiti?

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Dopo la giusta sospensione degli ultimi mesi, il calcio (compresa la Serie A) avrebbe deciso di ripartire. Sono tanti, tuttavia, i dubbi che accompagnano questa scelta. Uno di essi, per esempio, è legato alla situazione dei giocatori in prestito o in scadenza di contratto. Come stiamo ampiamente ascoltando in questi giorni, il pensiero più diffuso tra i presidenti e i calciatori sarebbe quello di tornare presto in campo. Ad eccezione di Massimo Cellino, infatti, tanti presidente avrebbero espresso il desiderio, se non obbligo, di far ripartire la Serie A.

RIPARTIRE, MA COME?

Qualche giorno fa, il Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora ha annunciato che le squadre potranno, quasi certamente, tornare ad allenarsi il prossimo 4 maggio. Una buona notizia per tutti i calciofili, sia chiaro, ma questa decisione genera, inevitabilmente, tanti interrogativi. Innanzitutto quello legato alla condizione atletica dei giocatori. Come avrete avuto modo di leggere ed ascoltare, il Dottor De Nicola, in un appuntamento di “A Casa Con Vlad”, ha spiegato che i calciatori avrebbero bisogno di una fase di preparazione di almeno quattro settimane per poter tornare ad una condizione fisica idonea all’attività agonistica. Ipotizzando, quindi, la ripresa del campionato per l’inizio di giugno, c’è un altro, e importante, quesito da presentare.

PRESTITI E SCADENZE DI CONTRATTO – LA SITUAZIONE

Il prossimo 30 giugno, di fatto, terminerà la stagione. Sulla carta, quei giocatori in prestito dovranno far ritorno alle squadre proprietarie del cartellino dal primo luglio. Quei giocatori, invece, che avranno il contratto in scadenza, saranno considerati svincolati da suddetta data. Ora, è impensabile e improponibile che il campionato si possa disputare soltanto nel mese di giugno; quindi, cosa succederà a questi giocatori?

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IPOTESI 1

Non essendoci ancora una decisione ufficiale, siamo nel campo delle ipotesi. La prima delle quali ci viene offerta da Emilio Garcia Silvero. Il legale della Fifa, infatti, ha dichiarato qualche giorno fa: “Chi ha un contratto in scadenza il 30 giugno, farà ritorno alla squadra proprietaria del cartellino.” 

In questi termini, riferendoci soltanto alla Serie A, sono sessanta i giocatori in prestito (secco o con diritto di riscatto) ad altre squadre. Entrando ancora più nel dettaglio, ci sono situazioni da analizzare meglio. Le squadre medio-piccole beneficiano dei prestiti. Genoa, Lecce e Spal, per esempio, sono le squadre che ne contato di più. Se questa linea guida dovesse essere seguita, queste società, come tante altre del resto, avrebbero grossi problemi. Nei rossoblù, infatti, si contano ben dieci calciatori in prestito fino al trenta giugno. Dal primo luglio, poi, dovrebbero far ritorno ai club proprietari del cartellino. La Spal, poi, dovrebbe rinunciare ad Andrea Petagna: vero trascinatore del club negli ultimi due anni, l’ex Milan è un calciatore del Napoli e dal primo luglio dovrebbe aggregarsi alla corte di Gattuso. La sua assenza sarebbe il colpo di grazia per la società spallina, a caccia della disperata risalita in classifica.

Mettendo per assurdo che venga seguita questa linea guida, c’è poi il problema dei calciatori in scadenza di contratto. Mertens, Chiellini e tanti altri, infatti, dovrebbero trovare una soluzione o salutare prima del termine, effettivo, della stagione. Sempre in casa Genoa, ci sono tre calciatori in scadenza che, sommati a quelli in prestito, costringerebbero Nicola a rinunciare a ben tredici calciatori!

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Un altro problema, poi, sarebbe legato proprio ai ritorni. Petagna, Kulusevski, Nainggolan, Icardi o Smalling, per esempio, potrebbero poi essere schierati dalle ‘nuove’ squadre dal primo luglio?

Sono tanti, troppi problemi che richiederebbero difficili soluzioni. Perciò questa ipotesi dovrebbe essere assecondata.

IPOTESI 2

La seconda, e più fattibile, ipotesi è la seguente. La FIFA potrebbe – e dovrebbe – prorogare le scadenze dei contratti e i prestiti fino al termine effettivo dei campionati, non vincolandoli al prossimo 30 giugno.

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In questo caso, i sessanta giocatori in prestito alle venti squadre di Serie A potrebbero finire tranquillamente la stagione e non rischiare di tornare ed essere messi ai margini della rosa. Questa soluzione accontenterebbe tutti: le squadre beneficiarie dei prestiti, che continueranno a poter utilizzare i giocatori; le squadre ‘prestanti’, che continuerebbero a dar spazio ai giovani e valorizzarli al meglio (come farebbero Juventus e Napoli con Kulusevski al Parma e Petagna alla Spal) e non si vedrebbero creare ‘grane’ all’interno del proprio spogliatoio; infine, i giocatori stessi, che porterebbero a termine la stagione nella squadra con cui hanno giocato fino ad inizio marzo.

Anche per i giocatori in scadenza di contratto non ci sarebbero problemi: potranno finire la stagione e poi prendere una decisione sul proprio futuro.

Probabilmente – anche in questo caso il condizionale è d’obbligo – dovrebbe essere questa la linea guida da seguire.

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Il calcio dovrebbe ripartire, ma sono ancora tanti i dubbi da sciogliere…

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