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Rezza (ISS): “Sulla Lazio semplice battuta. Ripartire solo se…”

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Il professor Giovanni Rezza, dirigente dell’Istituto Superiore di Sanità, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Radio Punto Nuovo, ritornando su ciò che ha detto nella giornata di ieri. Le sue parole hanno provocato varie reazioni, sono state strumento di discussione. Di seguito le sue parole raccolte e riportate da TMW:

Immaginava di fare tanto scalpore?
“No, era una battuta anche per sdrammatizzare il momento. Stiamo vivendo momenti davvero drammatici, non pensavo che intervenisse la Lazio e Diaconale per dirmi di non fare il tifoso. Ma quale tifoso… La domanda era invece seria e io oggi cosa posso dire? E’ tutto chiuso, c’è il lockdown. Se poi la Politica decide di riaprire va tutto in valutazione, sempre con le dovute precauzioni. Sono poi decisioni che vanno presi anche a livello Europeo”.

Il mondo scientifico si attiene al suo lavoro e quindi è molto cauto. Dall’altro quello politico, che deve dar conto anche alle riprese graduali. Come si esce fuori da questa contrapposizione?
“Convergeranno su una sorta di compromesso. La politica, l’economia hanno le proprie esigenze. Non si può tenere un paese in lockdown completo per 2-3 mesi e quindi il Governo decide dopo aver valutato le indicazioni tecniche. Dobbiamo però tener conto che questo virus continua a circolare e se muoviamo troppo il rischio è alto, ieri ci sono stati più di 500 morti. Bisognerà convivere con la prospettiva di una riemergenza sanitaria: come fare ad evitarlo? Con le misure di distanziamento sociale, evitare assembramenti, l’uso delle mascherine. E’ chiaro che Il Sottosegretario Zampa chiude alla possibilità degli stadi pieni, poi se si deve riprendere si prendono tutta una serie di misure per diminuire il rischio d’infezione”.

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Le mascherine chirurgiche sono risolutive o no?
“Un metro di distanza e mascherina. La mascherina chirurgica di per sé non dà una protezione massima, ma fa si che le goccioline restino dentro la mascherina in gran parte. Quindi io non trasmetto l’infezione a un’altra persone. Se in un luogo pubblico tutti la portassero il rischio d’infezione si ridurrebbe molto”.

Quanto ha prevalso il suo essere romanista nelle sue dichiarazioni?
“Ma non scherziamo… E’ stata una battuta per sdrammatizzare il momento particolare, non sono neanche un grande tifoso”.

Quindi se la FIGC vuole ripartire ragiona da pazzi?
“In questo momento, non si può pensare a giocare . In questo momento in Italia c’è un lockdown completo, poi chiaramente si pensa a una Fase 2, innanzitutto per la riapertura delle attività produttive ma anche delle altre attività. Qualora il Governo decidesse di riaprire anche attività ricreative, l’importante è che si faccia col massimo di sicurezza possibile. Il calcio smuove interesse e interessi, muove più soldi anche nell’accezione più positiva del termine e la gente è molto interessata. Ma vi ricordate cosa è successo Atalanta-Valencia? Ci sono stati degli episodi che hanno drammatizzato la situazione. La cosa essenziale è farle nel modo più sicuro possibile”.

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